Capitolo 22

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Mi svegliai serena, disturbata solo dalla presenza del suo corpo sul mio.
Si era addormentato con la testa sul mio addome e sentivo ogni sui singolo respiro sulla mia pelle.
Gli passai una mano tra i capelli e le sue palpebre si aprirono lentamente, piene di stanchezza.
Mi guardò negli occhi ma non parlò.
Si tirò su da me e portò il suo volto all'altezza del mio per baciarmi.
Avrei voluto che quel momento non finisse mai. Stavo bene con lui. Questa era la pura verità.

<<Vieni a fare le doccia?>>
Annuii.
Eravamo ancora entrambi nudi.
Ci eravamo addormentati per la troppa stanchezza e non avevamo avuto il tempo di rivestirci.
Mi alzai e lui mi tirò uno schiaffo sul sedere prima di superarmi per andare ad aprire la porta del bagno e fiondarcisi dentro.

<<Stavo pensando... forse dovrei tornare a lavorare per te. Cioè, avrei di nuovo un lavoro e potremmo passare più tempo insieme>>
Eravamo entrambi sdraiati sul letto. Avevo indossato una sua maglia per non dover rimettere i vestiti sporchi del giono precedente e ci eravamo sdraiati ancora una volta per stare semplicemente uno in compagnia dell'altro.
<<E se venissi a vivere con me?>>
<<Cosa intendi?>>
Aveva fissato il soffitto fino a prima di rivolgermi lo sguardo.
<<Venire a vivere con me. Come coinquilini. Trasferirti dalla tua casa attuale e bhe...>> sembrò avere difficoltà a continuare il discorso <<No, nulla. Questo>>
<<Si ma non avrei un lavoro in ogni caso>>
Si tirò a sedere e si avvicinò di più a me, fino a salire col suo corpo sul mio.
<<Potresti fare la prostituta; o meglio, la mia prostituta>>
Sorrise.
Quella frase avrebbe dovuto farmi incazzare ma la raccolsi come una provocazione.
<<Perchè, non lo sono già?>>
Socchiusi gli occhi nel dirlo, per sottolineare a mia volta il mio tono di sfida.
Si chinò per baciarmi con foga e io gli portai le braccia intorno al collo.
Le sue mani iniziarono a scorrere sotto la mia maglia, percorrendo le curve che aveva già toccato centinaia di volte.

La suoneria del mio telefono interruppe quel momento.
<<È Hannah. Devo rispondere>>
<<Non puoi farlo dopo?>>
Ricominciò con foga a baciarmi il collo ma lo spostai da me.
<<Trattieni i tuoi istinti animali e aspetta qualche minuto>>
Lo feci scansare e mi alzai dal letto per afferrare il cellulare sul comodino.

Parlammo per qualche minuto e poi la conversazione finì.
Nel frattempo, mi ero spostata in cucina per evitare che Alexander sentisse tutto quello che io e la mia migliore amica avevamo da dirci. Non avevamo segreti da nascondere agli altri ma di certe cose era meglio che ne fossimo a conoscienza solo io e lei - "cose da donne" mi ero giustificata con Alex.
La chiamata finii e, prima di spegnere il telefono, aprii Instagram solo per controllare velocemente i messaggi.
Avevo segnata una notifica sul contatto "Matte.x_.".
Dopo quella serata, avevo sentito ancora Matteo ed eravamo diventati amici sempre più intimi.
Avevamo molte passioni in comune e spesso passavamo del tempo insieme solo noi due ma eravamo solo amici, nulla di più.
Sì, mi ero affezionata a quel ragazzo ma lo vedevo solo come il fratello maggiore che non avevo mai avuto.
Ci sentivamo quasi tutti i giorni e l'unica cosa che continuava a preoccuparmi, era che Alex potesse essere invidioso del nostro rapporto. Non volevo farlo ingelosire e, soprattutto, speravo che mai si sarebbe di nuovo comportato come quella notte infernale.
Avevo, col tempo, attutito la paura che mi infondeva lui e la sua stessa presenza, avevo cercato di dimenticare il trauma ma riviverlo sarebbe stato peggio che morire.

Aprii il messaggio.
Mi chiedeva se mi andasse di uscire nei giorni successivi. Voleva parlare con me di qualcosa di molto importante.
Gli risposi che ci sarei stata di sicuro ma neanche io ero certa della risposta che gli avevo dato.

Risalii in camera, entrai e vidi Alex sdraiato sul letto a masturbarsi.
<<Ma cosa cazzo...>>
<<Sei stata al telefono mezz'ora...>>
<<Sì ma tu sei un adolescente in piena crisi ormonale, però>> gli risposi tra le risate.
<<Stai zitta e aiutami>>
<<Come si dice?>> lo stuzzicai avvicinandomi al letto.
<<Ora, Troia>>
Rise.
<<Ma fottiti>>
Mi sedetti sulle morbide lenzuola e mi tolsi la maglia, rimanendo nuda.
La biancheria del giorno prima l'avevo messa a lavare e non avevo ancora potuta indossarla; quindi non avevo nient'altro addosso che quel pezzo di stoffa troppo grande per la mia taglia.
Mi spostai e mi misi a cavancioni sul suo addome.
<<Cosa devo fare?>> parlai sottovoce, cercando di sembrare innocente e senza esperienza - esperienza che ormai avevo acquisito grazie a tutte le sue perversioni.
<<Girati, Bimba>>
Ascoltai il suo ordine e gli diedi la schiena.
Le sue mani si posano sulle mie coscie e mi tirò a sè, facendomi sdraiare sul suo corpo.
Iniziò a stimolarmi il clitoride con la lingua, facendomi innarcare la schiena più volte.
Nel frattempo, gli portai la mano attorno alla sua intimità e inziai a muoverla con la stessa velocità con cui lui entrava dentro di me con due dita, massaggiando la mia pelle interna e accarezzando le parti più fragili e sensibili del mio corpo.
Ancora una volta, mi lasciai sopraffare da quell'uomo di cui ero diventata da poco la coinquilina e, forse, più avanti, sarei potuta diventare qualcosa di più.

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