53.~Il Niente~

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KIM NAMJOON

Maggio era alle porte, i fiori sbocciavano sereni in prati artificiali e fiumi curati. Namjoon era innamorato, sempre di più e sempre più consapevole. Sentiva quello zoo destabilizzante ogni volta che si avvicinava a quella creatura mistica che era ormai la sua ragazza. La sua donna. Si amavano sempre, ogni ora di più, quasi ogni notte consumavano quella passione e quella perversione che solo i loro corpi in collisione potevano scatenare. Erano felici. Ma da qualche settimana a questa parte il comportamento di Rhea era strano, distaccato, schivo e timoroso. Sembrava come se stesse nascondendo qualcosa, un segreto talmente grande da pesarle anche sul fisico stesso. Cominciava ad avere occhiaie persistenti e il pallore della pelle si presentava più spesso. Era dimagrita ed ora le costole erano quasi percepibili a vista, come le clavicole e tutte le giunture ossee. Ma era sicuramente tutto associato dalla piccola influenza che si era presentata giusto la settimana prima, indebolendola un po'. Si sarebbe ripresa sicuramente, avrebbe ripreso il rosa perlato della pella, colorando di quel aranciato autunnale le ormai sbiadite lentiggini, colando le occhiaie e ravvivando quel rosso ramato dei suoi ricci e meravigliosi capelli. Sarebbero tornati ad amarsi e coccolarsi fino allo sfinimento. L'avrebbe portata a casa sua, ormai loro, l'avrebbe presa ed adagiata sul loro divano, portandole il suo the alla vaniglia e baciandole i capelli posandola sul petto, ascoltando la loro playlist e coccolandosi dolcemente. Poi Rhea avrebbe preso il comando, provocandolo e soggiogandolo fino a portarlo alla perdita di controllo e finalmente consumando il loro vero amore.

Namjoon stava percorrendo il vialetto di casa, roteando le chiavi della macchina sull'indice, pronto per mettersi alla guida e raggiungere la sua bellezza. Il sorriso contornava il suo dolce viso, ormai sciolto dall'espressioni incupite che lo caratterizzavano, pregustando il momento in cui avrebbe sorpreso Rhea, nel presentandosi a casa sua. Erano stati insieme il pomeriggio prima, restando a letto di lei e consumando i propri corpi a suon di carezze, massaggi e coccole dato la salute ancora instabile della ragazza. Non voleva assolutamente che si affaticasse o peggiorasse ancora, limitandosi così a restarle vicino e passare il tempo in sua compagnia, raccontandosi aneddoti o le giornate stesse. Il traffico era scorrevole, la musica nell'abitacolo riempiva il silenzio e accompagnava la guida frenetica ed ansiosa del ragazzo. Finalmente il marciapiede di casa Yu si palesò, accostandosi così con la macchina. Subito prima della sua c'era un'altra auto sconosciuta, nera sportiva. Chi c'era a casa della sua donna? Cominciò il sospetto, ed un colpo al cuore. Si prestò a correre leggermente verso gli scalini, saltandoli completamente. Fermò il suo corpo alla porta, respirando, ragionando sul fatto che non per forza quella macchina significava un qualcuno a casa di Rhea. Sorrise e si diede dello stupido, ricordandosi quanto quella ragazza, giorno dopo giorno, le assicurava e diceva quanto lo amava.

"Seokjin smettilaa..." sentì la voce angelica della sua donna, mentre rideva soavemente.

Seokjin. Il suo migliore amico. Non c'era nulla di cui preoccuparsi. Appoggiò la mano alla maniglia, aprendo la porta di scatto. Si bloccò ed il mondo crollo completamente con tutto il suo peso, addosso a Namjoon. Rhea stava completamente in braccio a Seokjin, scambiandosi dolce e leggeri baci a stampo, coricati nel divano ed uno sopra l'altro. Il viso di quel verme si tramutò in puro terrore, scostandosi dal corpo minuto e scomposto della ragazza, lasciandole così quel cipiglio sul viso, segno che ancora non aveva capito cosa stesse succedendo.

"Namjoon..." fu un sussurro leggero che sfiorò l'aria ed usci dalle ormai profanate labbra di Rhea.

Il sangue riprese il percorso naturale sulle vene, arrivando con prepotenza al cuore, innescando un'aritmia anomala perforando il petto di lui. Sentì una fitta al centro del petto, come se gli avessero appena aperto il torace a mani nude, strappando la pelle e rompendo le costole, scavando in profondità e raccogliendo quello che ormai rimaneva del suo cuore. Si voltò, e corse, corse più veloce che poté, infilandosi in macchina e sgommando. Il suo nome venne urlato così tante volte da quelle labbra sottili che si silenziò automaticamente, escludendolo dal mondo. Namjoon esperisce una costante fluttuazione tra tante emozioni diverse: rabbia, tristezza, disorientamento e umiliazione. Tutto stava pian piano perdendo il significato, tutti i loro ricordi, le loro parole e le loro azioni non avevano più senso. Si chiede se lei abbia mai realmente provato un sentimento sincero nei suoi confronti, o se tutto fosse solo stata una grande finzione. La terra sembra sgretolarsi sotto i piedi. È tutto confuso e non c'è altro che amare lacrime. Perché? Perché il dolore, sordo, sembra divorarlo da dentro. Pensava di conoscere la persona che gli stava accanto, ma in un solo istante, un solo gesto, un solo momento perse quella familiarità e quell'intimità a cui era abituato ed alla quale si era affezionato, rendendo Rhea una sconosciuta. In poche parole, viene a mancare la fiducia. C'è un accumulo di emozioni che porta il corpo di Namjoon ad abbandonarsi, fermando la macchina ed accostandosi. Lasciandosi colpire da tutte le sensazioni, come pugni. VERGOGNA. Perché la vergogna è l'altra faccia dell'umiliazione ed è generata dal pensiero di non aver fatto abbastanza per evitare quant'è successo. Quando un avvenimento shoccante si verifica nella vita, si continua a ripassarlo nella mente cercando di capire dove si ha sbagliato. Se da una parte questo processo mette in causa, dall'altra dà l'illusione di avere ancora in mano la situazione, ma non è così. IRRITAZIONE. Non si tratta di rabbia, ma proprio di un senso di fastidio diffuso dovuto all'atteggiamento di lei, che con le sue azioni ha impedito si realizzasse il futuro che tanto desideravano e ha mandato all'aria ogni loro aspettativa. Anche se adesso il loro, esisteva solo per lui. VUOTO. Un tradimento è un avvenimento traumatico e molto doloroso e la tristezza che scatena può essere davvero troppo violenta da gestire. Così intensa che rende tutto insensibile, creando una netta sensazione di vuoto che altro non è che una difesa contro il dolore, un muro che si costruisce per cercare di rimanere in piedi. Ed il nulla si propaga per il corpo, rendendo insensibile tutto, dal cuore al cervello, dallo stomaco ai muscoli, annullando ogni sensazione. Tatto, udito, gusto, olfatto e vista. Tutto perde colore, significato e senso. Una consapevolezza di aver perso tutto coglie impreparato chiunque, negando così il modo di reagire, urlare, piangere, picchiare o semplicemente sorridere. Non c'è più nulla. Niente al mondo è in grado di esercitare una tale pressione sull'anima umana come il nulla. Nessuna cosa, poca cosa, finire in niente, ridursi a niente, non avere un seguito, un risultato. Ridursi al niente, perdere ogni cosa. Il non essere, il nulla. Namjoon era tutto ciò. Il Niente. Il Nulla.

Teach Me ~ K.NamjoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora