Capitolo 4

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Il sacchettino si era aperto spargendo la polvere di zolfo sul pavimento. Dafne si era dileguata.
"I nonni".Esclamai allontanandomi da Alice ed uscendo in corridoio. Imboccai le scale e scesi al piano di sotto. Il nonno era sul divano e dormiva beatamente mentre la nonna stesa a terra vicino al ripiano della cucina.
"Chiama il dottore".Mi intimó Alice, la quale mi aveva seguito. Si avvicinó al braccio della nonna e lo prese tra le mani per rilevarne i battiti. Fece un sospiro di sollievo mentre io prendevo la cornetta e digitavo il numero. Chiamai David, il dottore di Valle Verde per eccellenza. Mi disse che sarebbe arrivato a momenti. Alice nel frattempo aveva preso e portato la nonna nel suo letto per poi passare a controllare il nonno. Aveva ancora il giornale sulle gambe ma gli occhi erano chiusi. "Sonnifero".Ipotizzó lei constatando che non vi erano botte o segni di agressione.
"Gli ha presi di sorpresa, prima lui e poi la nonna".Rabbrividii io.
"È stato furbo e molto silenzioso se Dafne non lo ha udito".Disse Alice esclamando.
"In effetti ha un udito finissimo".
"Già specialmente per udir parlare le piante".Irronizzó Alice. Forse era un po' gelosa di Dafne. Eppure era impopolare a scuola, voti normali e scarse capacità motorie. Lei in tutto ció era di gran lunga superiore. Ed era anche piena di ragazzi che le andavano dietro. Dafne era piú riservata per pensare ai ragazzi ma ero convinta che anche lei ci pensasse nel suo segreto. In ogni caso Alice vedeva in Dafne qualcosa che a lei mancava. Non riuscivo a darmi altre spiegazioni.
"Sei un po' dura con lei?".
"Ma perché dici questo? È vero che parla con gli alberi". Credo stesse trattenendo una risatina.
"Anch'io trovo la cosa strana ma è fatta cosí, che ci vuoi fare?".
"Spedirla in manicomio".
Alzai gli occhi al cielo. Il tempo passava, i nonni continuavano a dormire.Dopo un po' Alice provó a scrollare il nonno. In quel momento sentii squillare il telefono. Alzai la cornetta:" Pronto?".
Dall'altra parte mi rispose una voce cristallina:"Ciao sono Tennaz, parlo con Carol?"
"Si sono io".Risposi allegramente.

"Oh state bene vero? Dafne è volata fin qui tutta agitata e ci ha detto quello che è successo".
"Ma perché è venuta da voi?".
"Aveva paura che l'uomo scopprisse dove abitava, lo ha seminato ed è venuta da noi".
"Capisco, abbiamo chiamato il dottore perché i nonni sono sotto l'effetto di un sonnifero...".
"Noi arriviamo li tra breve ok?".
"Noi...?".
"Io e la mia famiglia".
Sussultai:"Volete che vi prepari qualcosa?".
"Oh no, ma avvisa la madre di Dafne dell'accaduto".Rispose lei con la sua voce di miele.
"Daccordo".
Alice mi guardó perplessa:"Non si sveglia ma è vivo, ora che facciamo? ".
"Era forse una droga potente?".Ipotizzai con un po' di preoccupazione."Ma vediamo che dice il dottore".Conclusi rissoluta.
"Dove tiene l'elenco telefonico la nonna?". Chiesi ad Alice.
"Nel ripiano sopra a quello dei piatti, perché?".Mi rispose lei continuando a guardare il nonno che dormiva.
"Devo chiamare la mamma di Dafne".
"Perché? "
"Dafne aveva paura di tornare a casa ed è volata da Tennaz, facendo perdere all'uomo le sue tracce".
Aprii la credenza ed estrassi la rubrica.
"Furbo il pachiderma". Disse lei dirigendosi verso il frigo.
La vidi prendere un po' di succo e versarsene in un bicchiere. Composi il numero. Attesi. Nessuna risposta. Ci riprovai piú volte. Niente. "Non risponde, sarà uscita".Ipotizzai.
"Credi che anche lei parli con i vegetali".Mi chiese Alice.
La fulminai come poche volte facevo:"Smettila".
Lei fece spallucce e bevve un altro sorso.
Il campanello suonó. Corsi a vedere chi era. Il dottore era sulla soglia con la valigetta."Si accomodi". Lo invitai ad entrare."Grazie Carol". Era un uomo di mezza età che aveva molto viaggiato fin da piccolo, con i genitori entrambi medici.
E anche lui aveva seguito le loro orme. "Non si svegliano dottore, sono vivi ma..." Gli si rivolse Alice. Lui calmissimo rispose:"Gli effetti di un sonnifero possono variare da persona a persona ed è evidente che in questo caso il loro organismo ci metta piú tempo per smaltirlo". Fece qualche controllo e alla fine constató che era tutto apposto. Con grande sollievo lo invitammo a sedere. Gli preparammo un caffè e gli offrimmo dei biscotti. L'ospitalità era uno dei principi dei nonni e vidi che il dottore aveva gradito tutto ció. Poco dopo sentii suonare nuovamente il campanello. Fu Alice ad alzarsi. Mentre apriva la porta le dissi che molto probabilmente erano Tennaz e la sua famiglia. E come volevasi dimostrare erano tutti e quattro li, la madre,il padre, Tennaz e Alex(suo fratello). Quando mi vide Tennaz mi saltó al collo noncurante degli sguardi accusatori del padre e della madre, maniaci di un educazione fin troppo ferrea a mio canto."Carol ho avuto paura per te, per Alice". Mi disse stringendomi forte. "Un po' di Educazione Tennaz Esmeralda Carolina Coradin". La intimó il padre e poi fece per scusarsi mentre lei si staccava da me ricomponendosi. Ma io lo bloccai, lo feci perché mi sentivo di farlo, perché dovevo:"Non si è comportata male, è mia amica e mi vuole bene, che ha di male un abbraccio? ". "Oh". Fece la madre. Alex era ritto ma assente. Sembrava attento ma in realtà non lo era.Come faceva con tutte le persone. Fingeva di partecipare alla vita sociale della gente ma in realtà era indifferente, apatico. Questo me lo aveva detto Tennaz del tempo fa. Mi aveva detto che quando era piccolo era vivace, allegro, ma era dalla terza media che era divenuto taciturno e privo di emozioni. Non sapeva nemmeno lei perché. A scuola non aveva amici, passava le giornate avvolto nel mistero. I suoi occhi neri come la pece parevano vuoti, eppure il suo viso era bello, pulito, una muscolatura che a scuola faceva invidia, ma nessuna ragazza lo degnava. Era troppo disemotivo,quando parlava la sua voce era neutra. Alcune volte mi inquietava e preferivo evitarlo. Non potevo credere alle volte che fossero fratelli.

Il padre parse incerto, non sapeva forse come reagire. Alice placó immediatamente le acque che si stavano agitando:"Allora Dafne non è con voi? Ma accomodatevi emmm...prego..." I quattro entrarono e si misero a sedere al tavolo della cucina mentre io presi una tisana e dei biscotti. "Dafne è volata a casa sua, dalla madre". Disse Tennaz sorseggiando la tisana. In quel momento il campanello suonó e dei colpi si abatterono sulla porta violentemente.
Mi alzai e sotto gli occhi di tutti andai ad aprire, con cautela. Due occhi neri e profondi mi fissarono, arrossati dal pianto dirrompente. Dafne non era sola. Al suo fianco c'era un uomo anziano con una tuta da giardinaggio e una mano sulla spalla di lei che era visibilmente piú bassa. Anche lui pareva angosciato. La fata aveva il volto pallido e malinconico, la tensione del suo viso era percettibile quasi fisicamente.
"Che cosa è successo? ". Riuscii solo a dire. A lei tremó il labbro mentre tentava di articolare le parole."M-mia m-m-madre...". Sembrava stesse per svenire li, tanto le gambe le tremavano. Calde goccie le rigavano le guance."Dafne". La chiamai io. Lei guardó l'uomo che parló, una voce profonda e anziana:"Perfavore facci entrare".
"Certo".Feci io un po' titubante. Ci venne incontro Alice e quando vide Dafne le chiese:"Hey Pachiderma, che è successo? ". Dafne divvene serissima e tenendo gli occhi fissi su Alice disse:"Mia madre è stata assassinata".

Il segreto della valle perdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora