I Longobardi invadono l'Italia

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Nel 568 penetrò in Italia un nuovo popolo barbarico, proveniente dalla Scandinavia: erano i Longobardi. Questo nome probabilmente significava " popolo dalle lunghe lance" o "popolo dalle lunghe barbe". Era un gruppo di 100-200 mila persone. Il loro re era Alboino. I Bizantini si ritirano verso le coste senza combattere molto, carestie ed epidemie non opposero grande resistenza. L'Italia perciò rimase divisa:
-I Longobardi dominavano sulla Pianura Padana (e infatti il nome Lombardia deriva da Longobardi) e il re si stabilì sulla sede della città di Pavia.
-Ai Bizantini rimase il territorio circostante chiamato Romania dove sorgeva la città più importante: Ravenna.
I Longobardi avevano avuto pochissimi contatti con la civiltà romana. Non conoscevano il latino e avevano mantenuto al lungo i loro costumi originali, tanto che i testimoni li ricordano come: rozzi e feroci.
I Longobardi, come in origine tutte le altre popolazioni germaniche, erano organizzati in grandi famiglie chiamate fare. I re erano eletti dai guerrieri comandati da vari duchi, un termine che richiama il latino dux, cioè condottiero.
I Longobardi sottrassero all'aristocrazia italica buona parte dei suoi possedimenti e si comportavano come sfruttatori. Impressionato dalle violenze, papà Gregorio Magno paragonò i Longobardi a una spada estratta dal fodero. I Longobardi in parte erano ariani e in parte pagani, ma durante il regno di Agilulfo si convertirono al cattolicesimo. Nel 643, re Ròtari emanó una raccolta di leggi che è detta dal suo nome Editto di Ròtari. L'editto eliminò la faida che fu sostituita da un guidrigildo, un risarcimento in denaro da versare all'offeso o alla sua famiglia. L'importante dell'editto di Ròtari è dovuto al fatto che fossero leggi scritte, ma ancora più importante è che fossero scritti in latino: un chiaro tentativo di ritrovare un punto di incontro con la cultura romana.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 05, 2015 ⏰

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