11. Le lacrime sciolgono la neve

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Jay pian piano riaprì gli occhi, era completamente stordito e aveva un fortissimo mal di testa. Intravide un orologio, segnò le 5 passate di pomeriggio.

"Ben svegliato." Disse Jungwon, col mento appoggiato sul lettino accanto al viso del ragazzo.

"Che è successo?" Chiese confuso.

"Non ricordi niente? Sei svenuto."

"No, non ricordo niente, o meglio, poche cose."

Guardarono entrambi l'orario.

"Hai dormito per oltre 10 ore, eri veramente stanco, ecco il perché stavi così male. Si può sapere da quanto non dormi?"

"Da un po'." Rispose secco, distogliendo lo sguardo, poi gli tornò in mente una cosa:

"Che mi avevi detto in bagno?"

"Che?"

"Prima che perdessi completamente conoscenza, mi avevi detto qualcosa."

"Aah, non farci caso, non era importante."

Preferí non dire niente sulla sua confessione, ma il fatto che non l'avesse sentita e che stesse tornando freddo e impassibile come prima, lo fece veramente innervosire.

Si alzò in piedi e gli girò le spalle.

"Che ti prende?"

"Ti piace giocare con i sentimenti della gente eh, Jongsong?"

"Di che parli?"

"Non sai di che parlo?! È da mesi che mi ignori completamente dopo il concerto."

"C'è un motivo."

"Quale? Sentiamo."

Silenzio, Jay non seppe come spiegare il perché di tutta quella storia.

Si alzò in piedi, stava molto meglio, e avanzò verso Jungwon, lo abbracciò da dietro e si appoggiò col mento sulla spalla.

"Scusami, baby, non volevo."

"E allora perché lo hai fatto, stupido?"

Non disse nulla, rimuginò tantissimi discorsi, ma neanche uno si potè classificare come una "valida giustificazione".

"Lo sapevo, non sono mai stato niente per te ed io scemo ci sono cascato, ma alla fine avevo ragione su una cosa: sei solo un bad boy come tutti gli altri." Ringhiò mentre si liberò dalla presa dietro e uscì dall'infermeria.

Corse fuori, nevicava e un'aria gelata lo colpì, ma non se ne accorse.

Si avviò verso la macchina, il parcheggio era ricoperto completamente da uno spesso manto bianco. Si fermò, le lacrime gli scivolarono lungo le guance che, cadendo, fecero dei solchi sulla neve fresca, mentre dei piccoli fiocchi bianchi si posarono delicatamente tra i capelli.

"Come? Come posso piangere per uno come lui? Come ho potuto farmi incantare dalle sue belle parole e dal suo sorriso? Come ho potuto innamorarmi di uno come lui? Pensa che tutto sia un gioco, compreso io. Ora mi rendo conto che tutte le belle parole non erano altro che falsità, che schifo!"

"Jungwon!"

"Che vuoi ora?"

Si girò di scatto. Jay gli corse incontro, avendo addosso solo una maglietta e i jeans.

"Ti prego ascoltami, non è come pensi."

"Torna dentro o ti ammalerai seriamente."

Ovviamente il nostro Jongsong non gli diede retta, avanzò finché i due non si trovarono faccia a faccia.

Make you MINE- JaywonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora