Nel giardino dell'Eden🍂 (11)

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𝓐𝓽𝓽𝓸 𝓯𝓲𝓷𝓪𝓵𝓮 , 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮 𝓹𝓻𝓲𝓶𝓪 (𝓖𝓲𝓸𝓬𝓱𝓲 𝓭𝓲 𝓼𝓮𝓭𝓾𝔃𝓲𝓸𝓷𝓮)

𝓐𝓽𝓽𝓸 𝓤𝓷𝓭𝓲𝓬𝓮𝓼𝓲𝓶𝓸 ☕

Accampamento in un qualche remoto angolo di mondo,
Altopiano del Tibet, 17 anni prima...

La pioggia cadeva incessantemente riproducendo un eco meraviglioso, era l'unica cosa che si potesse sentire in quel silenzio tombale, rotto occasionalmente dal canto di alcuni volatili locali...
Una certa corvina osservava la pioggia cadere incessantemente, rimanendo abbracciata alle proprie ginocchia proprio all'uscita di quella caverna che avevano trovato come riparo.
D'improvviso, sentì una presenza alle sue spalle, che le lisciava i capelli legandoli di nuovo in quelle treccine che si erano sciolte. A Nathalie non serviva voltarsi per sapere chi fosse e lo lasciò fare, aspettando che se ne andasse o semplicemente smettesse: ma Harry non lo fece.
-Il caporale ha indetto un brindisi in tuo onore, perché non eri lì?- Chiese il giovane prendendo posto accanto a lei.

-Non merito grandi complimenti... Sono io a doverle tutto.-

-Ma è grazie a te che siamo vivi...- Si aggiunse una terza voce a loro sconosciuta che li fece voltare, solo per trovare una bionda dagli intensi occhi smeraldo e uno sguardo serio.
-Posso unirmi?-
Nathalie assentì e la ragazza prese posto vicino alla corvina: -Ti devo delle scuse... Gabriel mi ha detto ogni cosa sul vostro passato insieme; per molto tempo ho cercato di tenervi lontani, lo ammetto.-

Nathalie sorrise di lato, ma era un'espressione più persa che triste, di muta accettazione:
-Le cose dovevano andare così... Sono felice che abbia trovato ciò che cercava con te e che lo proteggerai sempre come merita.-
Émilie reagì in maniera inaspettata, poggiando la guancia alla spalla della corvina che, in risposta, s'irrigidì, non abituata a quel genere di dimostrazioni affettuose repentine.

-Quando tutto questo sarà finito, e se non saprai dove andare, voglio farti sapere che casa nostra sarà sempre aperta per te. Voglio che tu sia parte della nostra vita, e di quella di mio figlio...-
Nathalie non fu certa delle intenzioni celate dietro a quelle parole, se si trattava di un'ironia pesante per enfatizzare di aver perso l'amore della sua vita o, al contrario, fossero sincere... Non le importò, e rimase impassibile, o almeno fin quando una quarta presenza si unì a loro.

-Stavo fumando una sigaretta, e sapete? Mi è tornata in mente una leggenda che mi avevi raccontato tu Lily...
Non so perché ma mi ha risollevato, forse perché credo che queste cose siano impossibili e mi fanno ritrovare un contatto con l'umanità in questo luogo completamente fuori dal mondo.-
Esordì Gabriel esalando l'ultima nuvola di fumo.

-Ti riferisci alla leggenda del girasole?-
Gabriel assentì e in un qualche momento che non sappero individuare, i tre giovani si erano poggiati al corpo della corvina ascoltando quella storia; la storia di una donna, che innamoratasi del Dio del sole e distrutta a tal punto dal rifiuto di quest'ultimo, si lasciò morire seguendo il suo viaggio dalla terra alle stelle ogni giorno, e convertendosi a nuova vita in quel fiore meraviglioso dalla corolla dorata.

Nathalie sospirò: perché non era possibile morire per amore... O forse lo era?

ིྀ🌻 ིྀ

Oggi...

Gli occhi della corvina erano fissi sulla colonna di luce dorata che entrava dalla finestra: giocava con i capelli ricordando quel momento, solo che rispetto a vent'anni prima non si faceva quella domanda.

〔A Storm in a teacup 🍵〕 𝑮𝒂𝒃𝒆𝒏𝒂𝒕𝒉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora