Relax. Nothing is under control

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"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"

» Lista: pumpNEON

» Prompt: Relax. Nothing is under control

» Rating: Verde


«Non mi piace, questa idea! Non mi piace per niente!»

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«Non mi piace, questa idea! Non mi piace per niente!»

Akaza era entrato in casa subito dopo Kyojuro, sbattendo la porta con violenza dietro di sé, la rabbia e l'irrequietezza che gli ribollivano furiose dentro il petto. Erano appena rientrati dal commissariato, dove Obanai aveva esposto loro il piano d'azione che avrebbero seguito per catturare Muzan e tutta la sua banda di malviventi. Solo che al bartender non era proprio piaciuto, ciò che aveva deciso il capo commissario.

«Ne abbiamo già parlato, Akaza. Sappiamo che per raggiungere te, e spingerti a fare come vogliono loro, mirano alle persone che ami. Quindi, se per arrivare a loro l'unico modo è espormi e far sì che se la prendano con me, allora sono ben felice di fare da esca.» Disse Kyojuro, appendendo la giacca all'attaccapanni e posando le chiavi della propria auto nel portaoggetti posto sul mobile d'ingresso.

«È proprio questo, il problema! Ho già perso delle persone per me importanti, in passato, e non voglio che la cosa si ripeta nuovamente. Non ho intenzione di tirarti ulteriormente dentro a questa storia!» Rispose con rabbia Akaza, afferrando il braccio di Kyojuro per farlo girare verso di sé e guardarlo dritto negli occhi, l'ira ben leggibile all'interno delle iridi azzurre.

«Tu non mi stai tirando dentro a niente; sono stato io a scegliere di volerti aiutare per porre fine a questa storia che ti tormenta da anni. E lo farò in qualsiasi modo, a qualsiasi costo.» Disse Kyojuro, serio come mai prima di allora.

«Non te l'ho mai chiesto, Kyojuro. Non ti ho mai chiesto di sacrificarti per me.»

«E io non ho bisogno della tua approvazione per farlo, Hakuji.»

Si guardarono a lungo negli occhi, la tensione tra di loro quasi tangibile. Il commissario capo Iguro li aveva convocati in commissariato, quella mattina, con l'intento di metterli al corrente di ciò che avrebbero fatto per stanare quella banda di malviventi, ma le cose avevano preso decisamente un'altra piega quando aveva detto loro che per trovare l'esatta posizione del quartier generale, il modo più veloce per farlo sarebbe stato quello di farsi catturare e portare direttamente lì.

A nulla erano servite le informazioni che Akaza aveva portato con sé: indicare il posto un cui ricordava si trovasse il loro covo risultò inutile e i dati sensibili di pagamenti vagamente sospetti di cui era entrato in possesso grazie a Gyutaro non bastavano per incastrare Muzan. Avrebbero dovuto prenderlo in flagrante e per farlo serviva un'esca. Obanai confidava nel fatto che i sottoposti di Kibutsuji si sarebbero fatti vivi nuovamente e in breve tempo, prendendo ancora di mira Kyojuro, così gli aveva chiesto se se la sentisse di collaborare con la polizia durante l'operazione. Inutile dire che il professore di storia aveva accettato senza battere ciglio, pronto a tutto pur di aiutare la propria soulmate.

Akaza non ne era stato per niente contento, opponendosi sin da subito e con vigore. Si era ripromesso che non avrebbe più coinvolto Kyojuro, che non voleva vederlo soffrire a causa sua, ma aveva come la sensazione che la situazione gli stesse sfuggendo di mano, senza controllo. Non poteva proteggere la propria soulmate quando questa si buttava a capofitto, testarda e inamovibile, tra le braccia del pericolo solo per dargli una mano a chiudere del tutto quella ferita aperta che si portava dietro da anni. Non che gli dispiacesse, avere il suo totale supporto, ma non riusciva a fare a meno di pensare che lo voleva quanto più lontano possibile dai suoi guai.

Il bartender sospirò pesantemente, abbassando poi lo sguardo sulle proprie mani strette a pugno lungo i fianchi. Il problema era suo, doveva essere lui quello a fare da esca per raggiungere l'obiettivo, e invece si sarebbe ritrovato a non poter fare nulla se non guardare inerme e da lontano il proprio compagno fare tutto il lavoro sporco per lui. Non era giusto e sentiva la frustrazione attanagliare prepotentemente le sue viscere. Anche se era stato Obanai a decidere così, rimarcando più volte che coinvolgere Kyojuro era necessario per la riuscita dell'operazione – sapendo dannatamente bene quanto avesse ragione –, lui non riusciva a darsi pace.

«Ho stramaledettamente paura di perdere anche te, Kyojuro, e non posso permetterlo per nulla al mondo.» Disse Akaza, sporgendosi in avanti per poggiare la fronte contro la clavicola della propria anima gemella.

«Non mi perderai, Akaza. Ti prometto che starò attento.» Rispose Kyojuro, circondandogli i fianchi con le braccia e posando la guancia sulla testa dai capelli rosa ciliegio.

«Giuro che se le cose si dovessero mettere male, vengo a cercarti fin sopra la luna e spaccherò il culo a chiunque osi torcerti anche un solo capello. Non m'importa se finirò dietro le sbarre, per questo.» Disse il bartender, ricambiando l'abbraccio della propria soulmate e sprofondando il volto nell'incavo del suo collo per inspirare a pieni polmoni il suo profumo.

«Nessuno finirà in carcere, a parte quegli stronzi.» Se ne uscì Kyojuro, facendo ridacchiare Akaza per la schiettezza con cui aveva usato quell'appellativo. «Ricordati che non siamo soli, ad affrontare questa situazione: il commissario capo Iguro avrà tutto sotto controllo.»

«A me sembra che niente sia sotto controllo. Ho la brutta sensazione che qualcosa andrà storto. E non mi piace.» Mugugnò il bartender, stringendo maggiormente a sé l'altro.

Lo strano senso di apprensione che sentiva dentro di sé non lo lasciava in pace, facendolo stare in ansia e con i muscoli tesi. Nemmeno le dita di Kyojuro – che si erano spostate sulla sua nuca, toccando lievemente il marchio della loro unione – riuscivano a farlo rilassare. Il solito e familiare calore sembrava così flebile e debole, di fronte alla forza con cui la preoccupazione gli stava attanagliando l'anima. Non vedeva l'ora che fosse tutto finito, così da potersi finalmente godere la vita insieme all'uomo che amava.

«Akaza?»

«Mh?»

«Che ne dici se per il momento non ci pensiamo più e ci dedichiamo ad un bagno rilassante? In questi giorni non siamo riusciti a riservare del tempo per noi e direi che ne abbiamo proprio bisogno.» Propose Kyojuro, depositando lievi baci tra i corti ciuffi rosa di Akaza.

Sentiva quanto fosse preoccupato: in fondo le loro anime erano collegate e condividevano praticamente ogni sensazione ed emozione. E poi anche lui, seppur cercasse di non darlo a vedere, si sentiva preda dell'angoscia. Non era mai stato una persona debole o codarda; aveva sempre cercato di proteggere gli altri e di essere forte anche per loro. Ma quello che gli era successo, il ricordo del pestaggio ancora ben vivido nella sua mente, lo aveva portato spesso a doversi fermare per riprendere fiato, scosso dai tremori del panico. Quello non era lui ed era stanco di doversi continuamente guardare attorno per la brutta sensazione di essere sempre osservato. Voleva mettere un punto definitivo a quella questione dolorosa.

Akaza annuì e si allontanò dal calore rassicurante di Kyojuro solo per afferrarlo per mano e dirigersi insieme a lui verso il bagno degli ospiti, quello in cui era situata la grande vasca che era stata spesso spettatrice delle loro unioni. La riempirono di acqua calda, versandovi dentro una generosa quantità di bagnoschiuma che creò delle bolle dai colori caleidoscopici. Si spogliarono a vicenda, senza alcuna malizia o secondi fini, e si immersero fino alle spalle. Il bartender si appoggiò con la schiena contro la ceramica bianca e allargò le gambe per fare spazio alla propria soulmate. Kyojuro si sistemò lì in mezzo, lasciandosi avvolgere dalle braccia forti e muscolose di Akaza e appoggiando la testa contro il suo petto. Si lasciò coccolare dalle mani che avevano iniziato a sfiorarlo lentamente, beandosi di quel momento e desiderando che non finisse mai. La tensione si sciolse come neve al sole, lasciando spazio ai sentimenti e alle sensazioni paradisiache che solo lo stare tra le braccia della propria soulmate poteva suscitare.



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Koi no yokan || Kimetsu no Yaiba/Demon SlayerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora