Capitolo 15-Finzione

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Gp d'Olanda, 2022

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Gp d'Olanda, 2022

I don't, don't know what to do
Tension just feels so thick in the room
Ah, yeah
Always under pressure.

Elena

L'intera settimana, in Olanda, era stata dura e complessa per me.

Non a causa del mio lavoro, che continuava ad andare bene, nonostante i risultati ottenuti da Charles e Carlos, non ci soddisfacessero a pieno.

In particolare Charles, dopo una gara non troppo favorevole, era arrivato terzo ed era pronto a mettercela tutta per Monza, la gara di casa della Ferrari, malgrado stesse perdendo il mondiale piloti.

La settimana, quindi, era stata difficile, terribilmente difficile perché il mondo ci aveva scoperto.

Dopo la discussione in Belgio davanti a quella sala gremita di gente, tutti i giornali, i siti web e i canali tv dedicati al gossip ci avevano messo in prima pagina.

Le frasi più ricorrenti erano:

"Leclerc ha una nuova ragazza, ma già scoppia la bufera. Il monegasco l'avrà tradita? "

"Chales Leclerc, noto pilota di F1, è stato avvistato in Belgio con la sua nuova fiamma. Tra i due, però, non scorre buon sangue. "

"Esplode il gossip a Monaco:
il predestinato della F1 ha avuto una lite burrascosa con una ragazza sconosciuta. Si aprono le scomesse sull'identità della ragazza misteriosa e il motivo della lite. "

Questi e mille altri titoli simili avevano spopolato in ogni parte del mondo per l'intera settimana.

Tutti mi avevano fatto domande più o meno inoppurtune, ma soprattutto avevo dovuto affrontare Binotto.

Ero stata avvertita dei rischi che correvo, se mi fossi fatta beccare con Charles, già in Spagna.
Sfortunatamente, io e quello stronzo ci eravamo fatti prendere troppo la mano.

In Ungheria, gli avevo detto che mi piaceva sul serio. Mi aspettavo che mi contattasse durante la pausa estiva, ma non l'aveva fatto.

Il mio cervello, allora, aveva fatto suonare venti campanelli d'allarme e avevo detto al mio cuore di smetterla di farsi abbindolare da un pilota di F1 presentuoso e incoerente.

In Belgio, la mia rabbia mi aveva fatto perdere il controllo e lo stesso era successo a Charles.

Avevamo litigato come due stupidi davanti ad una platea.

Così, Binotto mi aveva convocata all'inizio della settimana in Olanda e mi aveva esposto il suo piano strepitoso.

《Se non vuoi perdere il lavoro, dovrai fingere di essere la ragazza di Charles per qualche settimana. Avete scatenato una bufera mediatica e noi la useremo a nostro favore.
Prendere o lasciare, decidi tu. 》

Io e Charles dovevamo fingere di stare insieme e lasciarci il prima possibile, così da dare in pasto ai media una storia d'amore tormentata, impossibile e strappalacrime.

La tirocinante che conquista il pilota.
Tutto ciò, secondo Binotto, avrebbe attirato l'attenzione del mondo sulla Ferrari e avrebbe portato guadagni alla scuderia.

Era già programmato tutto: apparizione pubblica insieme, rigorosamente dopo ogni Gp fino al Gp degli Usa.

Mi avrebbero pagato un po' di più per mantenere il segreto e mi avrebbero fornito loro vestiti e accessori per questa farsa.

La Elena del passato sarebbe saltata su dalla gioia per questa follia, che le avrebbe permesso di passare più tempo in pubblico con Lord Perceval.

La Elena attuale aveva trattenuto un conato di vomito all'idea di passare tanto tempo con quel doppiogiochista, soprattutto dopo aver saputo che lui aveva accettato.

Per completare la catastrofe, quella sera alla festa post Gp, sapevo già che avrei dovuto fare i conti con il patto di Lando.

La Ferrari mi aveva fatto recapitare in hotel un vestito rosa semplice e grazioso, pieno di foglie e fiori ricamati, che mi faceva sentire la protagonista perfetta della mia tragica vicenda.

La prima persona che incontrai fu proprio Lando Norris.

Mi osservava con uno sguardo beffardo e appena gli fui vicina, mi parlò:
《Ciao amichetta, finalmente possiamo parlare del nostro patto. Come sai io ho mantenuto la mia parte di accordo e tu no. 》come se ci fosse bisogno di ricodarmelo.

《Sì, Lando, so perfettamente cosa è successo. Ti dispiace illuminarmi e dirmi in cosa consiste la mia parte? 》era arrivato il momento della verità.

Mi osservò dalla testa ai piedi, si leccò le labbra e disse:
《Dovrai uscire con me una sera, ti farò sapere io quando sarà e tu dovrai essere assolutamente disponibile. Non puoi rifiutarti. 》il suo tono non mi piacque affatto.

《D'accordo, a presto allora.》sospirai e me ne andai, non potevo tollerare oltre la presenza di quel ricattatore.

Avrebbe potuto chiedermi qualsiasi cosa, ma un'uscita con lui avrebbe compromesso, ancora di più, la situazione e lui lo sapeva.

Non potevo però rifiutare, visto che avevamo fatto un accordo e lui l'aveva rispettato.

Mi spostai alla ricerca del bar per prendere qualcosa da bere e lì, seduto su uno sgabello, trovai il mio biglietto di sola andata per l'inferno.

Il predestinato mi guardava, anzi mi trapassava con lo sguardo e io capii immediatamente che la rabbia e l'odio reciproco, scatenato dal nostro affronto in Belgio, non si era sopito.

Avevamo ignorato i nostri sentimenti e avevamo giocato a un tira e molla estenuante, che ci aveva distrutti.

Mi avvicinai perché non avevo altra scelta e lui mi attirò a sé per baciarmi.

Due iceberg che si scontrano, avrebbero trasmesso più calore di noi due.

Ci stacammo e lui mi fece accomodare sullo sgabello vicino al suo, mi mise una mano sulla coscia e nel mentre ordinò al cameriere un cocktail anche per me.

《Elena, è dura anche per me, non pensare. Non abbiamo altra scelta, però, dobbiamo fingere. 》esordì così lui.

Ci eravamo spezzati il cuore e faceva male a tutti e due.

《Lo so, io devo tenermi questo lavoro ed è solo per questo che ho accettato, sappilo. 》ero schietta e diretta.

《Lo capisco, ma se vogliamo essere credibili, dovrai baciarmi con un po' di più trasporto. 》mi accusò.

《In questo momento ti ucciderei, se potessi, perché da quando ti ho incontrato, non ho fatto che accumulare problemi. Non ti permettere di dirmi cosa devo fare. 》lo rimproverai.

《Pensare che prima non ti lamentavi mai di dove finisse la mia lingua. 》rispose lui sfacciato.

《Non osare mai più dire una cosa simile in pubblico, predestinato, o sei un uomo morto. 》dissi io.

《Se fossi in te, starei attenta a quello che dici, perché l'ultima volta che hai detto una frase del genere, eravamo nella mia suite e non c'è bisogno che ti ricordi come è andata a finire. 》ammiccò nella mia direzione.

Mi venne da ridere e gli diedi un pugno sul braccio per farlo smettere.
La serata continuò in questa maniera, fra battute acute e baci finti, a favore delle fotocamere dei paparazzi presenti.

Ci separammo prima di rientrare in hotel, come era previsto dal piano di Binotto, che aveva calcolato ogni dettaglio.

Può un cuore in frantumi non cedere all'inganno?

Imprevisto-Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora