1. Un sogno nel cassetto

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"Qualsiasi cosa accada, non ci lasceremo mai".
Non ci lasceremo mai.
Queste parole mi risuonarono nella mente, vibrarono dietro di me come una scarica di calore e mi diedero la forza di alzare lo sguardo da terra.
Dalla mia terra.
Da quelle strade che ogni mattina percorrevo per andare al lavoro, talvolta con entusiasmo e talvolta con immensa stanchezza; da quel pavimento che così a lungo avevo calpestato senza nessun timore, mentre adesso tremavo per la paura di ciò che a breve sarebbe successo a Jamie, a me, a noi...
Avevo camminato fino a quel momento con lo sguardo puntato sulle margherite fragili, ancora umide dopo la pioggia rinfrescante della notte.
Chissà quante volte, ormai, i miei piedi avevano incontrato quel suolo, correndo divertiti insieme ai bambini? Quante volte lì avevo sfogato le mie emozioni confidandomi con gli amici, o mi ero disteso sui prati a godermi il tiepido sole primaverile, quello che grida senza vergogna che la nuova stagione è alle porte mentre la terra si prepara al disgelo?
Al ricordo delle corse a perdifiato su e giù per le colline, di quelle capovolte fatte solo per il gusto di non avere più aria nei polmoni, per poi distendersi tra i fiori e riprendere fiato con il sorriso, mi venne voglia di piangere e di spiccare una nuova, disperata e ultima corsa...
Ma questa volta per scappare, per andarmene per sempre.
Questa volta avevo paura.
Peggio, ero terrorizzato.
Jamie si strinse a me, come se avesse letto cosa mi passava per la testa e volesse trattenermi.
Qualsiasi cosa accada, aveva detto. Sarei stato un codardo ad abbandonarlo ora, soprattutto sapendo che lui non l'avrebbe mai fatto con me.
Era incredibilmente rassicurante per me sentirlo così sicuro e fedele al mio fianco (come lo era stato per tutta la mia vita, del resto) eppure non riuscii a ricambiare la promessa, perché non sapevo cosa ci saremmo trovati davanti una volta varcate le porte della Zona Oscura - e io non faccio promesse se non sono certo di poterle mantenere.
Avevo sempre saputo che un giorno sarebbe toccato anche a noi; tutti gli abitanti del luogo, prima o poi, dovevano essere portati alla Zona Oscura. Funzionava così da secoli ormai, era una tradizione alla quale tutti i nostri nonni, e i nonni dei nostri nonni, avevano dovuto partecipare. I sintetici racconti tramandati dagli anziani superstiti diventavano leggende, arricchendosi di fantasiosi particolari inventati da chi le narrava, per supplire alla mancanza di informazioni della versione originale; quando capitava che queste vicende avessero un lieto fine, lo si narrava attorno al fuoco per generazioni, rendendo eterna la gloria dei fortunati protagonisti.
Purtroppo, però, questo lieto fine era molto raro: la maggior parte degli abitanti, poi, una volta tornata, si chiudeva per diverso tempo in un ostinato silenzio, e riprendeva pian piano le abitudini e le relazioni quotidiane, senza però raccontare pubblicamente mai nulla di quanto fosse accaduto. Questo naturalmente faceva intuire a tutti noi che qualsiasi cosa avessero vissuto non fosse stata una piacevole passeggiata...
Ma domandare era proibito, da quella legge morale innata per la quale nessuno di noi chiederebbe mai a chi gli appare vulnerabile di raccontare la causa delle proprie ferite.
Alcuni poi, nel peggiore dei casi, non tornavano nemmeno. E di loro si smetteva presto di parlare, per non precipitare tutti quanti nel terrore.
Insomma, nessuno aveva mai veramente capito cosa succedesse all'interno della Zona Oscura; si sapeva solo che ben poche e poco precise erano le idee al riguardo. Era per questo che cercavamo tutti di non pensarci, era per questo che la Zona Oscura era diventato un tabù. È più o meno quello che accade con la morte (che in fondo è ciò che potrebbe attenderti lì dentro): sai che prima o poi dovrà arrivare, ma non ti è dato sapere né come né quando, e allora non è che passi la tua vita a strillare terrorizzato in sua attesa, no? Preferisci goderti il tempo che hai, amando chi ti sta accanto e facendo progetti per il futuro, senza mettere in conto che un giorno la tua vita potrebbe cambiare - o finire - completamente.
Poi un giorno succede, e la morte spazza via tutti i tuoi bei piani...
Ma fino ad allora hai dato il massimo per costruirti una vita da poter lasciare senza alcun rimpianto o dispiacere.
E così, serenamente e senza inquietudini diverse da quelle che invadono la quotidianità di tutti, avevo trascorso la mia vita fino a quel momento insieme a Jamie, ignaro del fatto che, proprio a partire da quel giorno, nulla sarebbe più stato come prima.

Un sogno nel cassettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora