Il segreto

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Al ritorno da Shiganshina, di certo l'umore non era dei migliori.
Erano morti molti soldati, amici e in più la rivelazione nello scantinato del padre di Eren non aiutó.
Ognuno dei sopravvissuti cercó un modo per risollevare il proprio umore, ma quella sera invece, il capitano Levi decise il contrario.
Hange lo trovó nell'ufficio di Erwin, si diresse lì per questioni burocratiche principalmente, essendo il nuovo comandante.
Lo vide seduto vicino la sua scrivania con i piedi poggiati su di essa, quando Levi si accorse di Hange fece per andarsene ma lei lo fermò.
"Stai tranquillo, non mi dai fastidioso. Anzi, preferisco avere compagnia ora."
"Mh." Hange cominció a cercare dei documenti, nel mentre Levi la osservava. "Come va l'occhio?"
"Oh beh, diciamo che stava meglio prima. Mi sono fatta visitare prima e non credo tornerò a vedere da quello."
"Capisco. Mi spiace." Hange sorrise lievemente al capitano, facendo segno di non preoccuparsi. "Tu invece stai bene?"
"Per quel che si può stare dopo una spedizione del genere." Lei annuì, ma lui dopo un sospiró continuó a parlare. "Mi spiace che la mia scelta ora ricada maggiormente su di te." Hange si fermó nel cercare i vari fogli e lo guardó.
"Tranquillo Levi, ho capito la tua scelta. Non so se avrei fatto lo stesso, ma la comprendo. Veramente." Lui annuì.
Dopo qualche minuto di accurata ricerca da parte di Hange, si fermó improvvisamente per leggere bene una lettera trovata in un cassetto.
"Che c'è? Cos'hai trovato?"
"Questo è...un testamento di Erwin." Levi sbarró gli occhi e si avvicinó a Hange.
"Aveva detto che non lo avrebbe mai fatto perché inutile, invece continua a pianificare anche dopo la sua morte. Che bastardo." Hange sorrise alle parole di Levi, perché effettivamente aveva ragione. Aprì la lettera dopo aver chiesto con uno sguardo anche il consenso di lui.
Si sedettero e Hange cominció a leggerla.
Erwin lasció la maggior parte dei suoi beni materiali in regalo al corpo di ricerca e una quantità di denaro ad un orfanotrofio. Poi arrivó il turno delle due persone più vicino a lui.
"...e lascio ad Hange Zoe, mia collega, comandante di sezione e soprattutto amica, la mia amata collezione di libri di mio padre mantenuta con affetto negli anni. So che ne farai buon uso." Hange si fermó un attimo nel leggere, tossì leggermente cercando di nascondere la commozione. Levi le accarezzó una spalla. Poi riprese a leggere.
"...E infine, ultimo ma di certo non meno importante, lascio la mia abitazione e la mia più sentita fiducia al mio capitano, Levi Ackerman. Tu sai che legalmente è già tua, ma ne approfitto per dirti che puoi farci quello che vuoi, perchè ripeto, è tua."
Hange smise di leggere per capire meglio quello che aveva appena letto.
Rilesse una seconda volta, stavolta mentalmente, e poi alzó lo sguardo verso Levi.
"Scusa cosa vuol dire 'legalmente è già tua'? Te la sei comprata?" Levi guardó Hange e dopo qualche secondo di silenzio, abbassó la testa guardando la scrivania vuota.
"No non l'ho comprata. Ma ecco...io e lui ci siamo sposati due settimane fa." 
Hange sbarrò gli occhi e lo guardò incredula.
"DUE SETTIMANE FA? AVETE NASCOSTO UN MATRIMONIO PER DUE SETTIMANE?" Levi rialzò la testa.
"Quattrocchi abbassa la voce. E si." Lei continuò a guardarlo incredula per qualche secondo, per poi calmarsi e riprendere a parlare.
"Levi, io lo so che non ti andrà di parlarne, ma ora tu devi parlarne con me." Levi ritornò nella stessa posizione di quando Hange lo trovò nell'ufficio, poggiando i piedi di  nuovo sulla scrivania.
"Tsk. D'accordo. Ma non urlare più, è fastidioso." Hange annuì e si sistemò meglio sulla sedia davanti a Levi.




*Due settimane prima*

Levi, che si trovava nell'ufficio di Erwin ad aspettare che lui finisse di sistemare alcuni documenti in via dell'imminente spedizione, era seduto su una sedia davanti a lui a leggere un libro. Era tarda notte, ma i due non sembrarono farci troppo caso.
"Sai che puoi andare nella tua stanza se volessi vero?" La domanda di Erwin fece sollevare la testa del più piccolo dal suo libro.
"Per me è ancora presto per dormire lo sai."
"Lo so e tutt'ora non mi trovo d'accordo con i tuoi orari."
"E io non voglio stare di nuovo qui a rispiegarti tutto." Erwin smise di scrivere sul foglio che aveva davanti, si appoggiò alla schienale della sua sedia e lo guardò.
"Sei arrabbiato?"
"Dovrei?" Levi chiuse il libro e lo sbattè con una certa forza sulla scrivania, poi guardò Erwin di rimando.
"Levi che succede? Sai bene che puoi dirmi tutto."
"Tsk." Levi si alzò e fece per andarsene, ma fu fermato dalle parole di Erwin.
"Levi è per prima?" Lui si fermò ma non si girò.
"Prima cosa? Quando hai deciso di unirti ad una missione suicida?" Erwin sospirò, ma era finalmente arrivato dove voleva.
"Te l'ho già spiegato, non voglio stare qui ad aspettare. Voglio stare sul campo." Levi fece silenzio per qualche secondo, poi si girò.
"Non sono incazzato con te. Sono incazzato con me per non averti convinto." Sospirò e poi girò la testa di lato per non guardarlo negli occhi. "...e perchè non sono abbastanza per convincerti a restare."
Erwin rimase sorpreso, ma poi sorrise debolmente e si avviccinò a Levi che ora guardava in basso. Quando si trovò davanti a lui, il biondo appoggiò la mano sul suo collo.
"Levi. Guardami." Lui ci pensò su, ma poi alzò lo sguardo. "Fra me e te non sono mai servite troppe parole, sapevo che quando sei uscito prima sbattendo la porta c'era altro che volevi dire. Poi ho saputo che a cena hai colpito abbastanza forte Jean e Eren."
"Stavano facendo troppo casino."
"Lo sai come sono fatti, bastava sgridarli come fai sempre. Invece hai sfogato la rabbia su quei due." 
"Tsk. Così è più chiaro." Levi tentò di togliere la mano di Erwin, ma lui gli afferrò il mento.
"Levi. Rispondendo alla tua domanda di prima, si dovresti essere arrabbiato. E sai perchè? Perchè hai ragione, tu sei molto più che abbastanza per restare. Ma non posso. Ho dei doveri e non starei mai tranquillo a trovarvi lì, tu, Hange e i ragazzi e io invece qui. Ho bisogno di essere lì. Ho bisogno di arrivare in quello scantinato. Levi so che puoi capire." Levi lo guardò intensamente, nel frattempo Erwin spostò la sua mano sulla guancia del più piccolo.
"Sapevamo cosa ci sarebbe aspettato. Ne eravamo coscienti. Comandante e Capitano, prima di tutto." Levi annuì e raggiunse la mano del biondo con la sua.
"Fai dei discorsi lunghissimi come al solito, bastava fermarsi alla parte dove dici che avevo ragione." Erwin rise e si avvicinò a Levi, baciandolo.
Quella sera rimasero insieme, cercarono in ogni modo di alleviare le loro sofferenze insieme. 
Ma una cosa fece fermare il comandante ad un certo punto, un pensiero improvviso.
"Levi. Ho un proposta da farti."
"Ora?" I due erano avvinghiati, i loro corpi nudi stretti insieme. Erwin guardò intensamente il capitano.
"Levi Ackerman, vuoi sposarmi?" Levi sbarrò gli occhi e rimase senza parole per i primi secondi.
"Erwin ma che cazzo dici? Hai preso qualcosa che ti ha dato Hange?" Erwin rise e cominciò ad accarezzare i capelli del moro.
"Sono serio. Il mio istinto mi dice che non avrò molto tempo con te, ma io voglio darti tutto me stesso prima...prima che possa accadere qualcosa. Saremo uniti. Sempre."
"Peccato che il matrimonio dica 'finchè morte non vi separi' ."
"Levi, voglio che tu sappia per sempre che l'ultima persona a cui ho legato la mia vita, sei tu." Levi rimase sorpreso di nuovo, ma poi poggiò la sua fronte su quella del biondo e annuì.
"No. Voglio che tu lo dica." Lui sospirò.
"Si Erwin Smith, voglio sposarti." Erwin sorrise e lo baciò dolcemente. "Ora possiamo finire quello che stavamo facendo?" L'altro annuì.

Il giorno dopo i due si diressero nel comune più lontano possibile per non far parlare di sè, con la scusa di una missione fuori porta che coinvolgeva solo il comandante e il capitano. L'uomo che li sposò era una persona fidata di Erwin, scelta apposta per non far trapelare la notizia.
"Levi Ackerman, prendo te, scelgo te e amo te, come mio sposo e compagno di vita, per il resto dei miei giorni e oltre."
"Erwin Smith, prendo te, scelgo te e amo te, come mio sposo e compagno di vita, per il resto dei miei giorni e oltre. E non farmene pentire biondino." Erwin rise e lo prese per la vita con il suo braccio buono e lo baciò. I due si scambiarono un anello, ma rimasero d'accordo che lo avrebbero tolto una volta rientrati per poi riporlo da parte e tenerlo segreto. Fu una cerimonia breve, sia perchè non ne avevano il tempo sia perchè in teoria purtroppo non era un'unione possibile quella fra i due. Ma grazie ad agganci e favori, i due alla fine risultarono legalmente insieme. 
Tornati la sera, i due si chiusero nella stanza di Levi. Mentre il moro stava sbottonando la camicia di Erwin, quest'ultimo prese la mano sinistra di Levi e baciò l'anulare.
"Non ci sarà un anello qui, ma sappi che quando darò un bacio qui sarà per ricordarti che io sono tuo. E soprattutto che sei un uomo sposato ora." Levi sorrise e fece lo stesso con la mano dell'altro. 
"Non dimenticartelo tu biondino." E passarono la loro prima notte di nozze insieme, come tante altre già successe in precedenza.

*Oggi*

Hange ascoltò tutto il racconto di Levi senza mai interromperlo. Ovviamente lui non raccontò tutto nei dettagli, anzi molte cose le evitò. Quando finì, ci fu qualche secondo di silenzio.
"Sai che quella sera che siete rientrati io vi ho visti? Eravate vicini e sorridevate come due idioti."
"Perchè eravamo due idioti. Forse io di più, visto che mi ritrovo vedovo dopo due settiamane." Hange lo guardò e si alzò in piedi per andare dietro di lui e alla sua sedia. Si piegò e avvolse le sue braccia al collo di Levi a mó di abbraccio, poggiando la sua testa a quella di lui. Rimase un pò sorpreso inizialmente.
"Non sei idiota Levi, hai approfittato del momento. E avete fatto bene. Questa vita è troppo breve e tu ne hai passate tante. Ora hai un ricordo felice a cui aggrapparti e devi tenerlo stretto nanerottolo." Lui ascoltò tutto con cura e poi chiuse gli occhi. Strinse il braccio di Hange con la sua mano in segno di ringraziamento e lasciò che anche la sua testa si appoggiò su quella di lei. Rimasero così per un pò, poi lei si alzo e lasciò un bacio sulla testa di Levi. "Penserò domani a quei documenti, ora ti lascio un pò solo."
Quando Hange aprì la porta, Levi parlò.
"Grazie Hange."  Lei gli sorrise e uscì.
Levi rimase solo in quell'ufficio ormai non più del suo Erwin. 
Poi si portò la mano sinistra alla bocca e baciò l'anulare.
"Sei il mio ricordo felice Erwin Smith, non scordarlo mai."









✴️Angolo autrice✴️

Io così:

Vi chiedo scusa per le lacrime💔E grazie per aver letto questa mia OneShot🌸

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Vi chiedo scusa per le lacrime💔
E grazie per aver letto questa mia OneShot🌸



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