Ormai è da tutta l'estate che i due ragazzi non si vedono. Ed è da tutta l'estate che Lauro non riesce a smettere di dimenticarlo. Il tour lo ha distratto un po', tra prove e giornate in van per raggiungere tutte le date. Ma poi la notte doveva arrivare ed è lì che Lauro iniziava ad immaginare la sua presenza ovunque, accanto a lui nel letto, nel bagno quando si faceva la doccia e perfino quando si guardava allo specchio immaginava le sue mani attorno ai suoi fianchi. Il suo profumo che gli inebriava le narici era sparito e... Santo Cielo quanto gli mancava! I suoi occhi all'alba erano qualcosa di magico e Lauro tentava di sostituirli con altre donne, ma nessuna di loro aveva i suoi occhi. Come nessuna di loro aveva le sue labbra e come nessuna di loro era lui. Le notti insonni a pensare se prima o poi un giorno lo avrebbe raggiunto all'improvviso, lasciando da parte la cosa che stava facendo in quell'istante e avrebbe suonato alla porta della sua villa con in mano un mazzo di rose rosse, come in un classico romanzo. Ma poi, subito dopo ci ripensava. Lui non voleva vivere come in un romanzo. Lui voleva semplicemente rivedere i suoi occhi grigi, i suoi capelli spettinati, le sue labbra carnose, le sue mani attorno alla sua vita e scriverci alcuni versi da dedicargli, per poi farli diventare una canzone. Quando chiudeva gli occhi nella sua mente c'era il suo sorriso. Quel sorriso di cui si era innamorato già da subito e che aveva fatto a due cm dalle sue labbra prima del loro primo bacio nel letto dove ora Lauro rimescola i pensieri. Quel letto che sembra così vuoto senza di lui...
Non ci poteva credere che era già finito il tour. Un'intera estate ad aspettare che l'altro venisse, ma i suoi piedi non avevano varcato la soglia della sua porta. È fin troppo tardi e Lauro è ancora sveglio.
"Lauro vai a riposare, lo sai anche tu che non verrà..."
"No! Io so che verrà! E ora vattene e lasciami in pace!" Lauro tirando in su col naso, per la prima volta in vita sua alza la voce col suo manager. Lui senza parlare (non ce n'è bisogno) se ne va a testa bassa. Lauro è consapevole di quello che ha fatto ma in quel momento non capiva più niente. Sapere che l'amore della sua vita non lo verrà a cercare, gli causa un tremendo dolore al petto. Il cellulare è a pochi cm da lui, ma non può chiamarlo o mandargli un messaggio. Non sa come la prenderebbe. "E se ha deciso che non vuole più vedermi?" pensa.
****
"Pronto?" Ha chiesto l'altro dopo svariati squilli. Lauro non riesce a parlare, vorrebbe ma sembra che tante ballerine ballino nello stomaco e il respiro si affanna. Corruga la fronte mordendosi il labbro. Deve farlo...per la sua sanità mentale. Deglutisce.
"Ciao" Riesce a dire. Ancora con il cuore in gola respira affannato.
"Lauro... tutto bene?" No, non va tutto bene da quando non ci sei! Non va assolutamente nulla da quando non ci sei! Vorrebbe urlargli.
"No" Dice la verità. Seguono secondi di assoluto silenzio tranne il respiro dell'altro troppo vicino all'audio del telefono.
"Cosa?" Sembra preoccupato.
"Sì, hai capito. Io non sto bene" Deve farsi coraggio e dire le cose come stanno. Nessuno parla dall'altro capo del cellulare.
"Edo tu non mi degni di una telefonata ed io dovrei stare bene?" Lauro continua, è arrabbiato ma allo stesso tempo le lacrime stanno per avere il sopravvento su di lui. Ma non può piangere nel mezzo di una chiamata come un ragazzino. Cazzo! Non si è reso conto che Edo è la sua ossessione!
"Io...io...scusa" fa un sospiro leggero ed esasperato. Non possono continuare a parlare così. Lauro vorrebbe perdonarlo, lo vuole veramente. Vuole che tutto ritorni come prima ma non può, soprattutto perché la sua assenza non la sta giustificando. Potrebbe dire che non ha chiamato per lavoro, per famiglia, per altri motivi. Ma lui ha risposto solo con delle scuse.
STAI LEGGENDO
Vorrei portarti il mare// Achille Lauro & Boss Doms//
FanfictionPer scrivere questa storia mi sono ispirata ad una canzone di Coez: "la musica non c'è". "E volevo portarti al mare per passare delle giornate indimenticabili. Anzi volevo portarti il mare, quello che vedevo io ogni volta che ti guardavo negli occhi...