Il sole ormai era alto in cielo e il suo ufficio lo stava aspettando, ma Zayn non avrebbe potuto iniziare la giornata senza il suo solito caffè e quella forza che la caffeina riusciva a dargli. Il caffè la mattina era un po' come fare rifornimento all'auto, la benzina che serviva al suo corpo per poter rendere al meglio, per poter avere la mente libera e rilassata. Ogni buona giornata inizia con un buon caffè, qualcuno aveva detto, e Zayn non poteva fare altro che essere completamente d'accordo.
Spinse la grande porta a vetro facendo oscillare la piccola campanella e provocando un leggero tintinnio. Jef, un uomo anziano dai capelli bianchi e un grande sorriso amichevole, si voltò verso di lui e accennò un saluto con il capo.
Andava in quel posto da quando era ritornato in città, e anche se era solo una piccola caffetteria dai tavoli vecchi e le sedie malconce, era un posto che Zayn aveva adorato dal primo momento. Ogni mattina, quell'odore di caffè mischiato a quello dei cornetti, lo facevano sentire come se fosse entrato nella sua vecchia casa e gli sembrava quasi di rivedere sua mamma ai fornelli e suo padre seduto al tavolo, con una tazza colma di caffè fino all'orlo nella mano destra e il giornale nella sinistra.
Zayn stava per avvicinarsi al bancone per chiedere il solito ed uscire il più velocemente possibile per non rischiare di arrivare in ritardo a lavoro, ma qualcuno da infondo la piccola sala alzò la mano ed attirò la sua attenzione.
I capelli neri ravvivati da ciocche rosse furono la prima cosa che notò e che potevano appartenere ad una sola persona. Melanie se ne stava lì, con un grande sorriso stampato sul volto e la mano ancora alzata in aria, come se avesse paura che Zayn non l'avesse riconosciuta.
Senza indugiare troppo, Zayn si avviò verso il tavolo, con un leggero sorriso accennato sulle labbra. Non si sarebbe mai aspettato di trovarla proprio lì, in realtà era proprio l'ultima persona che in quel momento avrebbe voluto vedere. Non che gli avesse fatto qualcosa, ma vederla gli ricordava quanto fosse stato immaturo in passato, gli ricordava quello a cui aveva rinunciato per stare con lei, con una persona che il realtà non aveva amato davvero. Guardarla come stava facendo in quel momento mentre le si avvicinava, gli ricordava tutti gli errori che aveva fatto, tutte le scelte sbagliate che aveva preso e tutte le cose che aveva distrutto mentre credeva di star facendo la cosa giusta.
Quei grandi occhi marroni lo stavano guardando in un modo che lui conosceva bene, che un tempo aveva apprezzato ma che in quel momento lo metteva solo a disagio. La bruna si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli un po' e continuando a sorridere a Zayn, che ormai si trovava proprio di fronte a lei.
-Penso che il destino voglia dirci qualcosa.- affermò Melanie.
-Io la chiamerei pura casualità.- ribatté Zayn, sorridendo cortesemente.
Mel incassò il colpo senza battere ciglio, continuando a sorridere come se Zayn non le avesse implicitamente detto che, il fatto che si trovavano entrambi lì era solo un brutto scherzo del destino.
Zayn non intendeva essere scortese, voleva bene a Mel ma la conosceva abbastanza bene da interpretare quel suo sguardo e il sorriso languido, da sapere quello che aveva in mente.-Che ne dici di sederti qui?- propose Melanie, indicando il posto di fianco al suo. I suoi occhi marroni erano profondi e illuminati da una leggera scintilla.
Zayn sapeva che quella era una tigre e che lui era la povera preda che, malauguratamente, era capitata nel posto sbagliato al momento sbagliato. -Devo correre a lavoro. Ho giusto il tempo di prendere un caffè da portar via.- disse il moro, abbozzando un sorriso.
Melanie annuì debolmente. -Potremmo vederci una di queste sere, magari potrebbe essere un bel modo per ricordare i vecchi tempi.-
Zayn non era mai stato bravo a scaricare le persone. Non era per niente bravo a dire di no e ad inventare scuse, così fece un cenno di assenso. Molto probabilmente non avrebbero nemmeno avuto il tempo di andare fuori a cena e quindi lui non si sarebbe trovato in una situazione imbarazzante. Fece per salutarla, ma Mel lo fermò porgendogli il suo iphone.