Una sera, Filippa stava seduta alla scrivania, guardava vecchie foto.
Poi chissà perché solo nei ricordi si è belli insieme, si era così belli, così uniti, così soli, così amanti.
Momenti unici e irripetibili, belli forse proprio perché tali.
Assorta in quelle visioni, Filippa ad un certo punto, si accorse che per terra era finita una foto.
La raccolse.
Fu catapultata in una sera di gennaio del 2019, un sabato come tanti.
Stretta insieme a lui, i genitali a sfiorarsi.
In attesa della pizza, pregustavano i reciproci sapori e umori.
Lui sempre in tiro, sin troppo, lei sobria ed eccitata, sexy e riservata.
Trangugiavano la pizza, prendendosi sempre un po’ in giro, sul tavolo della cucina, dove più tardi lui l’avrebbe presa, più volte sotto l’impeto delle sue dita che affondavano ripetutamente nella sua dolce carne.
Passavano il weekend in casa, a letto.
Stretti nello stesso letto, vinti nello stesso letto.
Si, vinti l’uno dall’altro, anima contro anima, pancia contro pancia lungo una striscia di cocaina.
Si vedevano da venerdì a domenica e così da dicembre a giugno.
Le piaceva provocarlo, spuntavano amanti reali o immaginati, contro i quali lui imbestialiva, cosa che la eccitava non poco.
E così ogni volta.
Si salutarono un pomeriggio di luglio, lei su un treno verso finte e sterili vacanze, giù a sud.
Si rividero pochi mesi dopo ma mai più in quella casa, mai più in quel tempo, fuori dal tempo, dalla realtà e dalla vita.