7. @AppiBee - Filippo

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Ho scelto questo indirizzo di studi quando ho conosciuto Riccardo e scoperto che era iscritto a medicina. Lo amavo e volevo stargli il più vicino possibile, ma per quanto la mia testa avrebbe potuto reggere quegli stessi tomi, il mio controllo sul sangue era tutt'altra cosa e per questo ho dirottato la mia attenzione sulla cura del cuore e della mente. 

Avevo comunque sempre pensato che con il mio esistere avrei potuto essere d'aiuto a qualcuno e ora che ho finalmente intrapreso questa strada, ho capito che sebbene la fine sia ancora lontana, so che quando arriverà potrò diventare presenza per anime confuse e incomprese. 

Quello che però non mi sarei aspettato mentre ponevo quella firma che decretava una parte del mio futuro è che, alla conclusione di tutto, non avrei più avuto al mio fianco quella persona che mi ha visto compilare il modulo d'iscrizione. 

Sapevo che tra noi non andava più molto bene, solo non sapevo fino a che punto. 

- Cosa stai facendo?

Sto pedinando il mio ragazzo, vorrei scrivergli, ma la vergogna è tanta e in questo momento non me la sentirei di venire compatito. - Una passeggiata prima di andare a lezione. Tu?

Metto il telefono in tasca e continuo a guardare Riccardo seduto al tavolino esterno di una caffetteria fuori zona e un po' isolata, in compagnia di un altro uomo. È più grande di me, ma anche di lui. Mi domando se non sia già laureato o se non sia qualcuno che lavora con lui. Li vedo ridere assieme per qualcosa mentre condividono un dolce. 

Non dovrei essere qua, non ha alcun senso quello che sto facendo eppure i miei piedi non ne vogliono sapere di schiodarsi da terra e per questo continuo a guardarli. Vorrei cancellare dalla mente questa scena eppure so benissimo che mi si ripresenterà in loop per i prossimi giorni come se fosse un disco rotto che ripete sempre la tessa canzone. Sospiro e tiro fuori da dentro di me tutto l'occorrente che mi serve per superare quello che già sapevo. Fa meno male, sopportabile, ma forse perché già avevo visto la parola fine sopra la nostra testa non appena mi sono trasferito più vicino a lui. Era solo questione di tempo prima che la ghigliottina tranciasse di netto con la sua lama affilata la nostra relazione. 

Solo avrei voluto evitare di vedere con i miei stessi occhi il motivo di tale rottura. 

E no, non l'ho seguito intenzionalmente. È stato un caso che lo abbia sul serio incrociato dall'altro lato della strada una frazione di secondo prima che venisse abbracciato dall'amate barra compagno barra quel cazzo che è. Il seguirlo subito dopo era solo per avere delle risposte che probabilmente non avrei mai ricevuto da parte sua. 

-Scappo prima di incrociare il tuo rivale 

Sorrido perché in verità so che il suo scappare è dovuto al suo cuore in tumulto. Un po' come il mio in questo momento, ma solo per l'esatto opposto. 

Chiudo gli occhi e prima di cambiare idea invio un messaggio alla persona che ho davanti agli occhi. «Che fai?». Lo vedo prendere il telefono in mano e senza nemmeno rispondermi, lo rimette sul tavolo continuando la sua conversazione. 

Arriccio le labbra e con la tristezza negli occhi me ne vado. 

-Ehi! Io non ho rivali. Io sono solo tuo e tu sei solo mio

Gli rispondo. Mi piace pensarla così ormai tra di noi. Questo amore online che non porterà da nessuna parte, ma che potrà vederci sempre contare l'uno sull'altro. 

Cammino verso il centro con un passo svelto, deciso a mettere quanto più in fretta una distanza da quello che ormai è il mio passato anche se non è ancora stato messo un vero punto e appena vedo un negozio vecchio stile di musica, mi ci fiondo dentro riempiendo immediatamente i polmoni di storia e gli occhi di pulviscolo che danza illuminato da un raggio di sole. 

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