Prologo

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Entrò nel suo appartamento, tra le mani faceva ondeggiare un barattolo di pittura che era appena andato a prendere.

Lo appoggiò vicino alla tela e ai pennelli, si tolse piano la maschera, che ormai era diventata come una parti di lui da quanto tempo la indossava, si sfilò i guanti neri e mise una mano tra i capelli mori, cercando di ricordare dove avesse messo il cavalletto. Quando gli sovvenne si diresse verso un angolo della stanza mal illuminata, infatti solo una fioca lampadina faceva luce, spostò i vari teli e finalmente trovò quello che cercava.

Soddisfatto posizionò il cavalletto davanti alla sedia, si sedette togliendosi il cappotto blu con una spilla raffigurante uno smile. Ora doveva solo iniziare a dipingere. Rimase qualche secondo lì, a guardare la tela e quando ebbe l'ispirazione accese la sua radio su Mozart, lo aiutava a lavorare meglio anche se era strano che un ragazzo della sua età ascoltasse quel genere di musica per concentrarsi.

Immerse il pennello nella sostanza e delle linee rosse iniziarono a comparire sul bianco.

La sua mano agile si muoveva a ritmo della melodia, sembrava quasi che danzasse. Le linee iniziarono a prendere forma mentre pian piano il bianco faceva spazio a quello strano rosso che sembrava quasi essere sangue.

Dipingere lo faceva sentire meglio, per lui era una cosa essenziale, come respirare. Come quel periodo nel suo passato dove era stato picchiato più e più volte dai bulli, lì passava tutte le sue giornate a disegnare.

Fece qualche ultima piccola spennellata qua e là,per poi alzarsi e allontanarsi. I suoi occhi azzurri scrutarono ogni millimetro della sua opera, finché sul suo volto non si accese un sorriso.

"è perfetto" bisbigliò, quasi come se qualcuno potesse sentirlo, mentre i suoi occhi non si staccavano da quella che per lui era un'opera d'arte da esporre in un museo. La cosa che però amava di più di tutte le sue opere era il colore: era sempre lo stesso, per ogni sua creazione, quel colore che lui amava tanto, dal quale sembrava essere ossessionato.

Si risvegliò dai suoi pensieri, e riavvicinandosi prese piano la tela, sembrava avesse tra le mani un manufatto antico, con altrettanta delicatezza la mise su una sedia, vicino alla finestra ad asciugare, e poi l'avrebbe aggiunta alla sua numerosa collezione.

Dopo prese uno straccio umido e vi pulì il pennello e anche le mani, capitava pur sempre di sporcarsi mentre si lavorava.

Agguantò il coperchio del barattolo , stava per richiuderlo quando si accorse che la sua speciale pittura stava già per terminare, ma non doveva preoccuparsi, lui sapeva dove poteva trovarla.

Ora, però, era troppo stanco per andare a prenderne altra e poi come se non bastasse il giorno seguente doveva pure andare a scuola.

Si calmò e ci rifletté. Sorrise. Domani avrebbe scelto con calma da chi sarebbe andato a fare rifornimento.


Spazio autrice

Ciao, ecco il prologo della mia storia, lo so è corto ma che vi posso dire? Se ho deciso che dev'essere lungo così io lo faccio così. Comunque spero che la storia vi piaccia e dico subito che non sarà la solita barbosa storia d'amore con protagonista un creepypasta. Sì, voglio sorprendervi.

Amo il colore del sangue || Bloody PainterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora