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"Sei un masochista"
Un'osservazione che Tecchou era ormai abituato a ricevere, ma che non smetteva di farlo sentire un completo idiota. Teruko era rinomata per la sua crudele onestà e, seppur in una situazione normale l'avrebbe apprezzato, in quel momento le sue parole non fecero altro che peggiorare la stretta allo stomaco che lo tormentava da quella mattina.
"Ho tutto sotto controllo." Teruko alzò un sopracciglio biondo, la cannuccia del milkshake non smetteva di risucchiare avidamente mentre lo guardava dall'alto in basso, sprezzante.
"Il frappè sul tuo maglione dice il contrario." il corvino nascose istintivamente la macchia dietro un fazzoletto.
"È il suo modo di scherzare, non lo fa con cattiveria"
"Inizio a pensare che ti piaccia essere umiliato." Tecchou alzò le spalle, le dita che giocavano frenetiche con l'ultimo pezzo di pane sul tavolo. La caffetteria non era estremamente piena, nonostante fosse primo pomeriggio, e l'atmosfera silenziosa che normalmente lo avrebbe fatto sentire a suo agio, in quel momento non faceva alto che amplificare il senso d'angoscia che provava. Era stata una giornata pesante e Jouno non si era tirato indietro dal dare il meglio, o peggio, dipende dai punti di vista, di sé.
Tecchou adorava il suo amico, lo adorava davvero, ma stargli vicino non era sempre facile. Ad occhi esterni quella loro complicata amicizia sarebbe potuta sembrare altalenante ed estremamente fragile, dopotutto Jouno non gli aveva mai riservato parole dolci o rassicuranti e il sentimento d'affetto che Tecchou provava pareva non essere ricambiato. Eppure, Tecchou non aveva mai dubitato del legame che gli univa, gli anni passati al suo fianco gli avevano insegnato quanto Jouno odiasse esprimere i propri sentimenti, soprattutto a parole, ma che nonostante la sua paura di mostrarsi vulnerabile, l'amico gli volesse bene, in fondo (molto in fondo).
O così credeva fino a poche settimane prima.
Qualcosa era successo, Tecchou ne era certo, perché Jouno non cambiava mai umore senza un motivo preciso. Per chiunque altro sarebbe stato impossibile percepire quel leggero inclinamento verso il basso delle sue labbra, che il corvino aveva imparato a decifrare come il primo campanello d'allarme di un Jouno irritato, ma Tecchou non era 'chiunque' e non appena notò quel minimo cambiamento entrò nell'apprensione più totale.
I suoi amici dicevano molte cose su di lui: che fosse un idiota, che non capisse il basilare funzionamento delle relazioni sociali, che i suoi gusti fossero il risultato di molti traumi infantili mai risolti e che vivesse sulle nuvole per il 50% del tempo, ma su una cosa erano tutti d'accordo e questa era che Tecchou provava un affetto quasi ossessivo per i suoi amici, per Jouno più di tutti gli altri.
Da quel maledetto Mercoledì mattina, in cui Jouno mise il broncio per la prima volta, erano seguite due settimane d'Inferno che Tecchou non aveva timore a descrivere come le peggiori della sua intera esistenza. Era abituato ai suoi modi scortesi, alle parole brutali, agli scherzi di poco gusto, al trattamento denigratorio, dopotutto Jouno era famoso per la crudeltà sprezzante della sua lingua tagliente, ma non era certo preparato ad essere...ignorato. Non lui, l'unico del loro gruppo di amici di cui Jouno sembrava tollerare la presenza, nonostante sostenesse il contrario.
Jouno aveva iniziato a trattarlo come se non fosse mai esistito e Tecchou, disperato e confuso alla ricerca di una motivazione, era giunto alla conclusione che doveva sicuramente aver combinato qualcosa di grave. Per giorni aveva analizzato e rianalizzato ogni loro interazione, ogni parola detta, ogni azione fatta che avrebbe potuto infastidirlo, ma non trovò nulla di sospetto o fuori dalla loro normalità. Lo aveva forse insultato in qualche modo? No, Teruko diceva sempre che era umanamente impossibile per uno come lui dire parolacce. Aveva forse mangiato una delle sue merendine? Improbabile, a Tecchou nemmeno piacevano i dolci. Forse era il suo odore? Jouno si lamentava spesso del suo bagno schiuma da quattro soldi, ma non gli sembrava una motivazione valida per il suo comportamento, scambiare il sapone con una crema depilatoria era sicuramente più nel suo stile comunicativo. L'incidente del bastone telescopico, forse? Jouno lo aveva accidentalmente lanciato giù da una rampa di scale di 36 gradini dopo che Tecchou lo aveva spaventato urlando. Nonostante fosse una motivazione più che valida, era ormai passato un mese e mezzo e di certo la quasi asfissia per strozzamento che gli aveva causato successivamente era già stata una vendetta più che soddisfcente. Rimanendo senza idee e sentendo sempre di più la paura di perdere l'amicizia a cui più teneva (senza offesa a Kenji), aveva deciso che non se ne sarebbe stato con le mani in mano e avrebbe fatto di tutto per chiarire con il biondo: Tecchou, per un'intera settimana, lo aveva seguito ovunque, restandogli con il fiato sul collo, cercando di catturare la sua attenzione in ogni modo. Tecnica poco efficace ed estremamente inquietante, a detta di Atsushi, ma se c'era una cosa che Jouno non sopportava era la gente che invadeva il suo spazio vitale e prima o poi si sarebbe costretto a parlargli, anche solo per farlo smettere. Tecchou l'avrebbe comunque considerata una vittoria.
Tuttavia, il risultato della sua strategia lo beffeggiava dal tessuto danneggiato e maleodorante del suo maglione.
"Cosa dovrei fare, secondo te?" Non impazziva di gioia all'idea di chiedere a Teruko, sia perché si vergognava, sia perché non gli andava di mettere in mezzo i loro amici in questa situazione, ma Tecchou era un uomo disperato e gliuomini disperati non conoscono limiti. E poi Kenji era tornato alla sua fattoria e non possedeva un cellulare, quindi non aveva molta altra scelta, era un uomo con pochi amici.
"Nulla." Forse avrebbe potuto chiedere ad Atsushi. Sospirò nuovamente.
"Tecchou – l'amica lo richiamò con un tocco delicato della mano – sono sicura che le cose si sistemeranno, siete migliori amici, no?" gli sorrise e improvvisamente gli parve di avere una possibilità.

初めて会った日から   ➵ Suegiku (BSD)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora