CAPITOLO I

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Quel giorno di fine novembre infuriava un violento temporale. Normalmente Amanda ne sarebbe stata entusiasta, ma quella sera non lo era per niente. Non poteva restarsene bella comoda sul divano del soggiorno a sorseggiare un buon gin tonic mentre là fuori si scatenava quell'inferno che, sin da quando era piccola, l'aveva sempre affascinata?

Oddio, sempre! esclamò nella sua testa, roteando gli occhi per un istante. A dire il vero, adorava gustarsi lo scrosciante rumore della pioggia soltanto quando, appunto, se ne stava barricata in casa ad assistere a quel meraviglioso spettacolo della natura, seduta per ore dirimpetto alla finestra, gli occhi sgranati che saettavano qua e là per catturare le infinite gocce d'acqua che si posavano sui vetri per poi unirsi le une con le altre, rincorrendosi in quel gioco che tanto la incuriosiva.

Lo sguardo della ragazza continuava a perdersi tra i piccoli angoli di mondo che riusciva – seppur a malapena – a intravedere dal finestrino, mentre il taxi la conduceva a destinazione. La pioggia era talmente fitta che quasi non riusciva più a scorgere il profilo delle tante palazzine che si stagliavano nel centro della cittadina, come i passanti che inzeppavano il marciapiede. Non era mai stata a Padova, e non avrebbe mai creduto che la sua prima tappa nelle vesti di scrittrice errante sarebbe stata una città tanto diversa rispetto a Monferrato, il paesello di settecento anime in cui era nata e cresciuta.

Si strinse nel cappotto. Per un momento si chiese come sarebbe stato essere accolta da una folla urlante che, smaniosa ed eccitata, faceva di tutto per accaparrarsi un suo autografo (neanche fosse stata una star del cinema!).
La cosa la spaventò ed entusiasmò nel contempo.

Amanda Benassi, sei proprio tu il nuovo fenomeno editoriale! Ce l'abbiamo fatta! Ce l'hai fatta! aveva esclamato, giusto qualche settimana prima, Alessandro De Dominicis, suo fidato agente letterario da circa cinque anni. A conti fatti, poteva ormai considerarlo un buon amico, o perlomeno Amanda lo trattava come tale. Non che si confidassero troppo, ma qualcosa le diceva che da quel momento, magari, avrebbe potuto conoscere il vero Alessandro.
D'altra parte, non sarebbe toccato a lui farsi carico di tutti gli aspetti burocratici che da quel punto in avanti gli sarebbero piovuti addosso? Come minimo gli doveva un'intera cassa di squisito vino rosso! aveva pensato, soffocando un sorriso sardonico. Alessandro era praticamente astemio. Assai raramente sorseggiava alcolici, non fumava, non si perdeva in chiacchiere inutili. L'uomo perfetto, insomma.

Un leggero tocco sulla spalla la fece sussultare. «Sei nervosa?»

Amanda si voltò di scatto. «Nervosa? Io?! Sto soltanto tremando dall'agitazione!» replicò, rabbrividendo alla constatazione di Alessandro.

L'altro sorrise. «Andrà benissimo, vedrai. Sei il nuovo astro nascente dell'—»

«Editoria italiana degli ultimi dieci anni e bla bla bla... Potresti smetterla di ripeterlo, per favore?» lo supplicò, tra il divertito e lo scocciato.

«Che posso farci se è così?» ribatté lui, scrollando le spalle. «I romanzi non li ho scritti certo io!»

Amanda tornò a guardarlo. Capelli scuri, profondi occhi verdi, labbra sottili, lineamenti delicati. Un leggero accenno di barba. E un sorrisetto che non prometteva niente di buono.

«Dico sul serio», riprese lui, senza scostare lo sguardo dalla ragazza. «Dovresti essere fiera di te stessa.»

«Se sono arrivata fino a qui lo devo soprattutto a te», replicò Amanda, scrollando il capo.

In Un Giorno QualunqueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora