Capitolo 5

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   Il giorno dopo

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Gerrison, North Dakota.
Thomas home.

Thomas pov

Quando mi sveglio sento qualcosa schiacciarmi lo stomaco, confuso guardo giù e vedo un braccio, un bel braccio, e così che mi ritorna in mente gli avvenimenti della sera prima.

"Lucas" sussuro il nome del mio compagno, compagno non sapevo nemmeno di essere gay fino a ieri, ho bisogno di parlare con qualcuno.

Mi alzo senza fare rumore, prendo un paio di jeans, una t-shirt e scappo fuori di casa verso l'unico posto dove posso sfogarmi.

Dalia pov

Come sempre sono in cucina, in pigiama, sto preparando delle brioche che poi posterò sul mio blog di cucina dove lavoro.

Aspettando che le brioche si cuociono, io bevo il mio caffè con tanto latte, zucchero e panna.

Che ci posso fare riesco a berlo solo così.

"Didi" Thomas urla quasi piangendo prendendomi alla sprovvista.

Mi viene velocemente incontro  per poi abbracciandomi forte.

"Cosa succede Tommy" gli accarezzo i capelli castani consolandolo mentre lui piange sulla mia spalla.

"Ho trovato il mio mate" sussurra fra i singhiozzi.

"È fantastico Tommy perché stai piangendo allora?" domando confusa facendogli così sciogliere l'abbraccio per guardandomi serio negli occhi.

"È un uomo Didi" dice con vergogna abbassando lo sguardo sul pavimento.

"Thomas non c'è nulla di cui vergognarsi è sempre e comunque il tuo mate" lo rassicuro e lui tira su col naso.

"Lo so, solo che non sapevo nemmeno di essere gay fino a ieri" il suono del forno mi distrae un attimo.

"Tommy siedi a tavola che facciamo colazione" gli sorrido andando a sfornare le brioche.

"Con che cosa la vuoi? Ho cioccolata, marmellata, miele o salata?" ci pensa un po' su.

"Miele" è la sua scelta definitiva.

"E che miele sia" gli porgo la colazione, ossia cornetto con miele e succo d'arancia.

Consumiamo insieme il pasto senza però parlare perché lui è immerso nei suoi pensieri.

"Tomtom vado a lavarmi poi andiamo a fare un giro al Sun cosa te ne pare?" propongo facendogli distogliere lo sguardo dalla tv,

"Si perché no, non metterci troppo" mi raccomanda.

"Si signor si capitano" alza gli occhi al cielo e io ridacchio salendo le scale.

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