apocalypse

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"Non se ne parla, Niall. Quei due in ricognizione si ammazzerebbero" esordì Liam, seduto sulla sedia malandata e con lo schienale graffiato, le mani sul tavolo; immerso da cartine, armi e proiettili si torturavano, pensieroso.

"Ma sono anche i più bravi assieme" volle convincerlo l'altro. "L'avamposto è troppo lontano e ci servono scorte necessarie, anche le più minime per questo inverno" lo pregò con le mani giunte, spiegando questo posto sulla mappa poco lontano nella zona uno.

Liam sospirò sconfitto

Erano precisamente tre gli anni, ormai da due mesi compiuti, in cui il mondo aveva avuto una tale scesa da spari e urla, grugniti e gruppi salvatori; il primo caso non fu mai spiegato, le teorie che ne navigavano erano tante, poi l'espansione aveva fatto passare questa diceria in secondo piano. Al primo la sopravvivenza. Liam Payne, soldato e primo colonnello della marina, prima della pandemia era ben conosciuto e amato per il servizio dedicato. Non poteva che non essere il leader. Di fronte a lui Niall Horan, prima dell'infezione lavorava nel giornalismo e nello scarto di articoli, era finito a fare itinerari e ad occuparsi di scorte divise.

Si hanno, che si voglia o meno, le conoscenze sul ritrovarsi in emergenza sanitaria, le basi vengono poste ma nessuno ti prepara ad una vera e propria apocalisse. Come quella che stavano vivendo al momento da lì a tre anni; si potevano ritenere fortunati gli abitanti del villaggio, in così poco tempo una piccola cittadella dove il necessario era stato messo a disposizione era una grande salvezza. Nessuno lì era più o meno, e tutti dovevano contribuire. Soldati in primis.

Niall continuava ad insistere che la cosa migliore fosse mandare la prima linea dei ragazzi delle armi; due in specifico. Liam continuava ad essere titubante solo per la condizione in cui erano. La distrazione non era concessa, a volte addirittura punita. E i litigi mai concessi in campo. Ma il rischio era da correre.

Al fine si alzò dalla sedia e uscì dalla grande tenda che fungeva da casa, il posto base dove i comandi venivano riflessi sulla comunità. Camminò con Niall al passo fino al centro del campo sbattendo forte le mani nel tragitto raccogliendo l'attenzione di molti, e quasi tutti, gli abitanti del perimetro, mise poi le mani sui fianchi - autoritaria era la sua figura alta e slanciata con un vestiario da base militare, curato in viso anche nel pieno della pandemia. "Abbiamo bisogno di scorte. Sappiamo dalla vedetta che c'è una zona inesplorata poco oltre la prima barricata, la prima zona ad aver avuto accesso al via libera. Ci servono due soldati delle armi in ricognizione" pronunciò a petto in fuori, con voce severa per farsi sentire e rispettare, la voce poco alzata.

"E abbiamo già deciso gli uomini"

Lo sguardo nocciola sfiorò il volto di molti uomini armati; alcuni fasciati, altri in completi semplici, ancora con semplici abiti e che non riguardavano la battaglia fuori - troppo giovani o troppo anziani. Arrivò fino a due ragazzi posti in prima fila - erano soliti vederli lì al comando - uno con le braccia conserte; volto serio e corrugato con un fucile da caccia sulle spalle, in divisa, con i capelli raccolti in una treccia fluente; l'altro era accovacciato sulle caviglie, mani strette tra loro e, con la stessa divisa, un arco avvolto al petto e una faretra piena di frecce appuntite e insanguinate che sfioravano i capelli lisci.

Liam li osservò incrociando le braccia facendo cenno con la testa verso i due.

Il più alto, riccio e dall'aria fin troppo arguta, abbassò le sopracciglia segnate da una cicatrice l'una volse lo sguardo verso terra, dove il più basso adesso lo osservava con occhi azzurri e limpidi, fulminei a dirla tutta.

Il primo a parlare fu il liscio che con uno scatto si alzò e si aggrappò al suo amato arco.

"Scherzi, vero? Io non ci vado con lui" indicò la sua sinistra sostenendo le iridi nocciola.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 31, 2022 ⏰

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