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So, before you go
Was there something I could've said
To make your heart beat better?
If only I'd have known you had a storm to weather
So, before you go
Was there something I could've said
To make it all stop hurting?
It kills me how your mind can make you feel so worthless
So, before you go

Aron

È incredibile come la lettura possa aiutare una persona ma allo stesso tempo distruggerla.
Leggere ci fa distaccare dalla realtà, facendoci immergere nella storia, e ci fa stare bene. Ignoriamo i nostri problemi leggendo di quelli altrui, entriamo in uno stato di pace e contentezza che è soltanto momentaneo.
Perché poi siamo costretti a tornare alla realtà, ed è quella la cosa capace di distruggerci. La realtà è orribile, non è come nei libri.
La realtà è semplicemente...reale. Ti fa capire che non avrai mai una relazione come quelle dei libri, una vita interessante come quella dei protagonisti, non avrai mai persone che ti capiscano a pieno.
La verità è che la realtà non è abbastanza per noi lettori, per questo ci rifugiamo tra quelle pagine ingiallite dal tempo.

Siamo persone che non riescono ad accontentarsi di ciò che abbiamo, e vorremo di più. Vorremmo l'avventura, l'amicizia, le sensazioni, la paura e l'amore di cui leggiamo,  ma sono cose che non avremo mai.
Queste non esistono, e non sono reali.

Mi è capitato spesso di essere talmente tanto immerso in un libro da non rendermi conto di star leggendo, di avere dei ricordi che non appartengono a me ma al protagonista di qualche racconto.

Ho iniziato a non distinguere ciò che leggo dalla realtà, e quella è stata la cosa peggiore che potesse capitarmi, perché mi sono illuso di poter trovare un'amore come quello dei romanzi di mia madre che da piccolo rubavo.

Ho cominciato a credere che l'anima gemella non esistesse, ma sapete chi mi ha fatto cambiare idea? Asher e Audrey.

Loro si che sono anime gemelle, e forse è brutto da dire ma li invidio. Perché loro sono riusciti a trovarsi, mentre io e la mia presunta anima gemella non sappiamo neanche della nostra esistenza. Non so chi sia, dove si trovi, se abbia già un ragazzo.

<< cazzone, che fai? >> ad interrompere il mio flusso di coscienza è James che sbuca dalla porta della sua camera uscendo in corridoio.

<< stavo andando in camera mia >> rispondo fermandomi.

<< non mi interessava. Oggi ho conosciuto una ragazza >> dice con voce entusiasta appoggiando la schiena al muro.

<< ah si? >> ora sono più interessato, non capita spesso che qualcuno calcoli James.

<< si, e mi è anche sembrata interessata >> sta sorridendo come un ciglione, e io per poco non scoppio a ridere.

<< impossibile, basta guardare come sei vestito per scappare via a gambe levate >> non sono ironico, James si è sempre vestito in modo troppo sgargiante, e oggi non è da meno.

Indossa dei jeans bianchi a zampa, una maglietta gialla fluo, una camicia aperta con sopra stampata la faccia di nostra sorella e poi i soliti stivali.

Non sono una persona superficiale, ma avrei paura ad avvicinarmi a un individuo del genere.

<< ehi, cosa c'è di male nei miei vestiti? Almeno io non indosso sempre jeans neri e camicia dello stesso colore. Tu hai tutto l'armadio uguale >> si difende fingendosi offeso.

Ma la verità è che non gli importa del giudizio altrui, gli piace il suo stile e ne va fiero. Per questo posso insultarlo tranquillamente, lui non si offende.

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