In qualche giorno Ciro aveva memorizzato alla perfezione le abitudini di Ettore: si alzava ancor prima che l'alba sorgesse, faceva colazione con un caffè amaro e poi saliva in sella alla sua apetta raggiungendo il porto. Usciva in barca per qualche ora e poi diretto verso il mercato del pesce dove cercava di portare una somma di denaro sufficiente per sfamare se stesso e il figlio Salvatore.
Il giovane boss nel frattempo aveva preferito rimanere ancora un po' rintanato nella piccola villetta ormai datata, cercando di riprendersi in quanto meno tempo possibile. Nonostante fossero passati quattro giorni la ferita faceva ancora male, e non avrebbe potuto togliere i punti prima di una settimana. Odiava starsene con le mani in mano, senza poter fare nulla.
Nel frattempo, il padre Salvatore gli aveva fornito un borsone pieno di soldi e vestiti, un telefono cellulare ed una pistola. Ormai a Napoli tutti lo credevano morto, ma non avrebbe potuto rischiare, avrebbe dovuto tenere la guardia ancora più alta di quanto non la tenesse già.
Quando suo padre raccontò di aver messo su un funerale vero e proprio, un sorriso sadico si dipinse sulle labbra di Ciro. Tutte le personalità più importanti della criminalità organizzata di Napoli si erano presentate per porre le loro condoglianze, ma nessuno che Ciro ritenesse realmente amico — a parte Edoardo. Quest'ultimo infatti era stato informato sulla verità giusto qualche ora dopo. Il giovane Ricci infatti non avrebbe mai potuto nascondere qualcosa di così importante a quello che considerava essere più di un fratello, legati da un patto di sangue ormai rinforzato nel tempo.Quel mercoledì pomeriggio Ciro se ne stava spaparazzato nella veranda, comodo sulla piccola sediolina in legno, occupato a lucidare con parsimonia la propria pistola. Ogni volta che aveva quell'oggetto tra le proprie mani era come se ne fosse affascinato e spaventato allo stesso tempo. L'aveva impugnata la prima volta da piccolo, ed era stata letale quando aveva dovuto mettere fine alla vita di quello che considerava un amico, ovvero Francesco.
Probabilmente l'avrebbe utilizzata ancora chissà quante volte, o forse un giorno sarebbe stato così potente da essere rispettato senza doverla mettere in bella vista, o peggio, contro la tempia di qualcuno.Il cinguettio degli uccelli e la tranquillità del posto venne velocemente interrotta nel momento in cui sulla strada principale si palesò la figura esile di Nilde, visibilmente in difficoltà per qualcosa che Ciro non era ancora riuscito a capire.
Il ragazzo scattò in piedi e dopo aver nascosto la pistola sotto un cuscino poggiato sulla sedia, percorse a grandi falcate la distanza che lo divideva dalla ragazza, che nel frattempo aveva già avanzato, arrivando al garage. Adesso aveva capito cosa succedesse, e lo aveva intuito dal modo in cui Nilde borbottava cose incomprensibili contro il motorino grigio su cui era seduta.Ciro si prese qualche secondo per osservarla: lo zaino i spalla, i capelli legati in una treccia laterale con qualche ciocca che usciva qua e là. Le mani ben poggiate sul manubrio ed il piedino a schiacciare il pedale affinché il mezzo potesse partire. Ma nulla da fare.
«Tieni bisogno d'aiuto?» Famoso per le entrate ad effetto, Ciro non si smentì neanche quella volta. Il suo essere estremamente indisponente e poco incline al dialogo non era di certo nuovo, ma allo stesso tempo non voleva spaventare quella ragazzina dallo sguardo perennemente perso e spaesato.
Quando Nilde si rese conto della presenza di lui a qualche passo da lei, sobbalzò appena. Presa contropiede cercò di mostrarsi indifferente. Lo guardò per degli attimi relativamente brevi, concentrandosi poi sul mezzo che mise sul cavalletto dopo qualche tentativo.
«Si... In realtà stavo cercando mio nonno. Mi si è fermato il motorino in mezzo alla strada, e non è la prima volta. La scorsa volta è riuscito a sistemarlo senza problemi...» Afflitta si sistemò lo zaino in spalla. Pronunciò quelle parole senza guardarlo mai, troppo timida e già in imbarazzo all'idea che lui la stesse osservando.
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THE SINNER • CiroRicci
RomanceQuella notte in IPM durante la rivolta, Ciro è morto e rinato. Grazie all'aiuto del padre e di conoscenze poco raccomandabili riuscirà a lasciare Napoli, dove tutti lo credono morto, per raggiungere la tranquilla isola di Procida. Qui troverà rifug...