capitolo 26

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Ora che finalmente potevo essere felice.
Ora che potevamo esserlo insieme, lo avrei amato con ogni fibra del mio corpo.

(Kenma Pov)

Non seppi quanto tempo eravamo rimasti lì, tra il ritorno dei miei ricordi e finalmente pronunciare le parole che entrambi desideravamo da molto, moltissimo, tempo dire.

Il silenzio fu rotto in mille pezzi da applausi e fischi di approvazione, ma non mi girai per nemmeno un mezzo secondo a guardare le persone che li provocarono.
Mi allontanai di poco dal viso di Kuroo, perché rimasi senza fiato.
Le sue mani mi stringevano i fianchi tirando ancora verso di lui. Mentre le mie braccia scivolarono dietro al suo collo, tirandolo anch'io verso di me.

Non mi importava degli spettatori che avevamo poco distanti, né di nessun'altro.
Solo di lui, che... Dio, mi stava guardando come se fossi la cosa più bella che avesse mai visto. Una pietra preziosa, piena di crepe di cui però non gli importava, mi amava così com'ero.
Pieno di incertezze, di paranoie, di insicurezze.

Si avvicinò di nuovo al mio volto. Però questa volta per sussurarmi qualcosa all'orecchio.

"Per quanto mi piaccia godermi questo momento..."

Divertito mi soffiò all'orecchio ed essendo freddo sentii in pieno il calore che mi colpii, infastidendomi.

"...Dovremmo andare o Bokuto attirerà tutto il parco qui con le sue urla."

Disse questa volta spostandosi a un soffio dalle mie labbra, che con gli occhi socchiusi osservava.
Concordai con lui, passando lo sguardo dai suoi occhi alle labbra, leggermente socchiuse.

Sorrisi, senza che dovessi fingere o sforzarmi, contro le sue labbra nel momento in cui mi diede un altro bacio, che però segnava anche la fine di quel momento, ma sicuramente l'inizio di tanti altri.

Non mi resi neanche conto, quasi stordito dalla gioia e dalla felicità che mi inebriavano il cervello, di quando con un movimento agile mi fece girare su me stesso e mano nella mano andammo verso Bokuto e Akaashi.

Quei due stavano ancora applaudendo, soprattutto Bokuto che sicuramente non avrebbe smesso neanche a pregarlo.

Forse si stanno vendicando di quando avevo detto qualcosa, in varie occasioni, riguardo il fatto che erano dei piccioncini e troppo sdolcinati, ma ne avevo tutto il diritto poiché ero io il terzo incomodo.
Era una loro strategia per non far sospettare i genitori di Bokuto, anche perché arrivavano a fare cose assurde certe volte, quindi non volevano rischiare.
Tutta quella situazione complicata dei genitori di Bokuto, almeno quello che sia lui che Akaashi hanno raccontato a me e Kuroo, io lo...Ricordavo.

Quando incrociai gli occhi di Akaashi, sorrise, quasi facendo un piccolo ghigno, come se avesse capito a cosa stavo pensando.
Si trovava dietro forse di un passo da Bokuto, ma solamente perché quest'ultimo senza accorgersene ci stava venendo in contro, anche se non eravamo poi così distanti.

"Ci dovete dire qualcosa, piccioncini?"

Esordì Bokuto, senza neanche il tempo di fare qualche passo in più.
Si, si stavano vendicando, tra l'altro utilizzando le mie stesse parole.

"Lo dobbiamo dire anche ad alta voce o non l'hai capito vedendoci baciare fino a qualche secondo fa?"

Risposi, impedendolo a Kuroo, il quale strinse la presa sul mio fianco scoppiando a ridere, una risata di gioia.

Tutto quello che avevo provato, sopportato, mi avevano fatto diventare quella persona che ero prima dell'incidente. Ed era vero che esso mi aveva cambiato. Togliendomi ciò che custodivo, ma lo avevo riavuto.

La memoria perduta -KuroKen-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora