Erano già dieci minuti che Eryn era ferma in macchina, circondata da case tutte simili tra di loro. L'unica nota stonata era un'auto nera parcheggiata nel vialetto alla sua sinistra.
Eryn era immobile, con le mani che stringevano il volante così forte che le nocche le diventarono bianche. Non aveva idea di cosa avrebbe fatto, non sapeva nemmeno perché si trovasse proprio di fronte quella casa, ma quando era uscita dal supermarket aveva sentito il bisogno di dirigersi lì, mentre tutte le paure che l'avevano perseguitata quando era una ragazzina erano ritornate tutte insieme, e la stavano distruggendo. Ma lei aveva bisogno di sapere che si sbagliava, che Melanie si era sbagliata su tutto, così prese un lungo respiro e scese dall'auto, dirigendosi a passo svelto verso quella porta che la divideva dallo sbaglio più grande della sua vita. L'unica barriera che li divideva era quel pezzo di legno laccato di nero e lei era ancora in tempo per tornare indietro, entrare in auto e dimenticare quello che era successo quella sera. Ma i piedi erano bloccati, le gambe immobili e la sua mano stava suonando al campanello senza che lei le avesse dato il permesso.
Quando la porta venne aperta e il bellissimo viso di Zayn comparve nella sua visuale, il cuore le scoppiò nel petto in un boato doloroso, che le tolse il respiro. La stava guardando con i suoi grandi occhi marroni, perforando la sua pelle e, senza che se ne accorgesse, stava alimentando quel fuoco che le bruciava le vene, le arterie e l'anima.
Ciò che sentiva il quel momento era un misto di paura, dolore e passione. Avrebbe voluto parlare, dire qualsiasi cosa ma la voce le si era bloccata nel petto e se lui avesse continuato a guardarla in quel modo così pregnante, non sarebbe riuscita a fare un passo senza cadere.Gli occhi di Eryn erano spalancati e il verde sembrava spento, più tenue del solito. Sembrava davvero sconvolta e Zayn non poté fare a meno di spostarsi quel poco per lasciarle lo spazio per poter entrare.
Non si sarebbe aspettato che proprio lei, quella ragazza dai grandi occhi verdi e i capelli rossi, avesse bussato alla sua porta. Era come uno scherzo che gli stava tirando la vita, quello. Quando sembrava che le cose si stessero facendo meno tortuose, succedeva qualcosa che lo portava un passo indietro. Aveva passato settimane intere a convincersi e ad imporsi di non essere troppo frettoloso, di essere una presenza silenziosa e di smetterla di comportarsi d'istinto, e aveva dovuto faticare per starle alla larga ma poi lei si presentava in quello stato alla sua porta, e tutto il lavoro che aveva fatto veniva spazzato via dalla sua presenza, da quello sguardo che in quel momento sembrava vacillare.Eryn se ne stava in silenzio, con le mani strette intorno al corpo e lo sguardo perso in quello insistente di Zayn. Non sapeva cosa dirgli, come spiegargli quella sua improvvisata e, in realtà, non lo sapeva neppure lei. Si trovava lì, di fronte a lui e non riusciva nemmeno a trovare le parole adatte, per dirgli cosa non lo sapeva, ma qualsiasi cosa sarebbe stata migliore di quel silenzio. Cercò di riordinare le idee, ma sembrava che la sua mente fosse assente, volata in chissà quale posto insieme alla ragione.
-Stai bene?- fu la prima cosa che Zayn si sentì di domandarle, perché era la prima cosa che aveva pensato quando l'aveva vista lì sull'uscio di casa sua.
Stava bene? Lei non lo sapeva come stava. Avrebbe dovuto stare bene perché non c'era nessun motivo razionale per cui lei dovesse stare male, ma dirgli di sì sarebbe stata una bugia che lui avrebbe, immediatamente, intercettato.
Così disse la cosa più veritiera. -Non lo so.- biascicò, mentre distoglieva lo sguardo da quello di Zayn.
Sostenere quello sguardo stava diventando troppo per lei che, in quel momento, era emotivamente instabile. Trovarsi nella sua stessa stanza era troppo, ma quello se l'era andata a cercare lei con la sua stupidità e irrazionalità.
Si era recata lì per un motivo che, in quel momento, le sembrava assurdo ma aveva bisogno di conferme, anche se non le meritava e disse la prima cosa che le passò per la testa, solo per vedere cosa lui avrebbe fatto. -Ho incontrato Melanie.- disse, mentre quel nome le bruciava la lingua.