Capitolo 61

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... Era quasi l'imbrunire quando giunsero nei pressi del viale dei sakura. Casey camminava con andamento lento dietro al ronin. Le sue spalle erano avvolte da un mantello ampio, foderato di pelliccia, che lo rendeva rigido ed elegante nella postura; i capelli sventolavano tra la brezza; il lungo nastro di velluto blu stretto al codino, svolazzava in armonia con le pieghe del soprabito.

Alcune immagini della sera precedente le apparvero in memoria: ricordava di essersi aggrappata a quelle spalle calde e solide, che l'avevano trasportata. Strinse le redini per la vergogna, sperando che l'ebbrezza non l'avesse spinta a citare parole sconclusionate e offensive. Chinò il capo tristemente. Kyoko era una fanciulla fortunata, pensò con un debole sorriso. Lei aveva sconvolto il loro mondo; aveva rimandato gli eventi della loro unione programmata da tempo; aveva strappato la felicità a entrambi. Chi si credeva di essere per tenere ancora lontano quei due innamorati?

Diede di sprone sui fianchi del cavallo, ponendosi accanto al giovane con presunta ostentazione. "Non ho colto l'occasione per ringraziarvi dell'altra sera, lord Reiji."

"Era mio dovere!" rispose lui, senza distogliere lo sguardo dal viale alberato.

"Spero ... di non avervi annoiato dicendo sciocchezze!"

Una risatina sommessa la fece raddrizzare. "Non temete, Casey sama!" la tranquillizzò, contenendosi nella serietà. "Se ciò è accaduto, l'ho già dimenticato!" Si tratteneva a stento e lei lo sentiva. La derisione, in quel momento, era l'ultima schiaffeggiata che voleva prendere da quell'uomo. Preferì non ribattere e sospirò, grata quando vide una figura familiare uscire dalla staccionata della villa.

"Nia!" chiamò a gran voce, arrestando il cavallo per scendere dalla sella di tutta fretta. La ragazza sventolò una mano alla vista dell'inglese ed entrambe si corsero incontro, abbracciandosi, infine, con affetto.

Nia sospinse Casey dentro casa, mentre Kyu, smontato di sella, recuperava il cavallo della giovane per condurlo al fienile.

"Oba san mi ha raccontato quello che hai combinato a Edo!" disse Nia, dal tono radioso, intanto che apriva la porta scorrevole della stanza di Casey. "Pensare che un manipolo di uomini debba dipendere dall'intraprendenza di una donna, rende fiero il genere femminile!"

"Suvvia, Nia!" ribatté Casey, impacciata. "Sono persone abili e competenti, dalla cui esperienza ne trarrò insegnamento!"

Nia fece spallucce. "Comunque sia, rimarrai con noi, Casey chan!"

Casey batté le ciglia dispiaciuta. "Veramente ... tornerò presto a Londra!"

L'amica si rabbuiò sorpresa. "Ie, dekimasen!" (No, che non puoi!)

Casey, invece, annuì con più decisione. "Sì, invece. Jonathan è il mio tutore ..."

"Mo chigaimasu!" (Non più, ormai!) - I toni si accesero leggermente.

"E' l'unico che può proteggermi da Helmut!"

"Anche mio fratello è in grado di farlo!"

"Tuo fratello ..." Casey si morse quasi la lingua. Non voleva parlare di Kyoko con Nia. Temeva la verità che l'amica le avrebbe rivelato e faceva già tanto male averla constatata da sola. "Tuo fratello," continuò, placando il tono della voce " ha cose migliori da fare che badare a una straniera che si tira dietro i guai!"

Nia aggrottò la fronte e la scrutò con rimprovero. "Ti stai dando, per caso, delle colpe, Casey chan?"

Casey sospirò. Continuare con quel dibattito era stancante. Prese Nia per le spalle e le sorrise con affetto. "Devo sbrigare delle faccende a Londra" si giustificò abilmente. "Dovrò, comunque, ritornare a Edo per curare i miei affari, dal momento che ho firmato un contratto che mi lega di diritto a una società!" La strinse poi a sé. "Ho sempre desiderato avere una sorella, Nia" le rivelò con gli occhi lucidi.

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