Capitolo 6

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Prima destra, poi sinistra giro e rigiro il mio corpo nel letto senza tregua.Mi sembra di aver chiuso gli occhi solo pochi minuti fa. Sospiro insoddisfatta. Dopo una notte insonne ho definitivamente deciso.

Chris è un capitolo chiuso.

Devo andare a correre, è forse l'unico modo che conosco per tenere buoni gli attacchi di panico, c'è anche l'alcol... ma ho promesso ad Olly di fare la brava, quindi non ho scelta. Salto giù dal letto e vado a fare jogging.
Oggi ho fatto più chilometri del solito, troppa tensione da scaricare, sono terribilmente in ritardo, faccio una doccia veloce, soffermandomi davanti allo specchio a guardare il mio riflesso.
Adesso le somiglio di più...
Ho i suoi occhi. Sicuramente non sarebbe fiera della me che fa di tutto per non sentire il rumore dell'anima, se fosse qui mi direbbe: 'mon amour, petite à petite'

Poco per volta...

Non sopportavo quando mi parlava in francese, lei lo amava.
Diceva che rende più dolci le parole più dure...
Alito sullo specchio per sfocare l'immagine del mio viso e vado a vestirmi.
Le lezioni scorrono lente, nessuna materia t' insegna come affrontare la vita quotidiana, o per esempio sopravvivere alla morte di qualcuno, ho scarabocchiato tutto il giorno i quaderni.
«Signorina Lee!»
Sobbalzo, il professore è dietro di me.
«Vuole mostrare alla classe cosa la sta appassionando oggi più della mia lezione?»
Merda!
Afferra il quaderno dalle mie mani.
Lo stringo abbozzando un sorrisetto. «Preferirei di no!» Lo tira via.
«Nella mia lezione non ammetto distrazioni. Vediamo un po' cos'abbiamo qui...» Si sistema gli occhiali sul naso. «Una specie di viso senza testa, cerotti sparsi qua e là, e...»
Glielo strappo prima che possa continuare a schernirmi.
Grido. «Non ne ha il diritto! »
«Signorina Lee!» Esclama urlando forse più di me.
La classe si ammutolisce, il professore mi guarda attonito, sostengo il suo sguardo furiosa.
Mandy borbotta qualcosa alla compagna di banco sghignazzando.
Le rivolgo il mio sguardo più feroce. «Se hai qualcosa da dire non nasconderti!»
«Signorina Lee si calmi!»  Esclama il professore accompagnando il suo tono di rimprovero ad un rossore sul volto.
«TROIA.»
La sua voce mi arriva chiara e forte, non c'è tempo per pensare o riflettere, posso dare sfogo alla mia rabbia repressa, mi scaglio su di lei strappandole i capelli. «Ripetilo se hai il coraggio!»
Il professor Marin mi tira via per le braccia. «Vada immediatamente fuori!»
Raccolgo le mie cose ed esco dalla classe, non mi sono persa niente.
Esco sbattendo la porta. Una lezione di merda con un professore di merda!
Manca poco per la fine dei corsi di oggi così raggiungo la panchina nel cortile e accendo una sigaretta.
Se rivedo Mandy le spacco la faccia! Frugo nella borsa, tiro fuori il quaderno per continuare i miei scarabocchi, il cellulare e avvio la play-list, la musica mi calma. La musica è stata l'unica cosa che mi ha aiutato a respirare, seppur flebilmente, in questi ultimi anni.

OLLY: Ci vediamo a mensa?

Guardo l'orologio, è ora di pranzo, ripongo tutto e mi dirigo a mensa lasciandole il visualizzato.
Le parole di mia madre rimbombano ancora nella mia mente.
Perché proprio oggi? Perché proprio queste? Ne ha dette altre mille.

'Petite à petite '

Scorgo Olly e gli altri mangiare al lato destro della sala, prendo un vassoio e lo riempio meccanicamente senza dare importanza a ciò che ci metto all'interno, mi volto per raggiungere il tavolo, muovo giusto qualche passo e a metà strada intravedo Vanessa e il suo gruppetto. Non mi va di immalinconirmi o di rispondere alle mille domande di Olly così raggiungo Vanessa.
Mi avvicino al tavolo salutando tutti con un sonoro. «Ragazzi! »
Mi siedo e comincio a mangiare, Vanessa mi osserva interessata.
Si avvicina domandandomi. «Che succede? Nei corridoi non si fa altro che parlare di te.»
Faccio roteare gli occhi. «Sono stata cacciata dalla classe!»
Ride di gusto. «Cos'hai combinato?»
«Quella stronzetta di Mandy... Mi ha chiamata troia..»
Si copre la bocca con una mano fingendo stupore. Poi ritorna sera e alzando le sopracciglia chiede. «Com'è finita?»
Piego la testa di lato in direzione di una spalla «Le ho strappato i capelli, era il minimo.»
Sgrana gli occhi alzando la mano per darmi il cinque. «Ben fatto sorella!»
Mi fissa diabolica per poi esclamare. «Ho quello che fa per te! »
Alzo gli occhi dal piatto, la questione si fa interessante. «Sarebbe?»
Spinge via il tipo ch'è seduto sulla sedia accanto alla mia prendendo il suo posto. «Stasera da Joe... »
Rido portandomi una mano alla bocca altrimenti mi cadrebbe il cibo per la foga. «Niente di nuovo insomma! Non lo so V, ho promesso ad Olly che avrei fatto la brava.»
Si porta un dito sul naso. <Shhh, non lo saprà nessuno. Immagina..» Fa passare entrambe le mani davanti alla sua faccia e riprende. « Io e te da sole, senza ragazzi, alcol a volontà, musica e sballo. Faremo faville... Sai quanti cadranno ai nostri piedi? »
Mastico più lentamente, riesco ad immaginare la scena, è decisamente pane per i miei denti e soprattutto per il mio umore.
Le tendo la mano. «Ci sto! Alle dieci?»
L'afferra. «Affare fatto! »
Oliver ci guarda sospettoso. «Cosa state confabulando voi due?»
Io e V ci lanciamo uno sguardo complice, si alza e gli accarezza la testa.
«Oh Oliver.. » mormora Vanessa.
Mi avvicino anch'io, mi piego per parlargli all'orecchio sussurrando. «Sei così curioso...»
Lui pende letteralmente dalle nostre labbra. «Che si fa ragazze? Sono pronto! Mi hanno dato della roba davvero buona...»
Afferro un bicchiere e bevo un sorso, passo la mano sulla sua spalla. «Sei così... Caldo...»
Gli verso tutto il contenuto del bicchiere sulla testa. «Raffreddati!»
Entrambe ridiamo mentre lui protesta. «Siete spietate!»
Guardo l'orologio, sono in ritardo. «Scappo che sono di turno!»
V. mi fa l'occhiolino minando con la bocca. «A stasera.»
Esco dalla sala mensa. «Stef!»
Faccio roteare gli occhi prima di girarmi e rivolgerle un sorriso di circostanza. «Olly, ciao!»
«Non hai risposto al mio messaggio...»
Mi gratto la testa imbarazzata. «Si, sono di fretta... sai il lavoro...»
Annuisce delusa. «Okay, non ti trattengo..»
Fa qualche passo indietro e va via.
Odio trattarla con superficialità, non lo merita. Ormai sono diventata così solitaria e ostica che non so più nemmeno come ci si comporta con le persone.
Durante il tragitto verso il risto pub non riesco a fare a meno di cercare Chris con gli occhi. Da un lato il fatto che non sia magicamente apparso dal nulla mi fa piacere, vuol dire che posso andare avanti con la mia vita di sempre dimenticando questa parentesi, dall'altro invece mi lascia delusa.
Sono le nove e cinquanta, il mio turno sta per finire ma un tizio ha deciso di vomitare in ogni punto del locale, Hanna si è defilata con la scusa che le dovevo un favore quindi tocca a me.
Che schifo!
Dopo il lavoro raggiungo Vanessa al dormitorio, lei è già in tiro.
«Wow V. sei uno schianto! Devi darmi dieci minuti, sento ancora la puzza di vomito che ho dovuto ripulire dal pavimento, faccio una doccia.»
«Beach!» Esclama.
Vado in camera mia, mi infilo immediatamente sotto il getto di acqua tiepida. Dopo aver strofinato energicamente ogni punto del mio corpo, mi avvolgo in un telo e controllo il cellulare, ci sono solo messaggi di Olly.

Tra le crepe del mio cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora