«Beatrice?». Cosa ci fa mia sorella qui? Nella sede centrale degli Eruditi. Sono passati quattro giorni dalla pubblicazione dell'articolo ed io, ho paura abbia in qualche modo scoperto che li ho aiutati. Ho tradito anche lei. Tuttavia, quando mi soffermo a guardarla, dimentico tutto ciò che sta succedendo. È cambiata in modo drastico. Indossa una giacca nera che risalta la sua carnagione chiara, ha i capelli sciolti, i quali raramente teneva così, ma soprattutto ha uno sguardo duro. Lo sguardo di qualcuno che è dovuto crescere troppo in fretta. La mia sorellina, la mia Beatrice. Solo adesso mi sto effettivamente rendendo conto di quanto mi mancasse. Lei in un primo momento mi fissa, poi prende la rincorsa e mi getta le braccia al collo. Inspiro il suo odore in modo da tenerlo impresso. Sa di casa. «Hai un tatuaggio» le dico. Lo avevo già notato prima, ma non sapendo cosa dire, decido soltanto di affermare una cosa evidente. «E tu porti gli occhiali» risponde lei di rimando, ritraendosi e guardandomi «Tu ci vedi perfettamente, Caleb, che stai combinando?». Oh, gli occhiali. Quasi non mi accorgo più di indossarli. Oramai mi ci sono abituato; tutti gli Eruditi ne portano un paio. Ero venuto in Sede per cercare un libro che mi aiutasse a studiare, l'ho trovato, ma poi è arrivata Beatrice. Molte teste sono girate nella nostra direzione «Ehm...» dico quindi «Vieni, andiamocene di qui». Millennium è il luogo migliore in cui parlare "tranquillamente", quindi la guido in direzione del Fagiolo e ci sediamo sulla base di cemento ai suoi piedi. Sono un po' nervoso. Mi tolgo gli occhiali infilandoli in tasca e poi mi passo una mano fra i capelli. Teoricamente, durante il periodo di Iniziazione, non potremmo ricevere visite da parte degli Iniziati di altre fazioni, e ciò mi rende teso. «Che ci fai qui?» mi decido finalmente a chiederle. «Avevo voglia di andare a casa, e tu sei il miglior surrogato che mi è venuto in mente». «Non mostrarti così felice di rivedermi» aggiunge poi dopo qualche secondo. Non sono felice infatti, sono al settimo cielo, ma sono anche preoccupato. «Ehi» le dico mettendole le mani sulle spalle in modo fraterno «Sono entusiasta di rivederti, okay? È solo che non è permesso. Ci sono delle regole».
«Non m'importa. Non m'importa, va bene?» mi risponde lei, non capisco se sinceramente o solo per sfidarmi. «Forse dovrebbe» dico gentilmente a Beatrice «Se fossi in te, non vorrei avere guai con la tua fazione». Ho paura per lei, è questo che non riesce a capire. Tengo a lei moltissimo. «E che vorrebbe dire questo?» mi dice allora. Le dico la verità «Semplicemente non voglio che tu ti faccia male. Non devi essere così arrabbiata con me». È strana, è cambiata. «Che cosa ti è successo, là dentro?» aggiungo. «Niente, non mi è successo niente» chiude gli occhi passandosi una mano fra i capelli. Le è sicuramente successo qualcosa. Anche se l'Iniziazione fra gli Intrepidi è molto dura, c'è dell'altro, e lei non vuole dirmelo. «Credi...» chiedo abbassando lo sguardo «Credi di aver fatto la scelta giusta?». Sono curioso di saperlo, ma mi risponde semplicemente «Non penso ce ne fossero altre» per poi aggiungere «E tu?». Non so cosa rispondere. Nemmeno io conosco la risposta a questa domanda. Da una parte mi sento nel giusto, dall'altra nel torto. Non voglio darlo a vedere però. Mi guardo intorno. Vedo la gente vestita di azzurro. È così che appaio anche io? Un'anonima persona con occhiali eccentrici e vestiti sgargianti? Non ho il tempo di fare altre considerazioni, perché Beatrice afferra il mio braccio e mi trascina sotto l'arco del Fagiolo. Mi porta sotto la sua incavatura, dalla quale riesco a scorgere il mio riflesso storpiato. Ci fermiamo. «Che cosa sta succedendo?» sussurra mia sorella incrociando le braccia. «Cosa c'è che non va?». Eccome. Eccome se qualcosa non va. Appoggio una mano sulla parete di metallo ed inizio a parlare. Non posso dirle tutto per filo e per segno, ma posso accennarle qualche dettaglio. «Sta succedendo qualcosa di grosso, Beatrice. Qualcosa di brutto» adesso devo mentirle in parte, altrimenti capirebbe che sono un traditore, un traditore della famiglia. «Non so cosa sia, ma c'è gente che corre di qua e di là, parlottando sottovoce, e Jeanine tiene continuamente discorsi sulla corruzione degli Abneganti, quasi ogni giorno». È vero. Da quattro giorni a questa parte la situazione è diventata più grave e complicata. Il piano si sta ultimando. «Tu le credi?» mi chiede. «No. Forse. Io non... Non so cosa credere». Almeno questo è vero...credo. «Si, lo sai» mi rimprovera Beatrice «Tu sai chi sono i nostri genitori, sai chi sono i nostri amici. Il padre di Susan, pensi che sia corrotto?». Credevo di saperlo, ma non è così. Ed adesso cosa c'entra Susan? Sembra quasi che sappia come ferirmi nel migliore dei modi. «Che cosa ne so? Che cosa mi hanno permesso di sapere? Non ci era permesso fare domande, Beatrice, non ci era permesso sapere niente! E qui... Qui l'informazione è libera, è sempre accessibile». È vero. Fra gli Eruditi non mi è mai stata negata un'informazione, a differenza degli Abneganti che tengono tutti all'oscuro di tutto.
«Non sei tra i Candidi. Qui ci sono persone che mentono, Caleb. Ci sono persone così furbe da poterti manipolare». Adesso sta liberamente mettendo in dubbio la credibilità della mia fazione, oltre che la mia. «Non credi che me ne accorgerei se mi stessero manipolando?» le dico, quindi. «Se sono così in gamba come dici, no. Non credo che te ne accorgeresti». Ma cosa sta dicendo? Cosa ne può sapere lei? Scuoto la testa «Non sai di che cosa parli».
«Ma certo. Come potrei mai io, che mi sto addestrando per diventare una semplice Intrepida, capire se una fazione è corrotta? Per l'amor di Dio. Almeno io so di che cosa faccio parte, Caleb. Tu stai decidendo di ignorare quello che abbiamo sempre saputo in tutta la nostra vita: che queste persone sono arroganti e avide e non ti porteranno da nessuna parte» sbotta lei. Sta sbagliando. Ha torto marcio. Ho vissuto sedici anni della mia vita nell'ignoranza e, solo adesso, sta venendo a galla la verità. I corrotti sono gli Abneganti, non gli Eruditi. Loro agiscono nella ragione, ma soprattutto agiscono per il bene della città. Non posso tollerare che qualcuno giudichi negativamente la mia fazione, anche se quel qualcuno è mia sorella. Mi ha fatto molto piacere vederla, ma non può più restare qui. È già da parecchio tempo che parliamo, e la conversazione ha preso una brutta piega. «Credo che dovresti andare, Beatrice».
«Con piacere! Ah, e non che ti importi, ma la mamma mi ha detto di chiederti di indagare sul siero di simulazione». Forse ne so anche troppo di quel siero, ma non ho affatto intenzione di dirglielo. Almeno, non adesso. Mia madre è stata da Beatrice nel giorno delle visite. Almeno so che se avesse potuto, sarebbe venuta anche da me. «L'hai vista? Perché non è...» sono comunque dispiaciuto perché mi avrebbe fatto tanto piacere vederla. Non mi fa nemmeno finire di parlare, che conclude la conversazione dicendo «Perché gli Eruditi non permettono più agli Abneganti di entrare nel loro quartiere. Non ti era accessibile, questa informazione?». Certo che lo sapevo. Purtroppo ero a conoscenza di questa informazione, e sono anche a conoscenza del perché. Beatrice mi spinge e va via. Lontano da me, lontano da quello che sono diventato e diventerò.
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The Divergent series: Caleb
ФэнтезиUno dei personaggi più misteriosi e complessi della trilogia di "Divergent" racconta la sua evoluzione all'interno dei tre libri. Pensieri,riflessioni,scelte,timori e sofferenze, travolgono Caleb, fratello della nostra protagonista Tris. Vengono qui...