Giunti nella periferia si fermarono per riprendere fiato. In lontananza le luci di Edo apparivano più intense, ma era il fuoco degli incendi che la illuminavano. Dall'altro lato, invece, si intravedeva il sentiero immerso nel silenzio che conduceva al viale dei sakura. Casey conosceva bene, ormai, quel sentiero e lo guardò con aria nostalgica. Come percepì i suoi pensieri, Kyu le si pose davanti con il cavallo.
"Non è prudente!" l'avvertì, sbirciando anche lui il sentiero verso casa. Entrambi percepivano il tepore e la sicurezza che avrebbe donato loro quel rifugio unico e protettivo, benché il pericolo fosse sempre in agguato. "Dobbiamo proseguire verso Edo!" e così dicendo si incamminò, seguito da lei.
La città brulicava di incendi sparsi a partire dalle fortificazioni del castello di Tokugawa.
Un corpo pendeva da una forca. Il suo ritmo oscillante e sinistro tracciava il percorso della massa in fuga. Un turbinio di cenere infuocata li avvolse in una spirale, mentre le fiamme si attorcigliavano verso le nuvole, lasciando sgorgare un fumo sempre più denso.
I più arditi sparivano come gatti sopra i calcinacci e le rovine fumanti; altri si dirigevano verso il porto, dove parecchie imbarcazioni prendevano il largo per meglio stare lontani dalla città per metà in fiamme.
Kyu e Casey lasciarono i cavalli nei pressi di un ponticello e si incamminarono a tentoni, mano nella mano, in mezzo alla calca urlante. Come intravidero uno spiraglio lungo un porticato, svicolarono dalla folla per raggiungerlo e percorrerlo in tutta fretta.
La locanda di Naemi non era lontana e una volta oltrepassate le bancarelle violate del mercato, non avrebbero avuto difficoltà a raggiungerla.
Il locale era immerso nel buio e nel silenzio del suo abbandono. Kyu aprì la porta, dove il campanellino d'ingresso sonagliò stridulo. Il luogo era in ordine e ben pulito. Nessuno lo aveva oltraggiato. Barricarono la porta e salirono su per la scala che conduceva agli alloggi.
Casey riconobbe la porta della stanza padronale che avrebbe dovuto dividere con Jonathan. La aprì ed entrambi entrarono quasi in silenzio.
"Non accendete alcun lume e state lontana dalle finestre o cadrete vittima della vostra stessa ombra, Casey sama!" la avvertì lui, riponendo gli zaini in un angolo. L'interno, in fondo, era già illuminato dalle luci dei lampioni e i fuochi che si riflettevano in lontananza, attraverso le vetrate.
La ragazza notò che sull'asse di un separé era appeso l'abito che le aveva menzionato Naemi e accanto c'era anche un completo maschile, elegante e in stile occidentale. Avrebbe, forse, dovuto indossarlo Reiji? Chissà, pensò, come sarebbe apparso con quegli abiti addosso?
Un rumore cupo, poi, la fece voltare di scatto. Kyu si era lasciato cadere su una sedia; il capo chino; il respiro corto. Casey si precipitò a toccargli la fronte. Era bollente! Il combattimento con quei due malviventi e la fuga lo avevano spossato completamente, peggiorando il suo stato febbrile.
Corse fuori dalla camera alla ricerca di acqua fredda. La cucina era al buio e ben ripulita. Mise sul fuoco il bollitore e preparò del tè, non prima di trascinare su nell'appartamento un bacile colmo di acqua gelida. Quando anche il tè fu pronto, pose sul vassoio delle rondelle di limone trovate per caso e torno dal ronin. Lo spogliò del pesante soprabito e lo aiutò a stendersi sul letto. In quella fioca luce non poteva vederlo, ma sentiva dal suo respiro che la febbre stava dando il suo sfogo.
Spostò con tutte le sue forze il grande letto fino al centro della stanza, dove la luce che entrava dalla finestra cadeva su un enorme quadrato. Poté, così, guardare meglio il volto dell'uomo. Lo sollevò di poco e gli fece bere il tè in più riprese; poi prese le rondelle di limone e gliele adagiò sulla fronte, premendole con un panno inumidito di acqua fredda.
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GLI OCCHI DEL RONIN
Tiểu thuyết Lịch sửEdo 1869 All'insediamento della restaurazione Mejij, una giovane ereditiera inglese fugge dalle insidie dello shogun, propenso a ripristinare il proprio regno appropriandosi dell'oro che ella detiene. Sullo scenario dell'ultima cultura medioeval...