CAMPANELLINI CHE UCCIDONO

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Ho sempre amato quello che riguarda la magia nera e le pratiche di esoterismo, ma mai avrei pensato che quello iniziato come un gioco avrebbe portato al disastro più totale. Era una fredda giornata di fine novembre e, come mio solito, giocavo alla Play dentro la mia stanza e ogni tanto buttavo un occhio al pc per vedere qualche video sulle pratiche di evocazione degli spiriti e di qualche anima inquieta. Ma quel giorno l'attenzione mi si focalizzò su un video di quindici minuti che spiegava come evocare i morti. Nel video vi era quest'uomo incappucciato e con il viso coperto da un passamontagna. Era seduto su una poltrona di pelle davanti alla telecamera, nello sfondo vi era un pentacolo illuminato da varie luci rosse intermittenti che creavano un gioco di luci da sembrare che la stanza andasse a fuoco. L'unica cosa ad illuminare flebilmente le mani dell'uomo erano delle tenui candele rosse sul tavolo che facevano risaltare il nero delle sue unghie. Il video era in inglese ma lo capivo lo stesso: Campanellini che uccidono. L'individuo mascherato spiegava che prima di iniziare il rito bisognava procurarsi dei campanellini e del sangue di capra, una volta procurati questi oggetti bisognava formare un pentacolo con il sangue e mettere nel cerchio i campanellini e recitare una prima parte che diceva: Campanelli Poi bisognava prendere i campanelli e metterli nei loculi interessati e una volta eseguito questo rituale accendere una candela per ogni punta del pentacolo e recitare questo verso: Interruppi il video. Spensi la Play e mi avviai verso il cimitero del paese. Il mio paese, Bobbio, non fa molti abitanti, in fondo sono 3.572 anime tra vecchi e giovani, una chiesa che celebra fino a cinque messe al giorno: il parroco è convinto che con tutte queste celebrazioni la gente sia più impegnata a stare in chiesa invece di bivaccare nei circoli o alle sedi di rifondazione comunista che lui considerava "antro del demonio". C'era quasi riuscito poi dovette diminuire le celebrazioni, visto che il medico gli aveva consigliato una moderata sul vin santo? [non capisco]. È passata circa mezz'ora. Ora cammino per le vie pendenti del paesino, supero la chiesa e il bar della piazza che rappresentano per me due luoghi della mia adolescenza; una cosa che le accomuna è che in entrambi i luoghi si nomina il nome di Dio Arrivo al cimitero monumentale. Mi fermo un attimo e penso follemente che sto dando retta ad un video del web. Mentre sono rapito da questa riflessione vedo uscire delle persone da una cappella accompagnate della polizia penitenziaria. Quando si allontanano tutti chiedo ad una signora che cosa ci fosse lì dentro e mi dice che li ci sono sepolti i criminali di massima sicurezza di Bobbio e dintorni. Entro nella cappella San Michele Arcangelo. Leggo qualche nome, alcuni non li conoscevo. Conto i loculi e poi me ne vado. Così ordino 117 campanellini. Giorni dopo il corriere mi lascia il pacco. Prendo i campanellini e vado nel casale abbandonato faccio tutto quello che mi dice di fare il video e dico la formula. Sarà stata una casualità ma un tuono squarcia il cielo. Il giorno dopo mi avvio al cimitero, controllo che nessuno mi veda ed entro nell'enorme cappella San Michele Arcangelo. Metto un campanellino per ogni sepoltura. La notte stessa devo tornare al casale abbandonato per concludere il rito, ma l'arrivo improvviso dei miei genitori mi impedisce di muovermi di casa. Una settimana prima delle feste natalizie a Bobbio scoppia una tempesta di neve che blocca ancora per una settimana i miei in casa. Con loro non ho un buon rapporto, dopo vengono fuori discorsi del cazzo come esami universitari e su come non ho un lavoro stabile, l'università, le amicizie, bla, bla, bla. Io con i miei coetanei e coetanee mi sono trovato sempre male, prima di tutto perché al liceo ho sopportato troppo i loro risolini del cazzo sulla mia postura ricurva che produsse l'appellativo di cornacchia; ancora sento quella fastidiosa canzoncina che mi tormentò per tutti i cinque anni del liceo: La Cornacchia è arrivata alziamo la barricata, escludiamo la sventura la cornacchia resta sola e noi non fa più paura. Se penso che domani torneranno dalle loro università... un pensiero mi trapassa il cervello come un lampo. Quella stessa notte esco di casa e vado al casale. Accendo le candele intorno al pentacolo e recito la seconda parte. E' una notte piena di tuoni e poi vi è una nebbia che copre la città al punto che non si vede a un palmo da terra. La città è deserta, torno al cimitero e quello che vedo mi lascia di stucco: davanti a me ci sono 117 figure, alcuni sono scheletri e alcuni hanno la pelle rinsecchita altri invece sono integri, solo un po' gonfi per il processo di putrefazione. Appena arrivò davanti a loro mi si chinano in ginocchio. "Ti hanno identificato come loro padrone ", dice una voce dietro di me. Mi giro e vedo l'uomo del video. Mi chiedo come sia possibile e l'uomo dopo una risata si toglie il cappuccio e il passamontagna. Noto che le mani nel video non erano rosse per le candele ma è la sua carnagione. Raggelo quando vedo i suoi occhi neri. Mi sorride e mi tende la mano: "Piacere, Abraxas e grazie per avermi liberato. Allora con chi cominciamo questa festa? io direi di andare in chiesa da quel guasta feste del parroco". Preso da un momento di frenesia gli stringo la mano ed esclamo: "Bene, ci sto!". Ogni criminale riportato in vita ha un campanellino legato alla gola e come diceva Abraxas era il simbolo della loro appartenenza a me. Scendiamo in paese. I mercatini natalizi sono aperti e la gente cominciava ad affollarli. Quando individuo un gruppo di ragazzi che conosco benissimo, punto il dito su di loro e urlo: "Squartiamoli!" Vedo i dannati superarmi, vedo la testa di Veronika strappata dalle mani da un energumeno di due metri tutto gonfio e pieno di protuberanze dalla testa ai piedi, poi è il turno di Luca. Sono io la sua ultima immagine quando uno scheletro gli cava gli occhi e così via anche per Paolo, Riccardo e Silvio. Io sto sopra una casetta di legno del mercatino locale e rido e intonando: "la Cornacchia è arrivata alziamo la barricata, escludiamo la sventura la cornacchia resta sola e noi non fa più paura" Quando tutto è finito intorno a me sono rimasti solo corpi sbudellati e frattaglie ovunque. I dannati mi guardano e aspettano un mio ordine del tipo: Sterminate tutti! Poi guardo Abraxas e gli dico: "Andiamo alla chiesa a prendere quel mangia ostie". Quel coglione di don Ciro pensava di poterci fermare barricandosi dentro con le panche. Il tipo rigonfio che è con noi da una pedata alla porta che la fa volare sull'altare. Dico: "Abraxas a te l'onore". Vedo le mani entrare nel suo stomaco e strappargli il fegato. Lui guarda a occhi spalancati il sangue che gli esce dalla bocca quando dalla tonaca sbuca un crocefisso e glielo conficco nella testa. Con un ultimo spasmo rovescio l'acquasantiera bagnandolo. Comincio e fumare e a buttare fumo e in tempo di niente diviene cenere. L'energumeno stessa cosa: esco fuori e vedo tutti i miei dannati cadere a terra come degli automi privi di corrente. Getto un urlo che tuona su tutta la città.

"No no noooo"

"Si calmi, si calmi"

"Ma che dice?"

"Ma come? i dannati? gli zombie"

"Stia calmo"

Mi guardo intono e sono nel letto dell'ospedale della carità di Bobbio. Arrivano degli infermieri e mi fanno un sedativo che mi quieta i nervi. Guardo l'orologio sulla parete e vedo che sono le 11, vedo la porta aprirsi ed entrare un uomo con un camice. Mi siede accanto.

"Allora Signor Repetti come stiamo?"

"I dannati, Abraxas, campanellini"

"No ma che dice, si rilassi e cominciamo il nostro colloquio permette qualche domanda? Perché il giorno di natale ha ucciso la sua famiglia e i suoi amici?"


N:B  . Si ringrazia  Sergio Di Girolamo per la revisione del testo e cura del copywriting. 

Questo racconto lo puoi trovare nell'antologia NATALE HORROR 2021

Grazie per aver letto il mio racconto 

Giovanni Lamia 


Campanellini che uccidonoWhere stories live. Discover now