ti sembra normale?

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Tonf tonf tonf tonf.


Quella litania infernale lo fa tremare fin nelle ossa e fuori dal letto.



È la notte l'atmosfera in cui è immerso. Perciò chi lo sta cercando ad un'ora così tarda, così funesta?



Fosse stato un uomo che camminava sulla terra anche solo un secolo addietro tanto trambusto prima che il sole sorgesse sulla pietra fredda dei palazzi , sicuramente avrebbe portato lacrime, ricordi misti al rimpianto.



Non è questo il tempo però.




A piedi scalzi e con una felpa malconcia ma che indossa nelle sue mura domestiche si affretta a raggiungere l'ingresso e a sbirciare dallo spioncino.


Non è neanche sorpreso di scorgerlo lì.


Lo preoccupa il perché.

Proprio quello che gli è estraneo.



Tira via il chiavistello. Il cuore gli pompa impaurito nel petto come ne Il cuore rivelatore di Edgar Allan Poe.


Non sa perché tanta agitazione si sia improvvisamente impossessata delle sue membra, ma l'inconscio notoriamente comprende molto prima di quanto facciamo noi.





Il suo ospite gli tira una spallata e tremante lo oltrepassa.


Sembra sia lì per togliersi un gigantesco macigno dal petto. Lui attende solo l'inizio di quella valanga.




"Manuel..."




"Manuel un cazzo.

Non capisci , tu non capisci quello che me stai a fa!


La vita mia era semplice.

Non era facile, non era felice, ma puoi pur star certo fosse lineare.


Mo me ritrovo co ducento rotonde da passare e non ho un cazzo de navigatore con me Simò!

Io sta cosa qua non la so fare... Sta cosa che me manna 'n confusione la testa..."


Si avvicina al ragazzo che per tutto il tempo lo ha ascoltato con la testa bassa, le mani incrociate sul busto, le spalle strette.



Manuel posa le sue mani sul mento e sulla guancia sinistra dell'altro e gli solleva il capo, incontrando finalmente gli occhi di Simone, mischiandoli con i suoi, accecati dall'ira.




"... Io non le so fa le carezze.."




Ora con le dita di entrambe le mani lascia percorsi di tenera contemplazione sulle ossa sporgenti del volto altrui.

"... Io non so esse gentile.."



E quelle stesse mani che prima gli stavano riservando dolci premure scivolano sui suoi fianchi e li stringono con efferata violenza.


"... Eppure e tutto quello che vorrei esse pe te...

Io voglio solo amatte e famme ama da te Simò..


Ma io non so che è l' amore.


Non te lo insegnano mica a scola.


In tutte quelle ore de educazione civica, de italiano, de storia degli uomini.


Alla fine er motore che move tutto non dovrebbe esse sempre quello? L'amor che move il sole e l'altre stelle.


Che fesseria.


A me nessuno m'ha mai spiegato che cazzo vuol dire amare qualcuno...come si ama qualcuno.



Non so in grado de amamme da solo, figurate se posso dà sto compito a n'atro essere umano.



Io da quando ho scoperto che cos'è na figa e più in là che potevo pure prova piacere co 'n cazzo non c'ho mai ragionato davvero sopra, su quanto non sapevo.



Non mi sono mai legato a nessuno.


Ho detto ti amo na vorta sola e se guardassi ora indietro direi in tutta onestà che non lo pensavo veramente.




Che io prima de conosce a te non m'ero mai posto er problema.

Io non me ne ero mai accorto che non lo avevo mai incontrato l'amore vero.



E fa male.



Questa consapevolezza me sta a consumà, me se sta a magna da dentro.



Come ho fatto? Come so annato in giro fino a mo' co n'organo malfunzionante, de plastica pure.






Ho capito na cosa e fallo m'è costato pure parecchio.



Che chi fosse fosse, a me non cambiava un cazzo.



Donna, uomo, fottutamente identico.




Erano un mezzo pe er piacere mio.



Mai avuto un legame col resto di loro, solo cor loro corpo. "





Simone tutte quelle pillole amare da ingoiare le rigetta in un singolo strattone con cui con la mente in subbuglio si allontana da Manuel, dalle sue mani su di lui.







"Se sei così fermamente convinto di non essere in grado di amare qualcuno, perché venire fin qui, perché venire da me?"






"Non te ce sto a fa capì niente , non è così?"





Lo dice con la voce che si incrina sul finale. Simone ha occhi solo per quell'uomo che nel mezzo del corridoio sembra così piccolo.



La sua figura è in obliquo come pendesse dal lampadario sulla sua testa, i piedi poggiati sulle punte, le mani strette a pugno lungo i fianchi, il respiro mozzato dalla gola in fiamme.





Un ombra di sé stesso, così gli appare.






" È proprio questo il punto Simò. Tutto quello che ho realizzato de non avè mai fatto pe nessuno, con nessuno... Co te lo vojo avè, per te so disposto ad imparare tutto da capo, a cancella tutti gli errori del passato, a fanne de novi ma col cuore che funziona sta volta..."








Ora Manuel tutto quell'astio nei propri confronti non lo trattiene più, l'argine si rompe, si rompe in un pianto che non si era accorto di trattenere da anni, da tutta la vita forse.






".. Io.... Voglio solo te, voglio che tu me voja ... nonostante tutto."










Simone le mani se le porta alla bocca, giunte, in preghiera.








Si avvicina a Manuel, le fronti che si sfiorano, che si passano quella ferita appena scucita, mai assorbita, che però li spinge ad amarsi di più, con più ardore, con più intenzione e importanza.



"Manuel, tu non sei solo. Forse non lo sai o forse non te ne sei mai accorto preso da tanti demoni ma... Anche tu hai insegnato a me ad amare, ad amare davvero."




Manuel spalanca sorpreso i suoi grandi occhi, le ciglia che si imprimono bagnate sulle guance dell'altro e poi quello che sentono entrambi sono i cuori che placidi assestano i loro battiti su un unica scala cromatica, mentre si baciano senza lasciar spazio al fiato di entrare in quel ritrovarsi, in quelle labbra che si allacciano e si giurano di non separarsi più, costi quel che costi, il loro amore è unico perché per entrambi simboleggia la rinascita.









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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 24, 2022 ⏰

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