Jonathan corse a perdifiato verso i due giovani non riuscendo, però, a competere con la velocità di Aiko, la quale terminò la sua corsa gettandosi ai piedi dell'amica, che credeva morta, e abbracciandola forte.
"Ho avuto tanta paura, Casey chan!"
Kyu, intanto, si rivolse a Owen, che piegato sulle ginocchia riprendeva fiato. "Dobbiamo portarla subito al caldo!"
L'inglese, però, notò che neanche il giovane era messo bene. Si avvicinò, così, alla sua diletta, che notando lo sguardo rattristato e dispiaciuto del suo tutore gli gettò le braccia al collo, lasciando che le lacrime le scendessero liberatorie.
Owen la prese tra le braccia, issandola con forza. Aiko, però, li trattenne e guardò l'amica con trepidazione nel petto; la voce le vibrò. "Casey chan ... mio figlio?"
La giovane le sorrise. "E' vivo! Helmut lo ha portato in salvo verso la guarnigione imperiale!"
Owen strabuzzò gli occhi per lo stupore insieme a Kyu. "Collins?"
A un tratto, Casey trasalì senza badare alle preoccupazioni dell'amico. In mente le balenò la fragile andatura di Helmut, mentre cavalcava verso la valle, dopo aver udito uno sparo.
Scese dalle braccia di Jonathan quasi saltando. Sentì riacquistare le forze; il freddo non l'avvinghiava più e un ultimo ed estenuante timore le stava ridando un calore energico.
"Aiko!" si rivolse all'amica. "Dobbiamo raggiungere i soldati di Meiji!"
Senza farselo ripetere, la shinobi la prese per mano e insieme cominciarono a correre in direzione delle montagne, che allineavano le loro curve in un'ampia vallata.
"Dov'è mia zia?" chiese Kyu, affiancandosi a Owen.
"E' rimasta al forte a tenere a bada i ribelli!" lo tranquillizzò.
I soldati dell'Imperatore stavano prendendo in consegna lo shogun e i suoi fedeli samurai scortati dalla guarnigione di Warlow, quando Aiko e Casey giunsero trafelate. Girovagarono un po' in mezzzo a quegli uomini armati, senza notare alcuna traccia dell'inglese e del fanciullo.
Aiko scambiò alcune parole con il comandante della guarnigione imperiale, fornendo un accurato rapporto dell'immenso accaduto. Quando, poi, si voltò verso l'amica scosse il capo con sguardo afflitto. I soldati non avevano visto il bambino né l'uomo che era con lui.
Casey tremò temendo il peggio. Negli ultimi istanti, prima che si separassero, negli occhi di Helmut aveva ritrovato la persona con cui era cresciuta; riso; pianto. Era bastato tutto quel dolore per farli ritrovare, nel dispiacere e nel perdono.
Aveva creduto che Helmut fosse riuscito, in qualche modo a redimersi. Aveva udito il tono della sua voce, rammaricato, stanco e oppresso, mentre si dispiaceva.
Serrò le mascelle e si raddrizzò impettita. Non avrebbe gettato le sue speranze tra l'asprezza di quelle rocce. Come il giudice Bailey si era preso cura di Helmut, adesso toccava a lei prendersi cura di lui.
Rimembrò la direzione presa dall'uomo e afferrò il primo cavallo che vide, salendoci in groppa. Il soldato a cui lo prese sbraitò.
"Digli che glielo riporterò presto!" disse, rivolta ad Aiko che cercò di placare il soldato.
Owen la trattenne, afferrando le redini. "Casey, non dirai sul serio?!" la intimò rabbuiato e scettico, sapendo dove volesse correre.
"E' ferito, Jonathan! Gli hanno sparato e Jiro è con lui! Dove vuoi che vada?" Spaziò con gli occhi l'intera valle. "Dev'essere qui attorno. Lo sento!"
"E' di Helmut che stiamo parlando, Casey! Hai dimenticato le cattiverie che ti ha fatto, benché fossero dettate da motivi sconcertanti?"
Lei si chinò, sporgendosi dalla chioma del cavallo, e osservò l'amico con occhi dissidenti. "Ha cercato di salvarmi!" sibilò imperterrita. "Era terrorizzato nel vedermi in quella situazione! L'ho implorato di fuggire e mettere in salvo Jiro!" continuò, sfidando Owen con lo sguardo.
"Era pentito e io ..." fece una pausa "ho ritrovato il 'mio' Helmut!" terminò con tono insistente.
Quelle parole provocarono a Kyu una dolorosa fitta al petto, come se qualcuno gli avesse affondato un coltello dentro, lentamente ... fino a incontrare il cuore.
Lei sussultò sulle ultime parole proferite e guardò il giovane con occhi colmi di dispiacere.
"Perdonami!" sussurrò per poi spronare il cavallo verso una gola.
Subito dopo, Aiko le fu dietro. La pioggia aveva cessato di cadere e Kyu vide il suo cavallo mielato vagare solitario accanto alle sponde del fiume. Andò a recuperarlo e Owen lo bloccò. "Dove stai andando?"
"Da mia zia!" rispose brusco senza voltarsi. Non voleva che l'amico leggesse nel suo sguardo il suo disappunto. "Avverti il comandante dei soldati di mandare qualcuno al forte per recuperare il resto degli ostaggi!"
"Kyu, aspetta!" lo bloccò Jonathan. Di spalle non poteva scorgerlo, ma sapeva che le parole di Casey lo avevano profondamente turbato.
"Casey ti ama!" cercò di persuaderlo. "Se così non fosse, non si sarebbe calata con una scialuppa dopo averti visto correre per tutto il molo urlando il suo nome!"
Il giovane lo sapeva ma non rispose e lui continuò: "Helmut è come un fratello per lei. Gli ha sempre voluto bene, nonostante tutto. Solo da poco abbiamo appreso i motivi che hanno scatenato i comportamenti di quel ragazzo. Tuttavia, Casey è convinta di aver ritrovato in lui qualcosa che sembrava perduto e noi" scosse il capo, seppur amareggiato "non possiamo opporci!"
A quell'evidenza, Kyu strinse i pugni. Poteva sempre rincorrere la moglie; prenderla di peso e allontanarla dall'inglese che le aveva fatto del male; oppure ucciderlo a sangue freddo, ma il timore di leggere negli occhi di Casey l'orrore, il disgusto e la delusione per quel gesto gli fecero chinare le spalle desolato, in una gelosia crescente che gli stava divorando l'anima. Soffermò lo sguardo rabbuiato e sconsolato sull'ex shogun il quale, sorvegliato da Warlow, gli mostrò un sorriso sinistro.
Strinse i denti. Avrebbe potuto sfogare su di lui le sue frustrazioni. In fondo, se non fosse stato per i suoi sotterfugi, lui non si sarebbe trovato a logorarsi a quel modo e suo padre sarebbe stato ancora vivo. Sua zia avrebbe indicato quella situazione come la più funesta. Adesso, con quel sorriso beffardo stampato in faccia, quell'uomo pensava di provocarlo per far allentare la guardia ai suoi carcerieri e cercare di fuggire o essere ucciso per evitare l'ira dell'Imperatore.
Kyu lo guardò con freddezza. Non avrebbe sporcato la propria dignità col suo sangue; suo padre non lo avrebbe voluto. Quest'ultimo era sempre stato contrario alle vendette venendo, persino, mal giudicato dai conservatori del suo paese, dove a ogni macchia sul proprio onore si doveva rispondere con la rivendicazione di esso. Non voleva, tuttavia, deludere sua zia, dopo aver faticato a tenerlo lontano da quell'uomo.
Con un ghigno soddisfatto guardò Tokugawa, ferendolo poi nell'orgoglio, voltandosi per mostrargli le spalle della sua indifferenza.
Con occhi gelidi e ostinati rivolse, dunque, la sua attenzione all'amico. "Narrami questi dannati motivi, Jonathan!" E sapeva, che ciò che avrebbe udito lo avrebbe fatto sprofondare nel dubbio misto a rabbia, concatenato nell'angoscia e nella paura che Casey non gli sarebbe mai appartenuta.
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GLI OCCHI DEL RONIN
Historical FictionEdo 1869 All'insediamento della restaurazione Mejij, una giovane ereditiera inglese fugge dalle insidie dello shogun, propenso a ripristinare il proprio regno appropriandosi dell'oro che ella detiene. Sullo scenario dell'ultima cultura medioeval...