crop top.

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Tw: smut brutto schifoso cesso fa vomitare i cani con la malaria i piccioni ci defecano sopra.

Manuel e Simone non erano mai state due persone troppo interessate alle mode del momento, non si erano mai preoccupati di vestirsi in modo comune o di comprare qualche vestito appena uscito, semplicemente indossavano cose con cui si sentivano a proprio agio.

Questi indumenti spesso potevano essere canotte larghe o, per quanto riguardava Simone, felpe oversize in cui Manuel aveva preso l'abitudine di rannicchiarsi quando si trovava a casa sua.

Proprio per questo motivo il maggiore non capiva.

Non capiva come fosse arrivato ad osservare il proprio ragazzo che quell'estate aveva preso l'abitudine di indossare i modelli più variegati di crop top e farlo in totale tranquillità. Non che fosse un problema il fatto che Simone si sentisse bello, né tantomeno che lo mostrasse, avevano lavorato tanto per far sì che il minore non si sentisse più in conflitto con se stesso e con il suo corpo, ma era stato un cambiamento talmente inaspettato ed improvviso da non dargli il tempo di riflettere su quanto sarebbe stato bello.

Ancora più inaspettato era stato il crop top scelto per l'appuntamento che Manuel aveva proposto quella sera.

"Vestite come te pare" aveva detto, e Simone sembrava aver preso quella frase molto sul serio a giudicare da quanto copriva la parte superiore del suo corpo, o meglio, da quanto non copriva la parte superiore del suo corpo.

Manuel si sentì quasi un idiota per aver indossato una semplice canottiera nera attillata quando varcò la soglia della camera di Simone. Lo trovò seduto sul letto con la schiena poggiata alla testiera, era stretto in dei jeans neri a vita bassa ed un crop top nero trasparente gli velava il petto e i bicipiti.

Faceva caldo in quella stanza, Manuel ne era convinto, faceva estremamente caldo anche per essere luglio e la finestra aperta risultava essere totalmente superflua in quel momento perché l'aria a tratti raggiungeva i suoi polmoni e, quando riusciva a passare, bruciava come la sabbia a mezzogiorno.

«ciao» pronunciò il minore dopo aver posato gli occhi su di lui, lasciò scivolare il telefono nella tasca dei jeans sotto lo sguardo attento di Manuel, dopo di ché scivolò verso il bordo del letto per alzarsi in piedi.

Il maggiore seguì ogni movimento compiuto in sua direzione, di ogni singola parte del corpo. Osservò come i fianchi si muovessero in modo armonioso ad ogni passo, come il diaframma si alzasse a abbassasse a ritmo normale, a differenza del suo. Osservò le mani, occupate a giocherellare tra di loro una volta giunto a pochi passi da lui.

«Manu?» solo a quel punto guardò di nuovo il suo viso, aveva le guance arrossate a causa del suo sguardo insistente e la testa inclinata che lasciava cadere qualche riccio sulla sua fronte.
«mh?» mugugnò.
«ciao» ripeté Simone, quella volta con tono leggermente divertito.
«ciao» la voce uscì flebile e profonda prima che una mano si aggrappasse al suo fianco scoperto per tirarlo a se.
«ti piace? Me l'ha regalato Laura» disse afferrando il bordo del tessuto, Manuel annuì prima ancora della fine della frase, gli interessava ben poco di come quel top fosse finito addosso a lui, l'importante era che ci fosse finito. «è esagerato per stasera?» questa volta Manuel scosse la testa.
«esagerato pe chi?»

Vide le spalle di Simone alzarsi in modo disinteressato e non ci mise molto a riconoscere quello sguardo, lo stesso che avevano combattuto per tanto tempo e che ogni tanto decideva di far capolino come il peggiore degli infami, dando voce ad un pensiero tanto sbagliato quanto intrusivo. Afferrò il suo mento con due dita per costringerlo a guardarlo e lasciò scorrere la mano più su fino ad arrivare alle costole.

Se un giorno a Roma | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora