Darren e Chord uscirono dalla stanza semibuia che per molti anni era stata allestita come l’aula canto del liceo Mc.Kinley.

Ancora una volta il loro sguardo si diresse verso quelle pareti ora spoglie dei loro ornamenti e, con il cuore colmo di tristezza, si piegarono in avanti in un teatrale inchino di ringraziamento prima di andarsene per sempre, proprio come fa l’attore quando lascia la scena.

Presero in braccio gli ultimi oggetti trafugati dai vari set prima che il tutto venisse smantellato e buttato e si diressero nel parcheggio per caricarli nelle proprie auto.

“Allora ciao fratello, ci sentiamo domani per organizzare l’uscita di gruppo.” disse Chord ancora visibilmente rattristato.

“Certo fratello, contaci!” rispose Darren abbracciandolo.

Il ragazzo dai capelli corvini salì in macchina dalla parte del guidatore inserendo la chiave nel quadro senza però avviare il motore.

Guardava Chord fare manovra e dirigersi verso l’uscita degli studios fino a svoltare l’angolo che immetteva nel traffico di Los Angeles e scomparire.

Darren tolse le chiavi dalla serratura spegnendo i fari della macchina e scese con un balzo felino guardandosi intorno furtivo.

Controllò con lo sguardo ogni angolo del parcheggio per sincerarsi che non vi fosse più nessuno prima di chiudere lo sportello ed allontanarsi.

Varcò nuovamente la soglia che portava verso i set e cominciò a correre come un fulmine su e giù per i corridoi.

Doveva fare presto o avrebbero chiuso la sala costumi e lui non sarebbe riuscito a recuperare l’oggetto a cui più aspirava.

Correva a testa bassa senza guardare la strada tanto conosceva a menadito ogni andito.

Correva a perdifiato, come se ne valesse della sua stessa vita, con il cuore che gli pulsava in gola.

Correva senza pensare a niente se non che voleva averlo con se ad ogni costo.

Correva con il fiato corto e le gambe stanche dopo una lunga giornata, fino a quando: SBAM!

Improvvisamente andò a sbattere contro qualcuno che percorreva il corridoio nel senso opposto al suo.

Nel contraccolpo ricevuto dalla botta la sua testa si alzò verso l’alto riconoscendo in quella persona i lineamenti dolci di Chris.

Il suo collega sobbalzò all’indietro traballando sul posto in cerca di equilibrio.

Darren allungò prontamente le mani afferrandolo saldamente per i fianchi magri e tirandolo verso di se per impedirgli di cadere.

“Darren ma sei scemo? Perché non guardi dove metti i piedi?! “ gridò Chris cercando di stare in equilibrio e allungando a sua volta le braccia verso le spalle dell'amico.

Le mani del ragazzo dagli occhi di ghiaccio si appoggiarono su di lui sfiorandogli delicatamente con le dita un po’ fredde il collo accaldato e provocandogli un brivido lungo tutta la schiena.

Il fiato di Darren venne meno e istintivamente con le mani fece una leggera pressione sulle anche dell'amico tirandolo ancora un po’ a se e poterne così catturare lo sguardo.

“C-Chris?! Ehi, scu…scusami, tutto ok?” sussurrò Darren preoccupato e ancora senza respiro mentre cercava di avvicinarlo ancora un po’ a se e poterlo così guardare negli occhi, in quelle iridi così azzurre da poter ipnotizzare anche le menti più forti.

“S-si, sto…sto bene…” rispose a bassa voce il ragazzo che abbandonò il contatto visivo.

Le mani di Darren continuavano inconsciamente e lentamente a scorrere lungo i fianchi del collega avvicinandolo ancora un po’ verso il proprio corpo.

I will be with you, wherever you will goDove le storie prendono vita. Scoprilo ora