All'improvviso mi ritrovai davanti alla porta d'ingresso della mia vecchia scuola. Tutto sembrava essere uguale: il cancello aperto, il piccolo viale dell'entrata, l'immenso giardino che lo costeggiava, il portone socchiuso ed il colore dell'edificio ma allo stesso tempo qualcosa stonava nell'ambiente e non riuscivo a capire cosa fosse. Era tardo pomeriggio forse sera e mi sembrava strano trovarmi lì a quell'ora quando ormai la scuola era chiusa e vuota. Il silenzio sovrastava. Decisi di scendere il viale per raggiungere il cancello ed andare via ma ad un tratto fui scossa da un rumore e vidi orde di ragazzi e ragazze avanzare da dietro il complesso e avanzare verso di me. Qualcuno di loro aveva visi familiari, riconobbi amici o persone che conoscevo. Molti mi venivano addosso, altri mi sfioravano appena. C'era clima di festa e cominciai a sentire della musica che incalzava e vidi spuntare dall'erba alti pali della luce decorati con lunghi nastri colorati che percorrevano tutto il vialetto. Cominciarono tutti a correre in cerchio, ridendo, sembrava stessero giocando ad acchiapparello. Un ragazzo di cui non ricordo il volto ma sembrava conoscermi mi prese per mano e in breve tempo facemmo tutti un grande cerchio insieme dove tutti cominciarono a fissarmi insistentemente. La musica si fermò per un momento e poi riprese con volume più alto. Il cerchio si sciolse ed il ragazzo mi prese di nuovo per mano e corremmo per diverso tempo. Mi sembrava ci fossimo allontanati di molto dalla scuola anche se in realtà il giardino non era mai stato così grande. Non si sentivano più le risate dei miei compagni o la musica e all'improvviso era calata la notte. Sembrava mi stessi divertendo ma subito mi accorsi che in mezzo alla radura dove eravamo capitati c'era una piccola baita in legno logorata dal tempo e dalle intemperie e disabitata. Ci guardammo per un istante e decidemmo di entrare per riposarci qualche minuto. Ci avvicinammo di qualche passo e qualcuno mi colpì da dietro alla testa. Lasciai la sua mano, caddi per terra tra l'erba e prima di perdere i sensi vidi cadere anche lui vicino a me. Quando mi svegliai, capii di essere sdraiata su un letto, vidi accanto a me seduta su uno sgabello una vecchia signora con capelli bianchi molto lunghi, il viso deturpato e vestita di stracci e indumenti logori che mi guardava con in mano un pugnale affilato e sguardo assente. Con la coda dell'occhio vidi accanto a lei, dall'altra parte, un altro letto dove giaceva quel ragazzo. Su di lui e sul letto c'erano macchie di sangue e pareva avesse un taglio nell'addome poiché qualcuno aveva lasciato lì il coltello e s'intravedeva solamente il manico. Sembrava mi stesse guardando ma era chiaro che fosse morto. Presa dall'ansia e dal panico cercai di muovermi prima che facessi la sua stessa fine ma il mio corpo non rispondeva, non riuscivo a muovermi seppur lo volessi con tutte le mie forze. Fu allora che l'anziana signora affondò la lama. Dal dolore avrei voluto gridare ma non emettevo suoni. Avevo paura fossi bloccata lì inerme, morta ma allo stesso tempo cosciente, costretta a subire le coltellate senza potermi ribellare. Avrei voluto urlarle che in realtà ero viva e di smetterla. La sensazione era orribile. Per fortuna mi svegliai subito da questo incubo con la sensazione di dolore al petto ed un po' d'ansia. Davvero inquietante.