.𝑁𝑜𝑣𝑒.

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Richiusi subito la lettera nascondendola tra le mie braccia, la tenevo stretta forte al petto come se avessi paura che qualcuno potesse vederla e cercai di mettere a posto le idee. Si può sapere che cosa stavano facendo i miei genitori!? Solo loro possono aver combinato qualcosa di simile, dopotutto sono alleati con il Re del paradiso Lionel, figuriamoci se sono riusciti ad apprezzare il Re dell'inferno Argon il guastafeste. C'era da aspettarselo dopotutto, una delle loro figlie che diventa Regina del Regno da cui loro stessi volevano scappare, e da cui sono riusciti a scappare.

 Non posso e di certo non andrò a fare l'amante di un Re avversario, per quanto io possa odiare questo Regno e tutto ciò che ne fa parte, sono stata eletta futura Regina, un tradimento mi costerebbe la morte. Uscì dalle stanze a piedi nudi e mi recai il più silenziosamente possibile verso i piani inferiori del castello scendendo le scale con molta cautela e stando attenta a chi potevo incontrare dietro l'angolo, quaggiù dovrei poter star tranquilla per almeno qualche minuto. Mi recai in una camera riservata alle scrittrici del Regno, coloro che scrivevano testi o annunci al posto del Re, non ne ho mai vista una, credo che stiano sedute su queste sedie per giornate intere e che escano raramente dal castello. La stanza era avvolta da enormi librerie che sembrava fossero infinite ai miei occhi, carte buttate e sparse per tutto il pavimento, scivolare sarebbe stato alquanto facile. Mi sedetti su una delle tante scrivanie e cominciai a scrivere la lettera che avrei poi fatto spedire presso il Regno di Thonder sperando che non si sarebbero creati guai per il mio rifiuto.


Il giorno dopo non avevo nemmeno un'ora di sonno in corpo. Non avevo mai scritto una lettera da consegnare ad una persona di tale importanza, perciò mi sono ritrovata tutta la notte impacciata non sapendo quali estremi ed eleganti vocaboli utilizzare, nella lettera ho cercato di essere il più cortese possibile, non ho accennato nulla al fatto di diventare Regina, non volevo che si scatenasse una guerra per colpa mia, scontando il fatto che lui ne potrebbe essere già a conoscenza. In più quella lettera aveva diffuso in me un'aria vendicativa, nonostante io conosca Lionel, non mi fidavo di lui, è pur sempre anche lui un Re, premuroso e paziente, civile ed umile con il proprio popolo, amato da tutti e tutte per il suo portamento e per il suo titolo da "principe azzurro" tra i sovrani. Si è un gentiluomo a tutti gli effetti, nessuna donna è mai riuscita a non mettergli chi occhi addosso, aveva un modo di fare tutto suo, sapeva adattarsi a qualsiasi tipo di situazione lui si trovasse, ma è anche un re vendicativo e con una sete di vendetta nei confronti del Regno di Catthender spietata. Non potevo sapere quali potevano essere i doppi fini di quell'invito.

Quella stessa mattina, con tutte le forze che mi rimanevano, mandai un servo in segreto per spedire la lettera. Ci sarebbero voluti giorni per arrivare in cavallo fino all'altro Regno, perciò la lettera sarebbe passata da servo a servo sempre in segreto senza destare troppi sospetti. Proprio in quel momento sentì dei passi provenire dalle scale dietro di me. A quanto pare il Re oggi è di fretta.

- Non ho sentito per nulla la vostra presenza questa notte nelle stanze. Non per farmi gli affari vostri ma potreste anche avvisare se volete farvi una passeggiata notturna per il castello.

Disse aggiustando il colletto della camicia guardandosi ad uno specchio poco distante dal portone d'ingresso.

- Scusatemi tanto signore delle tenebre se non avete gradito la mia "non-presenza" stanotte accanto a voi nel letto.

Risposi stuzzicandolo vedendolo sospirare. Dovrebbe imparare a non sottovalutarmi così facilmente ogni tanto.

- Oggi ho molti impegni da svolgere, penso sarò assente fino a stasera, se riuscirò ad anticiparmi è probabile anche che per l'ora di cena mi troverete. La servitù è al vostro completo servizio, se avrete bisogno di qualcosa chiedete pure a loro.

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