Quella Con Il Fluff Autunnale.

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Il dover condividere un unico mezzo di trasporto con la madre non è mai stato un problema per Manuel.

Ha piacere in realtà, per quanto possa sbuffarne, di accompagnarla in giro - che forse, sicuramente, ha a che fare col sentirsi utile, col fare ammenda nei suoi confronti, per i casini combinati, e forse, infondo infondo, per una nascita tanto improvvisa ch' aveva portato al suo piombarle in mezzo alla vita.

Che Manuel piomba un po' in ogni cosa che fa, o sono le cose a piombargli addosso- è comunque vecchio conoscente della sensazione che dà l'essere in balia degli eventi, quindi alle tradizioni s'affeziona, ed è convinto continuerà a scorrazzare la madre in giro anche quando potranno finalmente permettersi più d'una moto bisognosa di continui rattoppi.

Ed è a causa d'un turno iniziato vergognosamente presto che Manuel si ritrova, alle sette e dieci del mattino, a perder tempo nel parco che accoglie il museo; le nuvolette di condensa sbuffate dalle sue labbra e lo scricchiolare delle foglie sotto i suoi piedi come unica fonte di compagnia.

L'autunno è stato dolce, le ha accompagnate giù con delicatezza, lasciando loro il tempo di tingersi dei più disparati degli aranci e dei rossi, creando un tappeto che pare volersi fare fuoco.

È ipnotico camminarci sú, fissare la punta scura delle scarpe scomparire e riapparire come prua di nave tra le onde.

L'aria è fresca, pregna di quell'indistinto profumo pungente che avvolge le mattine d'autunno, di terra dura e foglie al macero, tanto fresca che Manuel si trova a nascondere le mani nelle tasche del giaccone.

Ed è quasi tempo d'avviarsi, di lasciare la pace del parco, avviarsi a scuola - ché si sta impegnando a fare le cose per bene- ed è mentre s'avvia che un particolare fruscio gli arriva alle orecchie e lo porta a girarsi di nuovo.

Poco lontano, il primo allestire del mercato di quartiere si muove pigro; una particolare bancarella cattura la sua attenzione e Manuel s'avvicina a passo deciso, banconote alla mano e un sorriso in volto.

Quella piccola deviazione gl'impedisce d'evitare il traffico, traducendsi in quindici minuti di ritardo.

Ma forse, forse, il suo nuovo agire sta finalmente dando i suoi frutti, tanto che l'unica reazione di Lombardi al suo ingresso in aula è un non molto seccato gesto della mano e nulla più.

Dal suo banco, Simone gli sorride affogato in una felpa che gli copre anche le mani. Manuel sa che non è possibile, ma sente il pacchetto nello zaino farsi più pesante.

Siede al suo posto e ricambia il sorriso. Si sforza di seguire, prende appunti, ma non riesce a impedire ai suoi occhi di vagare tra i ricci di Simone.

La fine delle lezioni arriva senza intoppi e con quella il momento d'andar via.

Manuel accompagna Simone al motorino - che ha parcheggiato accanto a lui quella mattina, l'ha fatto apposta, lo fa sempre apposta, ma l'avrebbe accompagnato in ogni caso.

Il vento s'è alzato e Simone ha il naso rosso. Sotto i suoi occhi, il piccolo infila il casco e gli sorride. "Passi a casa più tardi?", chiede, e intanto litiga un po' con la cerniera del giubbotto che proprio non vuole saperne di venir su, attirando l'attenzione di Manuel sulle sue mani e su come anche le nocche siano diventate rosse per il freddo.

Manuel, invece, è rosso per ben altre ragioni.

Annuisce intanto che scava nello zaino, che "sarei passato a prescindere Simo', o'sai", e gli allunga il pacchettino trionfalmente recuperato.

Lo fa con troppa forza forse, che Simone si ritrova a stringerselo al petto con due occhioni confusi.

La carta scricchiola. È un rumore lieve, eppure a Manuel pare assordante e un po' ha voglia di scappare via.

"Che cos'è?"

"Apri, no?"

"Ma non è il mio compleanno".

"Lo so Simo', dai".

"E allora perché-"

"M'ha fatto pensare a te".

Oh.

Oh.

E Simone si ritrova ad arrossire e Manuel pure, che ne è certo, che le guance se le sente di fuoco. Ma poi Simone gli sorride e allora se ne frega di tutto il resto, che Simone gli sorride così tanto e così bello che s' offusca ogni altra cosa.

E la carta si strappa sotto quelle dita curiose, sotto gli occhi un po' ansiosi di Manuel, scoprendo sofficissima lana.

Simone pare ancora più confuso, in quel modo tanto adorabilmente suo che lo porta ad arricciare di pochissimo il naso, ed è Manuel stesso  a scoprire completamente quella che si rivela essere una sciarpa a maglie larghe, color zucca.

L'avvolge attorno al collo di Simone - che il naso arricciato non ce l'ha più, ma in compenso ha le guance rosse - compiendo un doppio giro attorno al collo e assicurandosi di coprire anche il naso e le orecchie.

"È che - è che tu hai sempre freddo, no? E quindi ho pensato che co'questa ce ne potevi ave'di meno".

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For the "a beautiful scarf" prompt.

It's getting colder by the day - you should warm up. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora