Soap

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La guerra non porta mai cose buone, questo è sicuro; è come se la rabbia e la violenza insite nell'animo umano si scatenassero su larga sala, trascinando nel loro turbine di sangue, lacrime e urla disperate anche chi nello scontro non è che un estraneo, una vittima vista come nemico ed un nemico vittima di uno Stato dispotico e riottoso.

La guerra tramuta in zombie, in pezzi di carne prestanti e senza remore, pronti a fare qualsiasi cosa per il proprio Paese, spesso senza coscienza di sé e delle proprie azioni.

Ed è in questa landa desolata di zombie, proiettili e fantasmi che ti ho incontrato, che sei arrivato in modo così inaspettato nella mia vita.

Innamorarsi in trincea, mentre le urla dei tuoi compagni ti squarciano l'anima e i timpani, mentre la terra si disintegra sotto i tuoi piedi a causa delle bombe e mentre le persone cadono a terra già putrefatte - già morte ancora prima di venire uccise - crivellate da molteplici proiettili, nei casi migliori.

Non è ironico?

Il nostro amore è come un fiore nato sul ciglio di una tangenziale poco curata e ancor meno trafficata, di quelle sospese su colonne altissime e crepate dove tutto è allo stato brado, dove tutto richiama morte e pericolo. Un po' come la guerra.

Nonostante tutta la violenza che ci circonda, s'impossessa di noi soldati e si riversa sui nostri nemici, i nostri sentimenti sono puri e caldi - confortevoli - in forte contrasto con la terra ed i corpi freddi dei nostri compagni.

Quando ti ho visto per la prima volta ho percepito un brivido correre lungo tutta la mia schiena; potevo sentire il mio scheletro tremare e la pelle freddarsi alla vista di quella tremenda maschera sotto cui nascondevi (e tutt'ora nascondi) la tua anima, quasi come a tenerla lontana da quel luogo, lasciandola a casa, chissà dove.

Ghost, così ti fai chiamare dal resto dei commilitoni. Ad ogni modo, per me sei sempre stato Simon, quando ancora di te non intravedevo che lo sguardo che, nascosto sotto quella maschera - una delle tante - chiedeva disperatamente di essere liberato.

La guerra era ormai insita nella pelle e nelle ossa di Ghost, il grande soldato, capitano di molti e uccisore di molti altri ancora. Persona efferata e fredda, senza scrupoli. Eppure la tua anima si era sottratta a quel trattamento, nascosta da tutta quella rabbia e alimentata da un cuore che - adesso lo so - posso dire battesse per me.

Non sono mai stato una persona romantica, né mai ho sentito il bisogno di trovare un legame stabile; anche il sesso per me non era che un modo per scaricare la tensione, per lasciarmi andare e azzerrare il peso di un'esistenza negata, da tenere nascosta, segreta.
Da quando ci sei tu, nella mia vita, tutto è cambiato.

La prima volta che ho visto le tue labbra è stata quando mi hai baciato sul pavimento lercio di un bar diroccato.
Era uno dei nostri giorni liberi, ricordi? O forse è successo mentre ci trovavamo ancora in missione, non ricordo.

Eravamo sbronzi da non riuscire a stare nemmeno in piedi, eppure ricordo con chiarezza la determinazione nel tuo sguardo, quando ti sei avvicinato a me.
Ricordo anche la lucidità con cui mi guardasti negli occhi, alzandoti la maschera tanto di quel che bastava per scoprire le tue labbra piene e martoriate.
Quando poi ho sentito il tuo naso scoperto accostarsi con delicatezza al mio e i nostri respiri gelidi fondersi in un'unica nuvola calda, ho capito che eri diverso; che io ero diverso, o almeno lo sono da quando mi trovo in questo luogo.

Non sono stato con molti uomini nella mia vita, ho perso troppo tempo rinchiuso nella paura e nella vergogna prima di lasciarmi andare. Ad ogni modo, tutte le mie relazioni - se così si possono definire - non avevano che uno scopo: quello di venire.
La mia esperienza è costruita interamente su rapporti occasionali, frivoli e bruschi, al limite del violento.
Non mi aspettavo che sarebbe stato diverso con te.

Eppure la delicatezza dei tuoi gesti, del tuo respiro e la dolcezza del mio nome sussurrato - strozzato - fra un gemito e l'altro, mi ha portato a credere che forse, le cose sarebbero cambiate.

Forse saremmo riusciti a stare insieme, anche sotto quella pioggia incessante di bombe, proiettili e sangue.
Anche senza alcun riparo sotto cui correre, anche senza un ombrello con cui proteggere il nostro amore.

È stato solo quando hai iniziato a dormire nel mio letto - tempo dopo il nostro primo bacio - che sono riuscito finalmente, finalmente! a vederti in volto.

Quella sera ricordo che ti sei lasciato ammirare, consapevole della tua bellezza a lungo - per troppo tempo - celata e mi sono sentito fragile e amato mentre percorrevo con delicatezza (paura?) i tratti affilati dei tuoi zigomi, delle tue guance e della fronte, lasciando dietro al passaggio dei miei polpastrelli ruvidi una scia calda di baci.

Anche più tardi mentre ti trattenevo a me con affanno - dentro di me - ricordo di averti stretto il viso, di aver affondato le mani fra i tuoi capelli argentei, nello stesso modo in cui tu affondavi inesorabile nel mio corpo, nella mia anima.

Nell'ultimo periodo ho iniziato a ritrarti qui, sulle pagine del mio diario, fra una parola ed un'altra.

La notte è l'unico momento in cui ti lasci andare, in cui liberi Simon dalle grinfie di Ghost, con il favore del buio dalla tua parte. Questa sera la luna è piena e rigogliosa, raggiante mentre con i suoi raggi ti rischiara timidamente il viso, consapevole della tua crudele bellezza.

Credo che tu sappia perfettamente quello che faccio, eppure ti lasci disegnare, ad occhi chiusi e con le labbra dischiuse, a metà tra il mondo onirico e quello reale.

Ogni notte cerco di trovare un nuovo dettaglio di te che potrò guardare e richiamare alla mente quando, inevitabilmente, cadrai anche tu vittima della guerra, sul campo di battaglia.
Ogni sera esploro il tuo viso con lo sguardo nella speranza di catturare una singola ciglia, una nuova crepa sulle tue labbra, una lentiggine nascosta o un ciuffo di capelli scomposto.

Quando Simon sarà solo un fantasma pronto a tormentare il resto dei miei giorni, voglio ricordarmi dell'uomo che ho accanto, la notte, nel mio letto. Dell'uomo che amo.
Non della sua maschera; voglio ricordami di lui.

Voglio chiudere gli occhi e trovarmi davanti al tuo sguardo triste e malinconico - ma felice, quando riesce ad incrociare il mio, nel buio - timido quasi, nel mostrarsi.

In fin dei conti, spero di non dover mai aprire questo maledetto, maledettissimo diario.

Voglio godermi la vecchiaia con te, vedere i tuoi zigomi addolcirsi, le labbra diventare secche e gli occhi spegnersi lentamente, giorno dopo giorno.

Spero che il calore delle tue mani, del tuo corpo dentro al mio - di te insomma - possa avvolgermi tutte le notti, anche durante quelle più gelide e terrificanti.

Spero che un giorno potrò lasciarmi alle spalle questo diario per gettarlo via, assieme a tutte le mie preoccupazioni, assieme al mio ricordo di te, di Simon.

Alla fine è proprio vero che queste cose non funzionano mai, anche adesso che con le dita cosparse di sangue non posso fare a meno di girare le pagine in cerca di te, in cerca della mia vita.

Forse un giorno potrò vederti di nuovo,
forse potrò sentire ancora il calore della tua pelle a contatto con la mia.

Sto ancora scrivendo? oppure è tutto nella mia testa?

L'udito si fa ovattato e le voci che urlano il mio nome - terrorizzate - svaniscono poco a poco, lasciando spazio alla tua voce (sì, proprio la tua!) che con dolcezza mi richiama a sé:" Johnny, oh, Johnny".

Sono colpi di mitragliatrice quelli che sento?
No, sono sicuro che questo sia il ritmo costante del tuo cuore che batte assieme al mio.

Sono stanco Simon, ho perso le forze.
Ho perso le speranze.
Ho perso te.

Eccoti, adesso ti vedo, nonostante il buio. È il mio sangue quello che mi sgorga sul volto, avvolgendomi con il suo dolce tepore ferroso?

L'ultima volta che i nostri occhi si sono incrociati il tuo viso era ricoperto di sangue e polvere, così come il mio era sommerso dalle mie stesse lacrime.

È proprio vero che, di fronte alla brutalità della guerra, nulla si salva, nemmeno ciò che di più puro esiste al mondo.

Perché adesso sei tu quello a piangere, Simon? Non capisci che sono felice di rivederti?

Adesso sono a casa.

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