Chapter 16: Fight And Blood

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Sto guardando le stelle, come ogni sera, distesa nel giardino di casa, accarezzando distrattamente il pelo folto e morbido di Wolf, mentre i miei pensieri viaggiano più veloci di un auto da corsa.

Penso a Micheal, ai miei figli, e poi.. a Dylan.

La sua lettera giace accanto a me, lasciata lì dopo l'ennesima rilettura angosciante. È una presenza subdola, dolorosa. È inanimata, eppure riesce comunque a disturbarmi, a derubarmi dei miei stessi pensieri.

Sopra l'erba, sembra poterla schiacciare da quanto la sua presenza sia pesante nell'ambiente circostante.

Il silenzio regna attorno a me, ma la pace che domina adesso il mondo esterno, non riflette il mio caos e conflitto interiore.
Continuo a guardare le stelle, e penso che nonostante a prima vista siano un mucchio di pallini lucenti nel blu della notte, se le si osserva si può trovare pur sempre l'ordine.

E che magari può essere così anche per me.

Poi, l'eco di passi umani riempie il silenzio, e anche se ho l'istinto di far scattare la testa per guardare nella direzione da cui provengono, rimango bloccata.

Provo a muovere una qualsiasi altra parte del mio corpo, ma niente. Anche Wolf sembra essersi dissipato nel nulla. Il mio respiro accelera, e ogni secondo in più il mio panico aumenta.

È come se il mio corpo fosse morto, senza vita, e che sia solo la mia anima ad essere ancora attiva dentro di esso. È terrificante.

I passi aumentano la velocità, sempre più vicini, sempre più arrabbiati. Un'ombra incombe su di me, e si abbassa. Non riconosco la faccia, è solo una figura incappucciata con la faccia occultata dalle tenebre.

La figura afferra la lettera, e io vorrei solo detrarla dalle sue mani, e ucciderlo anche solo per averla toccata. La esamina attentamente, poi la leva per guardarmi negli occhi.

L'attimo dopo, comincia a strapparla furiosamente, facendo cadere uno dopo l'altro i brandelli sopra il mio torace immobile. Vorrei urlare, piangere, maledirlo in tutte le lingue che conosco, ma sono bloccata, e rimango ferma, immobile.

Successivamente, una mano si stringe attorno al mio collo, tanto da bloccarmi la circolazione. Sento gli effetti del soffocamento, ma il mio corpo continua a non muoversi.

Poi il volto della figura si avvicina al mio, ed è la faccia di Micheal che sto guardando, piena di rabbia cieca e furia omicida.

«Ti sei divertita con lui, eh? Puttana che non sei altro» parla, e poi uno schiaffo potente collide con la mia guancia. Provo a gridare ma è tutto inutile.
«Ti sei fatta scopare per bene, puttana?» un'altro schiaffo, mentre la sua voce cresce di intensità.

«Ti ho dato tutto ed è così che mi ripaghi, eh? Rispondi!» altri due schiaffi ancora più forti dei primi mi colpiscono. La sua voce è cambiata, adesso sembra quasi come alterata, mostruosa. E io sono completamente terrorizzata.

«Adesso stai zitta, troia?» continua «Oh, ma te ne pentirai. Ti pentirai di essere tornata con quel pezzo di merda, ritornerai da me strisciando e poi ti ripagherò il doppio di tutto il male che mi hai fatto» stringe ancora di più la presa attorno al mio collo, e dopo mi sputa in faccia.

«Sei una puttana, ecco cosa sei» mi insulta nuovamente «Sei una puttana e quando ritornerai da me supplicandomi, ti tratterò come tale» continua a denigrarmi e a picchiarmi. E io non posso far altro che subire.

«Ti rinchiuderò in cantina, ti farò cosa mi pare e piace ogni volta che vorrò, magari facendo assisterà anche quei bastardi dei tuoi figli. Magari toglierò loro anche l'innocenza, se mi va. Si, li stuprerò sotto i tuoi occhi, e viceversa. E quando avrò finito e di voi non rimarrà che un involucro vuoto, vi spedirò tutti e tre dentro una scatola da quel pezzo di merda di O'Brien»

||There is a caos inside us||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora