Capitolo XXII

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Il giorno che aveva atteso con tanta ansia
era arrivato.
Zayn è nervoso da far schifo, fuori dalla centrale di polizia, vestito con un paio di jeans e un maglioncino a collo alto, per nascondere i tatuaggi ( idea di Liam), mentre fuma l'ennesima
sigaretta e si guarda intorno ogni due secondi.

Se qualcuno della banda dovesse vederlo lì,
sarebbe in guai grossi.
Andy potrebbe anche ucciderlo.
Può sembrare eccessivo, ma lui sa che ne e capace,anche se non ne ha direttamente le prove.

"Zayn rilassati. Sei un fascio di nervi" gli
dice l'amico, posandogli una mano sulla spalla.

Sta facendo innervosire anche lui.

"Tu non capisci!" comincia, al limite dell'isterico.

"È rischioso stare qui fuori. Qualcuno potrebbe
vedermi, e dio solo sa che cosa potrebbe farmi Andy se venisse a saperlo" conclude gettando la sigaretta, ormai finita, a terra e guardandosi per l'ennesima volta intorno.

"Ok, effettivamente non ci avevo pensato" inizia Liam, ora anche lui agitato, grattandosi il retro del collo.

Come aveva fatto a tralasciare quel grande dettaglio. Se qualcuno li avesse visti sarebbe stata la loro fine.

"Aspettiamo mio padre dentro" conclude risoluto.

A sentir nominare il padre del migliore amico, se possibile il modo diventa ancora più agitato.
Non lo vedeva da un bel po e sicuramente non si aspettava di incontrarlo in quelle circostanze.
Temeva il suo giudizio più di chiunque altro, se avesse scorto nel suo sguardo anche il più piccolo accenno di delusione, per lui sarebbe stato un duro colpo.
Geoff Payne era l'ultima persona che Zayn voleva deludere
No.
Non lo avrebbe sopportato.

"Zayn?! Mi hai sentito? Andiamo dentro" ribadisce strattonandolo per il braccio.

Il moro, ancora in trans, si lascia trascinare all'interno della centrale e guarda l'amico parlare con un agente di polizia e spiegargli che sono lì per vedere il commissario, ma che stanno attendendo l'arrivo di una terza persona.
Una volta terminata la conversazione, Liam lo raggiunge, gli tocca un braccio per cercare di tranquillizzarlo e poi va a sedersi su una di quelle stramaledette, scomode seggiole.

Lui proprio non riesce a stare seduto, invece, è troppo agitato anche solo per pensarci, per cui si limita a fare avanti e indietro, in maniera ossessiva convulsiva davanti all'amico, che sta seriamente pensando di ucciderlo.

Non gli importa che si trovi in una centrale di polizia, luogo non del tutto ideale per commettere un omicidio, e che sia circondato da testimoni che potrebbero farlo finire in carcere per il resto della sua vita.
Se l'amico non la smette lo farà smettere lui.

"Zayn..." comincia per rimproverarlo, ma poi si ferma quando riconosce la figura che ha appena fatto il suo ingresso nella centrale.

"Padre!" Esclama precipitosamente alzandosi dalla sedia.

Zayn a sentire quell'esclamazione si congela sul posto e smette di respirare.
Guarda l'amico andare incontro al padre e abbracciarlo affettuosamente.
Si scambiano qualche parola che lui non riesce a capire, perché troppo distante, e poi lo sguardo dell'uomo si sposta su di lui.

Geoff Payne è un uomo sulla sessantina, una persona distinta ma dall'animo buono, all'apparenza può sembrare burbero e freddo, ma quello è solo un lato del suo carattere che viene fuori con il lavoro. In realtà è molto simpatico e riesce sempre a strapparti una risata con una delle sue battute.
Ma in quel momento il moro non riesce a sostenere il suo sguardo, che finisce sulle sue scarpe.

"Zayn" dice l'uomo in tono affettuoso, avvicinandoglisi per abbracciarlo.

"Geoff" sussurra in risposta, lasciandosi stringere.

Come un uraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora