Madness

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Joanne

C'era odore di canne nel camerino del Fandango. Mi voltai verso Jade che mi stava fissando mentre finivo di truccarmi.

< Ma tu non lo senti?> Le chiesi per la seconda volta, fermandomi con il mascara a mezz'aria. Lei alzò le spalle scrollando la testa con il ciuffo ribelle che le cadeva sull'occhio destro.

< No. Ma poi che ti frega? Chissà quanti musicisti se le saranno fatte qua dentro...e non solo le canne. Anche le cantanti. > disse sghignazzando mentre mi dava una vigorosa manata sul sedere. Ero china in avanti verso la specchiera e quindi il mio fondoschiena era una tacita offerta. Avevo indosso solo il perizoma.

< Ahia Chef! Possibile che pensi sempre a quello? >

< Chi, io? Mai. Ma se mia moglie mi provoca cosa ci posso fare?>

Alzai gli occhi al cielo.

< Veramente mi sto preparando per un concerto. E sono pure in ritardo...prendimi il vestito dai.>

Per tutta risposta mi diede un bacio sulle labbra e poi mi porse l'abitino di ecopelle nero alzando in modo eloquente il sopracciglio. Un micro tubino che indossai come fosse un guanto. Era senza spalle e sopra ci misi una giacchetta corta di pelliccia artificiale bianca come la neve, tutto proveniente dalla boutique di Paul . Mi infilai i miei stivali a stiletto stringati e sospirai.

< Vado bene?>

Chef sorrise.

< Alla grande amore.>

Dalla porta arrivò la voce di Bob. Proprio come ai vecchi tempi pensai con una fitta di nostalgia. Dovevo uscire.

< Ci vediamo là fuori bimba.> sussurrò Jade mandandomi un bacio con due dita e lasciandomi sola. Mi ci volevano i miei sacri cinque minuti di solitudine pre- concerto. E lei lo sapeva.

Era la prima volta che mi esibivo a New York dopo quella al Crazy Fox in cui avevo cambiato il corso della mia vita. Mi schiarii la voce e mi feci coraggio.

Jade

Al Fandango c'erano praticamente solo gay. E forse per questo motivo Bob aveva deciso di far cantare Jo in quel posto per la prima volta sulla costa Est. Perlomeno non sarebbe stata biasimata o insultata. L'unica eccezione era Margot, sua madre. La vidi seduta su di un divanetto, con l'aria un po' sperduta accanto a Paul e Bob. Andai da loro e presi posto accanto a mia suocera. Appoggiai la mano sopra la sua.

< Eccoti qui cara. Joanne è pronta?> Mi sussurrò all'orecchio.

< Sta per arrivare.> Le luci si abbassarono e questo confermò ciò che avevo detto.

Jo Grey Zander sbucò dal backstage imbracciando la sua inseparabile chitarra nera e argento. Oltre al pianoforte adesso suonava parecchi pezzi con quella seduta su di uno sgabello di vernice nera glitterata che io stessa le avevo decorato. Le coreografie con i ballerini erano un ricordo ormai, e sinceramente io preferivo così. Avevo odiato il tempo che Joanne passava con Linn Marshall, la sua ex coreografa. Avevo dovuto sopportare anche di vedere la mia donna strusciarsi contro quel bellimbusto del chitarrista, Jason McCallum e fingere che avesse una storia con lui, per nascondere la nostra, ma col senno di poi ora sapevo che provavo molta più gelosia quando Poppy stava a contatto con un'altra donna, anche se lei era bisessuale ed aveva sempre avuto relazioni con uomini prima della sottoscritta.

I miei pensieri ossessivi vennero fatti tacere dalla musica. La base di My Everything si levò nell'aria e si posò dolcemente ovunque, ammantando tutto come un drappo di seta leggera.

Color inside the Grey    La voce del cuore IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora