perché fingiamo?!
quando morirò finirà tutto questo,
ogni sensazione, ogni emozione, ogni pensiero momentaneo si dissolverà nell'aria.
sono una persona insignificante posta in un mondo enorme.
la mia potenza e limitata, e tornerà ad essere nulla come in partenza.
ho passato giorni neri, dove la sensazione della morte era quasi palpabile.
ho sentito per anni lo scorrere del tempo, che logorava la mia anima.
ho provato un vuoto devastante in un silenzio che faceva più rumore di una bomba atomica.
Un intreccio di voci, di pensieri che fluttuano nella mia testa, come mosche impazzite.
Un fastidio costante, una condanna esistenziale.
il tempo e le esperienze traumatiche però hanno cancellato tutto, come meccanismo di difesa, ho eliminato ciò che c'è di tossico nella mia vita. Ma così facendo sono riuscito a sentire il nulla interiore,
fino a quando sono arrivato a sentirmi nulla.
in questo mondo dell'apparire mi sono sentito sempre diverso,
la gente crede che fingere se sia meglio di essere se stessi.
ho conosciuto dunque pochissime persone autentiche e moltissime false.
da questo ho constatato il fatto che sentiamo costantemente il bisogno di autoingannarci. per proiettare un immagine falsa di noi stessi.
siamo liberi, ma allo stesso tempo siamo limitati dalle convenzioni sociali e dalle persone.
ho sempre sentito l'irrefrenabile impulso di andare oltre gli schemi, ma ogni volta, per salvaguardare la mia socialità e la mia dignità morale ho smesso di essere me stesso.
ho sempre bramato ad avere ciò che non avevo fin quando non ho fatto una pace con me medesimo.
adesso non sento l'esigenza di avere,
non sento l'ansia che mi spinge ad agire in fretta,
non provo emozioni forti, ma solo sensazioni contrastanti.
vivere è come essere gettati in un enorme oceano nel bel mezzo di una tempesta.
all'inizio da piccoli vedere questo impetuoso spettacolo é sublime.
siamo estasiati da tale perfezione, siamo ingenuamente meravigliati dalle cose piccole.
poi da grandi il nostro focus si allarga,
non pensiamo più alle piccole cose.
pensiamo a dei macro temi, molto pesanti ma, così facendo perdiamo quello slancio vitale che ci permetteva di sognare incondizionatamente da ogni fattore esterno.
la memoria va svanendo e ogni ricordo muore dentro di noi,
é per ciò che non ho paura della morte.
perché penso che il dissolversi della memoria sia come vivere una morte costantemente.
anzi é peggio.
vivere questo in maniera consapevole ci fa riflettere su quanto le innumerevoli azioni che compiamo in in vita sono irrilevanti.
dunque da quando ho preso coscienza del valore effettivo della vita ho iniziato a cambiare la mia mentalità.
ogni nostro pensiero se non lo concretizziamo diventa nulla,
dunque ho riflettuto sul fatto che é fondamentale lasciare un segno,
non importa come...
farsi riconoscere é essenziale per me.
ho investito gran parte della mia vita a far musica e arte,
ma forse anche tutte le mie opere si mischieranno col nulla.
ho esternato la mia anima per renderla semi-concreta.
Ma in questo mondo,
dove le persone esigono l'assoluta concretezza per giudicare qualcosa
non sono stato mai capito fino in fondo.
da questo la mia sensazione di inferiorità si é ampliata,
fino a quando non ho compreso che per colpa della crisi se la gente non riesce ad essere empatica.
la crisi alimenta l'egoismo, nei momenti buii cerchiamo di far luce sulla nostra individualità, molte volte però trascurando quella degli altri.
proprio per questo non riusciamo più ad amare con purezza, perché siamo impregnati e sporchi dal nostro ego spoporzionato.
anche l'altruismo molte é una forma velata di egoismo.
diamo per ottenere qualcosa.
vivendo in un mondo dove spesso il bene é finzione,
mi sono reso conto che fingere é ciò per cui siamo più portati.
dunque l'uomo ha cercato di accelerare ogni processo naturale inventando i social network.
É proprio la velocità dei social ci permette di fingere facilmente senza essere scoperti.
normalizziamo anche i vizi
e poi ci lamentiamo di come la gente sia corrotta...
una corsa verso ciò che non hai, verso ciò che non sei implica il fatto
che la nostra vita fino a quando non abbiamo cose concrete non é vita.
é triste che l'intera coscienza di essere vivi viene ridotta ad una gara per chi ha più denaro.
con coscienza intendo il fatto la consapevolezza che la vita un dono.
la gente é irresponsabile, sta perdendo il senso della ragione.
La sovrastimolazione quotidiana ci fa perdere il valore delle cose stesse.
In questo mondo dove sono continuamente pieno di stimoli mi sento disorientato e indifferente alla realtà.
Col passare del tempo ho capito che, malgrado le ostili condizioni, devo sempre proseguire verso il mio cammino.
Correre da solo verso l'ignoto senza farmi aspettative sulla gente,
perché se stai male ora magari qualcuno adesso ti aiuta, ma un domani non si sa.
ho capito che devo fidarmi unicamente di me stesso, perché tutto é precario e mutevole.
ho imparato ad accettare anche i mali delle persone, le situazioni spiacevoli e quant'altro.
tutto questo fa parte del caos vitale,
vivo un groviglio, proprio con un labirinto, a volte credo di trovare una via di uscita, ma é solo un illusione.
non c'è via di uscita, perché non c'è neanche una via di entrata.
non sappiamo e forse non sapremo mai quello che governa l'irrazionalità dell'esistenza umana.
dunque non mi resta che lasciarmi trasportare...