Colazione di una mattinata sotto le stelle del cielo 🍂 (10)

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𝓐𝓽𝓽𝓸 𝓭𝓮𝓬𝓲𝓶𝓸🫖

Nathalie si svegliò nel letto king size. I tenui raggi di sole rossi di fine maggio le baciavano il viso e quel fine copriletto di pizzo bianco; la corvina si girò al suo fianco e strinse forte a sé la sua bellissima bambina, il frutto dell'amore di lei e Harry.

-Sei sveglia...- Esordì la voce quasi matura del ragazzo biondo che adorava più d'ogni altra cosa: Nathalie sorrise ancor di più, nonostante fosse poco possibile, e gli fece cenno di entrare visto che era rimasto sulla porta socchiusa.

-Entrate... Grazie per averci portate qui.- Ma dove si trovavano di preciso? Non era affatto l'ambiente asettico della Villa dov'era rimasta confinata per tanti anni.Forse perché quella era la tenuta di campagna: gli occhi di Nathalie si spalancarono a quel pensiero e il cuore le si riscaldò tenuemente.
Nove mesi erano passati in fretta: talmente in fretta che non si era accorta dell'enorme peso e stanchezza accumulati. Gabriel l'aveva messa a riposo fin da subito e si era preoccupato di seguire i suoi miglioramenti di giorno in giorno riempiendola di parole dolci che la donna non si aspettava minimamente e coprendo l'enorme vuoto del padre della creatura assumendosi tutte le responsabilità quasi come tale. Nathalie aveva addirittura deciso di farlo assistere a quel momento delicato per entrambi, aveva bisogno comunque di un compagno per aiutarla e l'uomo aveva accettato senza ansie o altro: lo aveva fatto bene... le aveva tenuto la mano per tutto il tempo guardandola negli occhi e ricordandole come respirare. Ovviamente le testate giornalistiche si erano insospettite e Gabriel aveva rilasciato un'intervista che non avrebbe calmato le acque per ancora un po', ma perlomeno avrebbe portato della chiarezza. Però, nonostante tutto quel trambusto, Gabriel non aveva mai tradito quella sconfinata delicatezza e dolcezza verso di lei e verso la bambina dai capelli biondi che adesso giaceva tra le sue braccia. Gettò uno sguardo d'amore ai due uomini che si erano seduti al suo fianco sul letto regalandole una carezza e aveva avuto il forte impulso di stringerli... desiderio che loro realizzarono all'istante, come se fossero una famiglia.

-Adrien... Potresti portare la bambina a prendere un po' d'aria? Chiaramente se Nathalie lo permette...- Chiese lo stilista favendo sorridere e assentire la segretaria.

-Andate pure, ma prima lascia che ti spieghi come tenerla in braccio...- Aggiunse la corvina mentre adagiava il corpicino dormiente di sua figlia sul bicipite del ragazzo che aveva il batticuore. La bambina sorrise e con quello Adrien uscì di scena, completamente travolto dalla sensazione di avere un ruolo importante non solo nella vita di Nathalie ma anche in quella di questo scricciolo che aveva salutato il mondo appena poche ore prima.

-Scusa se li ho congedati così all'improvviso, ma ho bisogno di monitorarti e non volevo che Adrien o la piccola stessero così vicino ai macchinari.- Si scusò Gabriel palesemente preoccupato, mentre si chinava sotto al letto per afferrare il monitor collegato ad una placchetta adesiva da un filo.
Lo stilista sedette sul letto: regnava il silenzio e ovviamente l'infinito rumore dei loro sguardi legati l'uno all'altra.

-Che succede Gabriel? Perché sei così in pensiero? Mi hanno staccata da un monitor solo poche ore fa...- Chiese la donna toccando il braccio dolente dell'uomo in una carezza che doveva trasmettere pace.

-Io... Ho bisogno di sapere che stai bene. Solo per un istante o non avrò pace né stanotte né mai.- Parlò a cuore aperto confondendo le pareti che Nathalie si era costruita attorno a quel suo cuore follemente innamorato di lui. Non poteva negarlo: quando Gabriel la guardava in quel modo i battiti del suo cuore impazzivano, ma aveva bisogno di controllarli se voleva togliergli ogni preoccupazione.

-Gabriel...- Sussurrò la donna facendosi più vicina a lui, un gesto che allo stilista non fece ribrezzo, anzi, scivolò più vicino alla sua segretaria e le accarezzò una guancia con le dita, in maniera lenta, come amava fare quando stavano insieme.
E adesso quella stessa donna giaceva in un letto per un proposito che si era intestardito di portare a termine e che li aveva avvelenati... Adesso quella donna aveva una vita in più da portare sulle spalle, il frutto di un amore che non gli aveva dato lui.
Quel pensiero gli smosse un'onda di gelosia dentro che non riuscì più a reprimere, e così, con un movimento rapido e un poco possessivo le catturò le labbra, con dolcezza e bramosia allo stesso tempo. Come se quel gesto significasse tutto l'amore che taceva per Nathalie e allo stesso tempo l'avvertimento di non lasciarlo andare perché aveva bisogno di lei come l'aria per respirare.
Quando si sentì più sicuro la distese sotto al suo corpo approfondendo quel bacio con la lingua, mentre le sue mani vagavano per tutto il corpo della donna arrecandole piacere. Desiderava farle tutto: amarla con ogni riguardo, farla sentire come la donna più speciale al mondo... Ma adesso non poteva.
Si limitò a guardarla, con le sue guance imporporate e il fiato corto, bellissima e regale nonostante le occhiaie scure e i segni di stanchezza post parto.

〔A Storm in a teacup 🍵〕 𝑮𝒂𝒃𝒆𝒏𝒂𝒕𝒉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora