Capitolo 9

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"ELETTRA" 

Sentì qualcuno urlare il suo nome. Non voleva svegliarsi, così mise la testa sotto al cuscino e cercò di riaddormentarsi. Non passarono nemmeno due minuti che sentì qualcuno che si era buttato di peso sul letto. 

La ragazza sbuffò e si strinse il cuscino sull'orecchio destro. 

"Elettra" sentì la voce di Giorgio richiamarla. 

"Mmm vattene" disse, muovendo in aria la mano per dirgli che doveva andarsene. 

"No, ti devi svegliare" 

"E io non voglio. Come la mettiamo?" chiese la ragazza rimanendo con la testa sotto il cuscino. 

"Ele, non mi costringere" 

"A fare cosa?" 

"A farti il solletico" 

Lei spalancò gli occhi, anche se Giorgio non la poteva vedere. Il giorno prima era riuscito a svegliarla solo con il solletico e ora aveva scoperto il suo punto debole. 

"Nonono" 

"Allora ti alzi?" 

Voleva sfidarlo. Voleva vedere se le avrebbe fatto veramente il solletico. 

"No" 

"Bene, l'hai voluto tu" 

Sentì la porta aprirsi e poi chiudersi, ma rimase comunque sotto il cuscino, pensando che l'avrebbe lasciata in pace. 

Dopo un paio di minuti sentì la porta aprirsi e si autoconvinse che fosse la sua immaginazione, ma smise di crederci quando l'acqua gelata andò in contatto con il suo corpo. Saltò in piedi, urlando le peggio imprecazioni. Si girò e vide Giorgio piegato in due dalle risate. 

"È MEGLIO SE SCAPPI, PEZZO DI MERDA!" 

"Sennò che mi fai?" chiese lui provocandola. 

"Questo non lo dovevi chiedere"

Giorgio capendo le sue intenzioni iniziò a correre e subito dopo Elettra lo seguì, correndo il più velocemente possibile per raggiungerlo. 

"Me lo fermate?!" urlò Elettra a Luca e al Nano, che stavano andando in cucina. 

Vedendoli iniziarono a ridere. Elettra si fermò e Giorgio, ignaro del fatto che si fosse fermata, continuò a correre per la casa. Dopo poco lei si unì ai due e scoppiarono in una fragorosa risata, che arrivò alle orecchie di Giorgio. Si guardò dietro e notò che stava correndo senza che nessuno lo seguisse. 

"Avete finito di ridere, coglioni?" chiese ai tre, che stavano sdraiati uno sopra l'altro sul pavimento. Luca stava sdraiato a contatto col pavimento, sopra di lui c'era Giulio e sopra a lui c'era Elettra. Il primo stava soffocando sotto al peso dei due, così si alzò di botto, senza avvertirli. La ragazza finì con la faccia verso il pavimento e Giulio finì sulla schiena di lei di faccia. 

"Nano, se non mi ti levi di dosso, ti taglio le palle e le do in pasto al cane" disse Elettra e si girò verso Luca e Giorgio che ridevano. 

"Ma noi non abbiamo un cane" rispose l'interessato. 

Dopo due secondi arrivò Valerio. Elettra pensò che l'avrebbe aiutata, ma anche lui si unì alla risata di Giorgio e Luca e lei lo fulminò con lo sguardo. 

"Grazie fratellone per l'aiuto" sussurrò, poi continutò:

"Nano, togliti. Inizi a pesare e, oltretutto, ho anche fame" 

Giulio si alzò finalmente da sopra Elettra, che andò vicino al fratello e lui, pensando che gli avrebbe dato un bacio sulla guancia, si sporse in avanti. Ma invece delle sue labbra sulla guancia, sentì  cinque dita infrangersi su essa e lasciarono un po' di segno.

A Crash Like An HurricaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora