II

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Selene e Brandr passeggiano a braccetto per gli ampi cortili attorno al santuario. La giovane racconta al padre il rituale con un genuino sorriso in volto, l'uomo la ascolta facendo vagare lo sguardo intorno a loro. Molti ragazzi e ragazze lanciano sguardi intensi alla figlia, alcuni si fanno perfino distrarre dai loro allenamenti. La cosa infastidisce Brandr, anche se non ne comprende il motivo, scopre presto che basta lanciare uno sguardo torvo ai giovani pretendenti per farli subito tornare alle loro mansioni, oltre che migliorare l'umore del guerriero. Selene lo nota e ridacchia.

-a quanto pare sono circondata da ammiratori.

L'uomo le rivolge uno sguardo serio.

-tranquilla, stiamo andando in un posto dove non ti daranno attenzioni sgradite.

La giovane fa una risatina scherzosa, poi si alza in punta di piedi per dare un bacio sulla guancia al padre.

-grazie...

Selene lo ringrazia a bassa voce, poi entrambi riprendono a camminare verso una zona particolare del santuario: il campo della memoria. Passano di fianco al salice dove si sono trovati la sera prima, finito il rituale. Poi si addentrano per i viali circondati di fiori, alcuni quasi del tutto appassiti per l'incombenza dell'autunno.

-tra pochi giorni dovranno passare le guardiafiori per mettere le prime aste dei ricordi...

L'uomo ragiona sussurrando mentre passano di fianco ad una ancella dalle vesti verde smeraldo che si volta verso di loro e li saluta con un sorriso gentile. Selene si rivolge al padre.

-guarda papà, alcuni li hanno già messi.

Effettivamente, qua e là tra i fiori si intravedono degli spessi paletti di pietra a sostituzione di alcune delle piantine ormai appassite completamente. Sulla loro superficie liscia è scritto il nome del defunto, per ricordare alle ancelle dove piantare il fiore corrispondente la primavera successiva.

-speriamo che la sua non sia ancora appassita...

-andiamo a trovare qualcuno?

L'uomo annuisce.

-una persona a me molto cara. Quando arriveremo vi presenterò.

I due passeggiano ancora per qualche minuto, fino a quando finalmente l'uomo non si ferma, accucciandosi di fianco ad una pianta, Selene si avvicina incuriosita. Davanti a loro si dipanano tre fronde verde scuro sche spiccano tra tulipani e mughetti.

-una felce?

La giovane pare confusa.

-ma non è un fiore...

Il padre fa un mezzo sorriso amaro.

-era la sua pianta preferita... gli piaceva il fatto che quando è ai primi stadi di vita le foglie crescano arrotolate, gli ricordavano delle chiocciole con la testa nascosta sottoterra. La ragazza sorride.

-chi era?

-Vardis, il mio maestro... la persona più vicina ad un padre che io abbia mai avuto...

La giovane si accuccia accanto all'uomo.

-com'è successo?

-non lo so... se ne è andato in battaglia, io mi stavo ancora addestrando quindi non andai con lui... non credo fosse triste... non c'è onore più grande per un guerriero della Dea che morire in suo nome.

Selene rimane in silenzio per qualche attimo.

-con quale scuola ti sei addestrato? Non me l'hai mai detto e tutti coloro a cui ho chiesto non sapevano nulla o si tiravano fuori dalla questione.

Moondance (Wintersaga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora