Quel Volto Inquietante

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Nel momento in cui Matteo entrò un brivido gli corse lungo la schiena. Gli venne l'istinto di prendere la mano della madre che, comr stava dicendo, lo aveva percepito come "l'aria condizionata che lavora troppo bene"; ma Matteo lo aveva capito, lo sentiva nell'aria. Anche Rufus lo sentiva, visto che mugolò e andò ad accucciarsi vicino alla porta. La madre si avviò verso il bancone, per parlare con il commesso: voleva sapere il valore dello specchio della bisnonna, un autentico pezzo della metà del '600. 

Matteo la stava seguendo, la mano ancora nella sua. SI stava guardando intorno cautamente, i sensi a mille. Non sapeva perché, ma era pronto a scattare da un momento all'altro, qualsiasi cosa fosse successa.

Che tra l'atro, cosa doveva succedere?

Poi qualcosa attirò la sua attenzione, un piccolo corridoio creato dagli scaffali e le varie cianfrusaglie antiche. Lasciò la mano della madre. A passi lenti si avviò in mezzo a poltrone, lampade a olio e mobili scricchiolanti.

Ora il senso di inquietudine non c'era più, o meglio Matteo sentiva emozioni di tutti i tipi ovattate, bloccate dietro a un muro pronto a distruggersi e lasciare che il bambino annegasse in esse. 

In tanto Matteo aveva svoltato un angolo e si era ritrovato in uno spiazzo allungato, all'estremità del quale si trovava un burattino. Era molto bello, dipinto manualmente con colori sgargiante. Ma la cosa che più attrasse il bambino fu il sorriso. Era l'espressione più felice che avesse mai visto: tutta la gioia del mondo in quelle labbra di legno dipinto. Matteo voleva toccare quel volto, far parte di quella lietezza. Più si avvicinava, più il burattino sembrava ingrandirsi, e la gioia sul suo volto aumentare. Ormai era a un passo dalla bambola, che era più grande di lui. 

Poi qualcosa successe: la testa di legno si piegò di lato.

E poi dall'altro.

E continuò così, a un ritmo senza fine. Improvvisamente il volto del burattino non sembrava più tanto gioioso a Matteo, ma freddo e inespressivo; talmente inespressivo da essere inquietante. Ora Matte non voleva più trovarsi lì, voleva tornare dalla madre e affondare il volto nel pelo di Rufus. Ma non si mosse.

Era come paralizzato. La testa continuava a scandire il suo ritmo, le emozioni premevano più forte che mai contro il muro. Matteo sapeva che il minimo movimento poteva far scattare tutto.

Ma tutto cosa? No, era stupido, non sarebbe successo nulla.

Eppure quel passo all'indietro sembrò durare un'eternità, ancora di più il momento in cui appoggiò il piede sinistro a terra. Prima la punta, poi la pianta e il tallone. Non successe niente.

E poi il niente si trasformò in tutto, e il tutto scattò.

Le emozioni ruppero il muro, la bocca del bambino si aprì in un urlo, la testa del burattino scattò in avanti.

In quel momento Rufus, vicino alla porta, abbassò le orecchie e ruppe il silenzio più totale con un mugolio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 31, 2022 ⏰

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