<< Ti stai divertendo? >>
<< Ma chi, io? >>
Ed eccoci qua, con una sbornia e un vuoto di quella che è stata la sera precedente. Non ricordo come sono rientrata a casa, non ricordo di aver salutato le mie amiche, nemmeno ricordo di essere stata a questa festa eppure, in testa non fa che risuonarmi una voce a me ignota.
Una voce maschile, profonda a cui non riesco ad associare un volto, non uno conosciuto perlomeno. Tuttavia quest'ultima mi è rimasta particolarmente impressa, cogliendomi di sorpresa.
<< La smetti di fissare la tazza, sperando che si svuoti da sola? >> Ad interrompere il mio stato di trance è Marta, una delle mie coinquiline, che prende posto davanti a me, incrocia le braccia e incomincia a fissarmi intensamente con quei occhi cristallini, con fare inquisitorio.
E' arrabbiata. Con me, se non si fosse capito.
<< Che c'è? - mollo la tazza e le rivolgo, controvoglia, tutta la mia attenzione - Perché mi guardi così? >> La mia è solo una domanda retorica, so già la risposta.
<< Sentimi, non puoi continuare a pensare- >> Non fa in tempo a finire che la interrompo, so cosa vuole dirmi, e questa storia non può andare avanti per molto.
<< Marta - chiudo gli occhi, tirando su con il respiro - Sarò ripetitiva, ma davvero sto bene. Non ti devi preoccupare, ho bevuto troppo ieri sera e Luca non ne è la causa. Volevo solo divertirmi. >> Nonostante le mie continue rassicurazioni sul mio stato d'animo, Marta pensa che le stia mentendo e non vuole credermi. Glielo leggo in faccia la sua preoccupazione, faccio cadere la copertina che mi avvolge e mi avvicino dalla mia migliore amica per abbracciarla.
<< Davvero! Giuro che non bevo più e che Luca non c'entra, anzi non so di chi tu stia parlando. Lavora part-time al circo come giocoliere? >> Luca Ramazzati, il mio tasto dolente. Colui che mi fa ricordare del perché non mi fido del genere maschile.
<<No no, ti sbagli! Lavora a tempo pieno ed è cosi bravo nel suo lavoro che non poteva scegliere strada migliore. Ora però raccontami della festa, sarei venuta con te se me l'avessi detto prima!>> Tra una risata e l'altra cerco di raccontarle della festa, come se mi ricordassi granché.
<< Gaia eddai! Non puoi non ricordarti neanche mezza serata! Dobbiamo chiamare subito Clarissa, lei è la nostra unica salvezza. Speriamo solo che tu non ne abbia fatto una delle tue.>> Si affretta a chiamare Clarissa, nostra amica conosciuta in università durante il primo giorno di lezione.
<< Non penso ti sarà d'aiuto, era intenta a fare, o meglio, a farsi altro. >> Le faccio l'occhiolino, prima di rintanarmi in camera per buttarmi a letto e dormire beatamente. Sento Marta disperarsi mentre mi allontano dalla cucina e mi augura la buona notte, come se non fosse ora della colazione.
Chiudo gli occhi e involontariamente il mio ultimo pensiero va a quella maledetta domanda.
Maledetto sia il ragazzo a cui non faccio altro che pensare.
<< Ti stai divertendo? >>
Non lo so, mi stavo divertendo?✧・゚: *✧・゚:* ✧・゚: *✧・゚:* ✧・゚: *✧・゚:*
Ciao!
Non so se qualcuno leggerà questa storia però, se così fosse, spero vi piaccia.
Devo imparare tanto ancora, scrivere per me è un passatempo che mi permette di dare voce ai miei pensieri, di creare personaggi, storie che mi distaccano dalla realtà.
Accetto qualsiasi critica costruttiva, non siate troppo cattivi!🥹
Al prossimo capitolo amici!!🫶🏻
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ringraziami dopo
RomanceGaia Santoro e Tobia Rinaldi, due ragazzi che ancora non si conoscono. La prima, piena d'entusiasmo verso la vita ma priva di sicurezza in se stessa. L'ultimo invece, indiscutibile e responsabile ma in cerca di una svolta nella sua vita sedentaria...