Un Pendolo •cap 35•

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Sento la sveglia suonare, il buongiorno si vede dal mattino, nonostante io non sia mattiniera oggi mi sento leggera e tranquilla, mi alzo meno svogliata del solito e inizio a prepararmi, anche Mabel si è appena svegliata «Buongiorno Mabel» le faccio un sorriso sincero, lei mi scruta con lo sguardo, fin quando i suoi occhi si spalancano, si mette subito seduta sul letto «Adel e quel succhiotto? Opera di Elijah o Aaron?» ridacchia, rimango ferma, immobile sperando che questa tattica mi aiuti a non rispondere
«Adel non sono un dinosauro, anche se rimani immobile riesco a vederti» dice lei con tono sarcastico «Peccato per come russi qualcosa mi diceva che nel tuo dna è presente qualcosa di Giurassico come un tyrannosaurus rex» Le faccio la linguaccia

«Signorinella non sviare il discorso devi ancora dirmi chi è stato » incrocia le braccia aspettando impaziente una mia risposta «Ryan» sussurro talmente piano il suo nome che Mabel non è riuscita a capirlo «chi? Posso avere qualche gene del giurassico ma di certo gli umani non sono il mio piatto preferito» non mi aspettavo questa risposta ridacchio e presa di coraggio decido di ridire il nome «Ryan» se minuti prima i suoi occhi stavano uscendo dalle orbite, adesso la mascella sta per toccare il pavimento «ADEL! Dimmi che non è uno scherzo!» Mabel tira un urlo eccitata dalla notizia, mi tappo in tempo le orecchie per non dover utilizzare l'apparecchio così giovane «Mabel sei pazza? Potevi distruggere il mio udito» Mabel fa un sorriso enorme, questo significa solo una cosa «Signorina tu non vai via finchè non mi racconti tutto!» rassegnata dagli ordini appena dati dal Tenete Mabel decido di sedermi nel suo letto e inizio a raccontarle ciò che è successo ieri sera

Dopo una decina di minuti ho finito di raccontarle cosa è successo «Questo è quanto» ho cercato di non dirle ogni particolare di ieri sera nonostante la sua insistenza, queste cose mi imbarazzano, quindi a rammaricamente accettato le mie descrizioni vaghe, per un attimo vedo balenare preoccupazione sul volto di Mabel, che velocemente come un fulmine appena scagliato su una parte di terreno sparisce pur di non ricevere domande da parte mia, la guardo leggermente accigliata sperando in una qualsiasi risposta, che non arriva
«Adel io devo andare a lezione ci vediamo a pranzo» mi lascia un dolce bacio sulla guancia e una carezza di conforto per qualcosa che pensa nella sua testa, va via velocemente pur di non ricevere altri guardi interrogativi

Istanti dopo decido di fare una doccia veloce e di vestirmi, oggi ho tre ore di filosofia, e non vedo l'ora di affrontare queste nuove lezioni affinchè mi aiutino a distrarmi da questo strano comportamento di Mabel, una volta preparata esco velocemente dalla stanza chiudo la porta dietro di me e corro verso l'aula di filosofia, rimango bloccata alla porta ricordandomi di che aula si tratta, la stessa aula di ieri sera, sperando di scacciare quelle scene in un momento così poco consono decido di spalancare la porta ed entrare velocemente
«Buongiorno, mi scusi per il ritardo» dico con voce ansimante ma non per la corsa appena fatta, al primo posto libero mi siedo ed ascolto la lezione
«Buongiorno a tutti, oggi parleremo di un filosofo tedesco del XIX secolo di nome Arthur Schopenhauer in particolare ci concentreremo sulla sua filosofia egli disse, "La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando per l'intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia."» dopo queste parole rimaniamo tutti in silenzio fin quando la voce del professore risuona nelle mie orecchie
«Qualcuno ha voglia di dire cosa ne pensa?» senza riflettere su ciò che sto per dire inizio a parlare

«Shopenhauer afferma che il pendolo è colui che giostra la nostra vita a proprio vantaggio, e che l'oscilazzione che scandisce il tempo è ciò che ci è concesso per sperare. Siamo in perenne attesa che qualcosa nel nostro presente aiuti a migliore qualcosa del nostro futuro; aspettiamo un mondo migliore quando ogni cosa che facciamo porta alla distruzione di esso, aspettiamo la fine degli studi per aprirci nuove porte per il nostro futuro, aspettiamo un lavoro, e la disoccupazione è solo una stato di transizione tra il non fare qualcosa e il fare. Siamo bloccati nel tempo che passa, un attimo prima era ora, un attimo dopo è passato. Infondo è una vita che aspettiamo che qualcosa cambi e con queste circostanze la risposta non può essere altro che: speriamo sempre in un futuro migliore. siamo bloccati tra gli attimi dell'oscillazione in un pendolo sperando che rimanere li sia la soluzione per un futuro perfetto per noi »
Finisco di dire ciò che penso e nella classe scende un silenzio impressionante, il professore sembra stupito dalla mia risposta, ripreso dalla mia risposta la lezione continua per altre 2 ore






















Buona lettura a tutte/i fatemi sapere se vi va cosa ne pensate
       
                                        -Meryux🦉
          

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