Il fuoco mi ride in faccia

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Al mio risveglio, mi ritrovai in un luogo così diverso che pensai di star ancora sognando. Ero ancora stesa a terra davanti al fuoco - ormai spento - ma non eravamo più in quella cella. Udivo il rumore scrosciante dell'acqua e mi confusi alquanto, perciò aprii gli occhi.

L'acqua proveniva da un'altissima cascata che rimbalzava sulla pietra. Non c'era il sole, eppure eravamo circondati da felci. I rumori della foresta - fruscii, cinquettii - mi svegliarono completamente. Mi guardai intorno per cercare i miei amici: trovai Korall e Michael addormentati poco lontano - abbracciati, come al solito - e Thomas... dov'era Thomas?

Mi tirai a sedere, ma qualcosa mi impedì di allarmarmi. Avevo ancora la vista un po' appannata dal sonno, ma lo scorsi che raccoglieva delle bacche da un gruppo di cespugli, accanto al laghetto in cui si gettava la cascata. Non mi chiesi perché indossasse dei bermuda e una camicia bianca. Si voltò e mi rivolse il sorriso più bello che avessi mai visto, i suoi vispi occhi verdi brillarono come gemme al sole.

Mi resi conto di indossare anch'io un leggero vestito bianco e di sentire l'erba fresca sotto i piedi. Ma la notte prima non ero nel sacco a pelo? Il biondo mi si avvicinò e mi prese per mano per condurci ad un albero di melograno. Aveva le mani appiccicose di succo e la camicia era macchiata. - Vieni a raccogliere un melograno con me. Sono buoni!

Lo seguì con uno strano sentimento di pace. Non c'era apprensione in me: non avevo paura per me o per mia madre. Perché avrei dovuto temere per lei? Stava andando tutto per il verso giusto. Io e i miei amici eravamo lì per una gita, mia madre era al sicuro. Ero felice, davvero, per una volta. Soprattutto sapevo che il mondo era in pace come me. Non esistevano più tiranni, mio padre era sconfitto.

Stavo per allungare il braccio verso l'albero, ma udii un crac, come qualcosa che si spezza. All'inizio non ci feci caso. Pensai che fosse solo l'acqua che spezzava qualche sassolino. Mangiammo qualche seme di melograno. Non avevo mai assaggiato quel frutto, fui contenta di condividere quella strana esperienza con lui. Ridemmo quando il succo mi cadde sul vestito sporcandolo, poi mi prese per mano e cominciò a condurmi nel folto della foresta. - Dove andiamo?

Mi voltai un secondo verso i due acquatici che dormivano pacificamente. Sembravano stare una favola. Una voce nella testa mi disse che c'era qualcosa di strano, ma scomparve subito. Saremmo tornati presto, prima che si svegliassero. - Non importa - mi rispose nel frattempo Thomas. Il calore della sua mano nella mia mi fece saltare un battito. - Finché siamo insieme.

Un calore diverso da quello che avevo conosciuto finora mi scaldò il petto. Ma, al contrario del fuoco infernale, non mi fece male.
Un altro crac, stavolta più forte. Thomas non sembrò turbato, continuava a guardarsi intorno allegro, ma poi un melograno molto maturo cadde a terra, spezzandosi in due e macchiando di un rosso acceso la sua camicia. Fu come se si fosse rotta una bolla. Come in un glicth di un videogioco, la realtà si deformò e il succo di colpo di trasformò in sangue che colava denso e scuro dal petto di Thomas. Mi guardava con gli occhi verdi sgranati, il viso improvvisamente pallido.

- NO! - il mio urlo di orrore riecheggiò sulle pareti rocciose come in una campana. Thomas cadde al suolo mentre il terreno di riempiva di crepe. Al rumorere dell'acqua di aggiunsero anche degli orribili scricchiolii che preannunciavano lo spezzarsi della parete rocciosa. - Thomas, THOMAS! - riuscivo a sentire il panico nella mia voce,mi spaventai a morte dalla mia stessa reazione.

Le crepe si espansero come una ragnatela intorno a noi. - FUOKI! - era la voce di Thomas, ma lui era al suolo privo di sensi. Come diavolo era possibile? I glicth aumentarono. Qualcuno mi afferrò per un braccio e mi trascinò avanti per forse un metro, ma istintivamente mi divincolai, il cuore che esplodeva dal dolore alla vista di Thomas riverso sul pavimento. - No! No!

Fuoky e Korall: Missione TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora