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Il suono della sveglia, mi obbliga a dischiudere gli occhi.

Sospiro mentre rimango per qualche secondo ad ascoltare la melodia.
Non mi era mancato per nulla alzarmi a quest'ora.

«Anche se imposti questa sinfonia rilassante, resta comunque una bestiaccia fastidiosa. Spegnila!» bofonchia Emily, mentre ancora abbraccia il cuscino con gli occhi chiusi.

Allungo il braccio e riesco a raggiungere il telefono, spegnendola a malincuore.

Ho passato una settimana a scegliere quale musica avrebbe avuto l'onore di dare il via alla mia giornata.
Alla fine, questa era stata la prescelta perché mi ricordava un ippopotamo con il tutù che ballava sul ghiaccio. Neppure io so come mi è venuta in mente quest'immagine, ascoltandola, ma calza a pennello.

Scosto il lenzuolo e mi metto a sedere con una smorfia.

Devo prepararmi per la prima lezione delle nove, che altro non può essere se non matematica.
Vorrei saltarle tutte, ma non posso assolutamente permettermelo.

«Dovresti alzarti anche tu» dico alla corvina, che si è voltata verso il muro, dandomi le spalle.
«Conosco il tuo orario a memoria» mi vanto, lanciando uno sguardo alla mia sinistra, dove è fissato quel foglio colorato. «Dato che non posso fare a meno di vederlo ogni giorno, attaccato alla porta».

Mi alzo chinandomi accanto al suo orecchio: «Hai studio di microrganismi cellulari».
Scuoto la testa e mi sollevo, iniziando a gironzolare per la stanza. «Non vi invidio per nulla».

Recupero le ultime cose che mi servono per prepararmi in bagno ed esco dalla porta.

Trenta minuti più tardi, torno in camera pulita e profumata.
Non amo per nulla truccarmi, soprattutto perché non mi sono mai messa di impegno a imparare come tirare una linea dritta d'eyeliner, il contouring o la posizione dei diversi ombretti.
Questa passata di mascara, il poco correttore sulle occhiaie e la cipria, mi sembrano già più che sufficienti.

Torno sulla figura di Emily ancora serenamente addormentata.

«Alzati». Mi avvicino alla tenda tirata, che copre l'ampia finestra tra i due letti, e la scosto, facendo entrare la luce del sole albeggiante.

«Ti ucciderò nel sonno con un cuscino prima o poi» borbotta la corvina, appoggiandosi alla testiera del letto e stropicciandosi gli occhi.

«Ma mi hai chiesto tu di buttarti giù dal letto quando mancano 45 minuti alla tua prima lezione» le ricordo mentre apro l'armadio per cercare un outfit comodo per oggi.

«Lo so» esclama esasperata, alzandosi e uscendo dalla stanza, armata del suo beauty-case.

Riprendo a studiare i vestiti all'interno, ma non riesco a trovare nulla che mi soddisfi.
Forse potrei permettermi una sessione di shopping...
Fa ancora troppo caldo per qualcosa di diverso da una canottiera o da una maglietta leggera.
Il colore blu scuro di un top semplice, smanicato e a girocollo, attira la mia attenzione.

Mi metto a cercare nel cassetto cosa abbinarci, e trovo il mio oggetto del desiderio, piegato in un angolo: pantaloni bianchi a palazzo.

Mi sono sorpresa quando ho appurato che, a una ragazza che arriva a malapena al metro e sessanta, stanno bene questo tipo di pantaloni.

Li indosso facilmente. Forse un po' troppo. La vita è un po' larga per colpa di quei chili che ho perso durante l'estate.

«Puoi prendere una delle mie cinture» Emily mi sta guardando con un piccolo sorriso sulle labbra, che non raggiunge gli occhi, velati da un'ombra di tristezza.

Coconut Lover | J.JK.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora