10, Ci stai?

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Mercoledì 28 settembre 2022, ore 20:02, casa di Louis e Zayn, Putney Heath, Londra.

Louis era coricato sul divano a leggere Shining, il celebre romanzo horror di Stephen King, con indosso abiti casalinghi e un paio di calzini lunghi di spugna.

Clifford era aggomitolato ai piedi del sofà, sul vecchio tappeto slavato. Di tanto in tanto sollevava la testolina e Louis gliela accarezzava con le dita molli che alla fine incappavano sempre nella calda, tenera lingua del cane.

Magda si era avvicinata poco prima a raccattare la tazza di tè svuotata, soffermandosi a investigare sul motivo che lo aveva tenuto ormeggiato alle mura di casa. Non avevano mai parlato di Harry in maniera esplicita, però lei sapeva ogni cosa. Osservava i loro abbracci, sorrideva dei baci e dei bisbigli condivisi e gli si rivolgeva con una premura affettuosa, materna. Non lo trattava come un ospite, bensì come un inquilino, uno dei più preziosi.

Non avevano discusso nemmeno di Zayn e della situazione irrimediabilmente aggrovigliata venutasi a creare. Louis e Zayn somigliavano a due coniugi separati, si interpellavano l'un l'altro adoperando toni cordiali, apatici, e non menzionavano alcun argomento al di fuori degli acquisti da procacciare, delle riparazioni domestiche da effettuare e della temperatura esterna.

Tutti all'interno dell'abitazione sapevano cosa stesse accadendo e affettavano una cruda indifferenza per non alterare il naturale corso della vita.

Non aveva idea di dove si trovasse Zayn in quel momento. Era facile desumere fosse in compagnia di Liam Payne, ma l'idea non suscitava in lui alcuno scandalo, né sofferenza.

Aveva riferito a Magda di aver preferito restare al riparo per via del temporale che imperversava su Londra; la verità, invece, era che non voleva disturbare Harry, afflitto da una massacrante emicrania.

Il telefono tremava di continuo. Erano i messaggi attraverso i quali il ragazzo sfogava ciò che definiva lamenti lagnosi e che Louis considerava adorabili effusioni a distanza.

LOUIS: Vuoi che ti porti un'aspirina, amore? – avanzò, benché fosse una scusa come un'altra per incontrarlo.

HARRY: Non osare mettere un piede fuori casa per colpa mia. Piove a dirotto.

HARRY: E poi Niall mi ha passato qualcosa... sono quasi sicuro non fosse droga.

HARRY: In ogni caso sta funzionando.

LOUIS: Ringrazia Niall da parte mia – digitò, e subito dopo riprese la lettura, giacché l'altro non risultava più online.

Era bloccato allo stesso capitolo da oltre mezz'ora. Non voleva che Harry attendesse troppo per riscuotere una risposta, e così doveva sospendere l'attività a intervalli di due o tre minuti.

In seguito a quell'ultimo testo, però, trascorsero ben più di tre minuti. A un certo punto divenne talmente irrequieto da interrompere ugualmente il passatempo, e proprio in quell'istante il cellulare vibrò, trasmettendogli un brivido di gioia.

Attivò lo schermo, dunque selezionò la conversazione predestinata.

Fu grato di aver scolato già il tè, perché avrebbe corso il rischio di soffocare nel tentativo di inghiottirlo.

Davanti a sé aveva una foto di Harry, nudo, con due dita infilate nel sedere e il pollice premuto sui testicoli.

Sussultò, scaraventando per errore il libro sul tappeto. Clifford scattò sulle zampe e abbaiò per lo spavento.

Louis boccheggiò. Era assuefatto a quel genere di foto, ma non si aspettava di beccarne una adesso. Aveva immaginato che Harry fosse steso sul letto con le luci spente a massaggiarsi le tempie, non ipotizzava certo che si stesse masturbando.

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