Capitolo 2

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Appena uscì dalla mia stanza, mi guardai intorno nel corridoio buio, notando una figura venire pian piano verso le scale.
Più si avvicinava e più diventa piccola.
Accennai un ghigno appena vidi Grace tenersi al corrimano, non badando alla mia presenza.
O meglio facendo finta.
«Sai Grace si saluta» la presi in giro senza lasciarla parlare, scendendo velocemente le scale.
Seduta sul divano vidi mia sorella, vestita con un vestito attillato blu, degli stivali che arrivano al ginocchio con i tacchi a spillo e un trucco abbastanza particolare.
Che cazzo stava succedendo? Da quando mia sorella si vestiva in questo modo? E il trucco?

«Dove credi di andare vestita e truccata in quel modo Nicole?» mi avvicinai, con uno sguardo contrariato, incrociando le braccia al petto.
«Stiamo andando ad una festa. Qualche problema Anderson?» a rispondere non fu mia sorella, bensì Grace.
Mi voltai di scatto, schiarendomi la gola appena posai gli occhi su di lei, sul suo fottuto corpo, coperto da un vestito attillato color oro, su i suoi capelli castani arricciati sulle punte, non più legati come li portava tutti i giorni, che mi facevano venire voglia di tirare mentre era in ginocchio davanti a me, e sulle sue labbra contornate da un lucida labbra rosso.
«Il gatto ti ha mangiato la lingua, Michael?» mi prese in giro, camminando verso di me, con sicurezza.
Continuai a non rispondere, mordicchiandomi il labbro inferiore.
Rise guardandomi, avvicinandosi ancora di più a me, come se avesse voluto cancellare la distanza. Rimasi immobile, vedendola mentre mi superava senza problemi, prendendo la sua piccola borsa.
«Andiamo Nicole?» disse Grace, prendendo poi il proprio cellulare, mettendolo nella borsa.
«Andiamo, ci vediamo dopo stupido» mi salutò Nicole, ridacchiando andando verso la porta.
«Non credere di aver chiuso il discorso su quel vestito, Nicole nanetta Anderson» dissi, prendendo la giaccia e il telefono insieme al portafoglio uscendo di casa.

_____

Arrivato in discoteca, mi diressi al bancone prendendo un gin lemon, e iniziai a guardarmi intorno, vedendo in lontananza il mio gruppo di amici e facendo un cenno della mano per salutarli.
Vidi avvicinarsi la mia ex ragazza, e sorridendo mi disse:
«Vuoi rimanere qui da solo tutta la serata Michael?» si sedette accanto a me, poggiandomi una mano sulla gamba che spostai poco elegantemente da sopra di me.
«Fatti gli affari tuoi Jennifer» risposi, scontroso mandando giù un sorso della mia bibita.
«Antipatico. Sei di una tale arroganza dio» sbuffò, scendendo dalla sedia alzandosi ancor di più il vestito scollato e super aderente al suo corpo.
Ero così coglione da avere i prosciutti sugli occhi?
«Non ti ho chiesto un parere, non voglio parlare, non voglio avere niente a che fare con te, non voglio che mi giri intorno Jennifer. Ci siamo lasciati, mettitelo in quella fottuta testa»
Presi il mio bicchiere, mandando giù un sorso del gin lemon, poi un altro, poi un altro ancora fino a finirlo. Jennifer sbuffò, andando verso il centro della stanza, iniziando a ballare.
Mi guardai intorno. Vidi gente ballare, bere -forse anche più del dovuto-, e intenta a scoparsi anche se con i vestiti addosso, vidi fidanzati appartati in un angolo che ridevano, si baciavano, ballavano insieme, si amavano.
E lo ammetto, mi mancava sentirmi innamorato. Mi mancava essere completamente preso da una persona. Sentire le farfalle allo stomaco. Sentirsi unici agli occhi di quella persona. Sentirsi amati, tanto quanto si ama. Avere attrazione mentale, fisica. Perché se avessi avuto queste due attrazioni in una relazione, eri letteralmente fottuto. Perché a quel punto quella persona diventava il tuo punto debole, diventava la persona a cui non riuscivi a farne a meno. Diventava la tua droga.
Non credevo nell'amore dei libri, non ho mai creduto al detto "Gli opposti si attraggono".
Perché gli opposti avrebbero dovuto attrarsi? Questo succedeva solo nella chimica. Carica negativa e carica positiva si attraggono, ma le persone? Le persone no. Le persone cercano persone simili a loro stessi per evitare problemi, litigate e rotture.
Continuai a guardarmi intorno, bevendo un altro gin lemon, ma ad un certo punto i miei occhi si soffermarono a guardarla. La guardai mentre ballava così spensierata e timida.
Si vergognava di ogni movimento che faceva, sorrideva, ballava insieme a mia sorella, si divertiva e non potevo far altro che pensare una cosa sola: era di una bellezza disarmante.

Spazio autrice
Ehi ehi! Dopo un mese? Non so, sono tornata! Ho deciso di lasciarvi il bello nell'altro capitolo che inizierò a scrivere subitissimo ve lo prometto!
Secondo voi come andrà a finire? Chissà 🤭.
PANDAHAYAIA spero sclererai per questo capitolo ma soprattutto nel prossimo. Ti amo da morire ricordatelo sempre amore mio🥺🤍

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